Decine di coloni israeliani ieri sera hanno attaccato il villaggio palestinese di Jit, vicino alla città di Qalqilya, nella Cisgiordania occupata uccidendo almeno un palestinese, mentre un altro sarebbe rimasto gravemente ferito. Alcuni filmati pubblicati sui social media mostrano case e auto dati alle fiamme. L’accaduto ha allarmato la Casa Bianca che ha condannato gli attacchi dei coloni contro i civili palestinesi, dichiarando che «sono inaccettabili e devono cessare». Inoltre, un portavoce dell’amministrazione americana ha detto che «Le autorità israeliane devono adottare misure per proteggere tutte le comunità da qualsiasi danno, tra cui intervenire per fermare tale violenza e chiamare a risponderne tutti gli autori». Il governo dello Stato ebraico ha quindi cercato di prendere rapidamente le distanze da quanto accaduto: «i responsabili di qualsiasi reato saranno arrestati e processati» ha affermato il primo ministro Benjamin Netanyahu, mentre il presidente Isaac Herzog ha definito l’attacco un «pogrom»: «condanno fermamente il pogrom di questa sera in Samaria» ha scritto su X utilizzando il nome biblico della provincia corrispondente alla Cisgiordania settentrionale. Tuttavia, non si tratta affatto di un caso isolato come lasciano intendere le dichiarazioni delle autorità israeliane, bensì l’ultimo di una lunga serie che vede i palestinesi vittime della violenza dei coloni che occupano illegalmente la Cisgiordania. La brutalità e i furti di terre a danno dei palestinesi si sono moltiplicati dal 7 ottobre scorso, ossia da quando l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale è stata monopolizzata dal massacro di Gaza, mettendo in ombra quanto accade in Cisgiordania. A partire dalla stessa data, del resto, le autorità sioniste hanno anche aumentato l’approvazione di nuovi insediamenti nei Territori Palestinesi.

«Si tratta di una minoranza estremista che danneggia la popolazione dei coloni rispettosi della legge e l’insediamento nel suo complesso, nonché il nome e la posizione di Israele nel mondo durante un periodo particolarmente delicato e difficile», ha aggiunto Herzog nel suo post su X sempre relativamente all’assalto del villaggio palestinese avvenuto ieri. Parlare di coloni rispettosi della legge appare una contraddizione, considerato che gli insediamenti in territorio palestinese sono considerati illegali dal diritto internazionale e dalla risoluzione 2334 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Inoltre, anche la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ha recentemente stabilito che l’occupazione israeliana dei Territori Palestinesi è illegittima e che lo Stato ebraico deve portarla a termine «nel più breve tempo possibile». Similmente, non si può parlare di una «minoranza estremista», considerato che episodi di questo tipo ricorrono quasi quotidianamente e che i palestinesi accusano regolarmente le forze di sicurezza israeliane di permettere ai coloni di attaccare le loro case e i loro villaggi. Già prima dell’attacco di Hamas lo scorso 7 ottobre, la situazione in Cisgiordania era caratterizzata da estrema tensione e soprusi di ogni tipo da parte dei coloni ebrei: secondo un rapporto dell’ONU dal titolo “La situazione dei diritti umani nella Cisgiordania occupata, inclusa Gerusalemme est”, nel 2023 si erano registrati “i più alti livelli di violenza da parte delle forze di sicurezza israeliane (ISF) e dei coloni israeliani contro i palestinesi della Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, da quando sono iniziate le registrazioni delle Nazioni Unite nel 2005”. Data la preoccupazione e l’indignazione internazionale, però, questa volta le autorità israeliane hanno condannato – almeno verbalmente – le violenze, affermando che la polizia e le unità dell’esercito sono intervenuti per arrestare un israeliano, mentre hanno esaminato i resoconti della morte del palestinese. I coloni coinvolti nell’assalto erano però decine, alcuni dei quali indossavano maschere.

Nonostante le sistematiche violenze che si verificano in Cisgiordania e quanto sancito dal diritto internazionale, le autorità israeliane hanno deciso negli scorsi mesi di approvare nuovi insediamenti nei Territori Palestinesi: il ministro delle finanze israeliano, Bezalel Smotrich, lo scorso 27 febbraio aveva annunciato l’approvazione di un nuovo insediamento chiamato Mishmar Yehuda a Gush Etzion, un insieme di insediamenti ebraici situati a sud di Gerusalemme: “Continueremo lo slancio degli insediamenti in tutto il paese”, aveva riferito in una nota. Lo stesso, sul caso del recente assalto al villaggio di Jit, ha scritto che gli aggressori non avevano «nulla a che fare con l’insediamento e i coloni». Gli Stati Uniti e alcuni Paesi europei hanno imposto sanzioni ad alcuni occupanti, ma le misure prese a livello internazionale risultano del tutto insufficienti per contrastare le gravi violazioni commesse dai coloni e per fermare l’ampliamento degli insediamenti.

[di Giorgia Audiello]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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