In seguito all’aumento di casi di vaiolo delle scimmie in Africa, che nei giorni scorsi ha dichiarato lo stato di emergenza nel continente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato ieri sera lo stato di emergenza internazionale (Pheic). Ad annunciarlo è stato il direttore generale dell’OMS, Tedros Ghebreyesus. Si tratta del secondo annuncio simile in due anni: già nel luglio 2022, nonostante il parere contrario degli esperti dell’OMS, Ghebreyesus aveva infatti dichiarato lo stato di emergenza internazionale. L’OMS ha invitato i produttori dei vaccini contro il vaiolo delle scimmie a presentare dossier per una valutazione di emergenza, tassello fondamentale per l’eventuale apertura di un processo che consenta di accelerare la revisione e l’approvazione di prodotti medici per fronteggiare l’epidemia. In realtà, finora i casi registrati dall’inizio dell’anno sono circa 14 mila in tutto (la stragrande maggioranza dei quali in Congo), con il decesso di poco più di 500 persone, complice un tasso di mortalità che, secondo alcuni studiosi, si aggira intorno al 3-4%. Nonostante le dimensioni relativamente contenute del contagio fino ad ora, aziende e organizzazioni internazionali si sono già mobilitate per la produzione e la distribuzione di vaccini, che entro il 2025 potrebbe contare diversi milioni di dosi.
«Oggi il comitato di emergenza si è incontrato e mi ha informato che la situazione costituisce un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale. Ho accettato questo consiglio», ha dichiarato il direttore dell’OMS Ghebreyesus, evidenziando come «una risposta internazionale coordinata» sia «essenziale per fermare queste epidemie e salvare vite umane». Nel frattempo, l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie della Commissione europea (Hera) ha reso noto che acquisterà e donerà al continente africano 175.420 dosi di vaccino MVA-BN. Esso è ad oggi l’unico preparato contro il vaiolo approvato dalla Fda e dall’Ema, considerato sicuro anche per persone con sistema immunitario compromesso e per individui con condizioni di salute particolari, come l’HIV, poiché utilizza una forma modificata del virus che non si replica nel corpo umano. Il vaccino è prodotto dalla società biotecnologica danese Bavarian Nordic, che ha annunciato che donerà ad Hera altre 40 mila dosi. I vaccini saranno distribuiti dall’Africa Cdc sulla base delle esigenze regionali.
In questo contesto, l’OMS ha però deciso di sollecitare le aziende produttrici a fare richiesta di inserimento dei vaccini anti-Mpox nella lista dei farmaci di emergenza (Emergency Use Listing). Le aziende sono dunque state invitate a fornire tutte le informazioni e i dati necessari (prove cliniche, dati di sicurezza ed efficacia, dettagli sulla produzione) così che tali vaccini possano essere esaminati rapidamente e, se approvati, distribuiti in tempi brevi. Un metodo che, per consentire un accesso più rapido alle soluzioni terapeutiche, produrrebbe ovviamente uno “snellimento” dei processi burocratici, con potenziali effetti sull’entità dei controlli. Già l’anno scorso, il team di ricercatori dell’azienda farmaceutica Moderna aveva reso noto di aver formulato un nuovo vaccino contro il vaiolo delle scimmie – dimostratosi in grado di proteggere topi dal virus del Mpox -, attraverso l’utilizzo della tecnologia mRNA, nata con i vaccini anti-Covid. Nel frattempo, Tim Nguyen, al vertice della Unit High Impact Events Preparedness dell’Oms, ha dichiarato che circa 500 mila dosi di vaccino MVA-BN si trovano già nella disponibilità dei produttori e altre 2,4 milioni potrebbero essere prodotte per la fine dell’anno, mentre nel 2025 si potrebbe arrivare a una produzione di 10 milioni di dosi. Per quanto attiene al vaccino LC16m8, prodotto in Giappone ma al momento non commercializzato, sono pervenute dosi ai Paesi che ne avevano più bisogno direttamente dal governo di Tokyo. L’OMS ha affermato di essere al lavoro per facilitare la donazione delle riserve di tale vaccino.
Il vaiolo delle scimmie fu osservato per la prima volta nel 1958. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, si tratta di «un’infezione causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo ma che largamente si differenzia dal vaiolo stesso per la minore diffusività e gravità», che nell’uomo si presenta con «febbre, dolori muscolari, cefalea, linfonodi gonfi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste». Per il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), il virus si trasmette attraverso il contatto con un animale infetto o, da uomo a uomo, attraverso «grandi goccioline respiratorie» (contatto viso a viso prolungato) e scambio di fluidi corporei. Già il 23 luglio del 2022, il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus – in contrasto con lo stesso comitato di esperti dell’Organizzazione, che a maggioranza aveva respinto la dichiarazione di emergenza – aveva dichiarato che l’epidemia di vaiolo delle scimmie rappresentava «un’emergenza sanitaria globale». Parallelamente, l’Agenzia europea del Farmaco (EMA) aveva raccomandato alle autorità europee – le quali avevano subito raccolto l’invito – di aggiornare l’etichetta del vaccino Imvanex (già approvato contro il vaiolo nel 2013), allargandone la destinazione d’uso anche alla prevenzione del vaiolo delle scimmie. Attualmente, fa sapere l’OMS, l’epidemia nella Repubblica Democratica del Congo è causata da una variante (chiamata clade 1b) più letale rispetto alle precedenti, la cui presenza è stata segnalata in altri Stati africani.
[di Stefano Baudino]