Sabato 17 agosto le vie del Venezuela sono state invase da manifestazioni di un popolo che rivendica il suo diritto alla sovranità, indipendenza e pace. Le immagini sono impressionanti. 

Purtroppo totalmente censurate dalle corporazioni mediatiche, che prestano il fianco a chi da Washington si vuole appropriare delle riserve petrolifere più grandi al mondo, fomentando, attraverso i soliti burattini, l’ennesimo tentativo di golpe. Ma a parte i troll su internet e la copertura H24 dei giornali filo Usa non hanno nessuna cosnsitenza sul paese. Le immagini parlano chiaro.

Le corporazioni mediatiche sono oggi le principali responsabili del nuovo attacco alla sovranità del Venezuela e vi rilanciamo la nota che l’Ambasciata della Repubblica Boliviariana ha inviato alle redazioni dei principali giornali italiani. 

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IN DIFESA DELLA PACE, IL POPOLO SCENDE NELLE PIAZZE DI TUTTO IL VENEZUELA

Il popolo venezuelano, che la guerra cibernetica vuole silenziare, difende la pace e la sovranità. 

Sabato 17 agosto il popolo venezuelano ha manifestato per le vie di tutto il paese perché pace, sovranità e democrazia trionfino.La guerra cibernetica e mediatica ha invaso internet di troll, bot e foto false, ma la realtà è quella di un popolo in carne e ossa che esige rispetto per il sovrano voto del 28 luglio e per le proprie istituzioni. Non da oggi il Venezuela, “il gioiello della corona per le elites statunitensi e europee” come ha dichiarato recentemente il presidente Maduro, è nel mirino dell’imperialismo Usa. E la ragione è semplice: le riserve di petrolio maggiori al mondo. Contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela è in corso una guerra non convenzionale che si manifesta con l’utilizzo dei social network statunitensi per diffondere informazioni false e fomentare le azioni violente. Da sempre in prima linea per difendere la propria sovranità, democrazia e indipendenza, il popolo venezuelano pretende il rispetto del proprio voto nelle ultime elezioni presidenziali. Il volerlo silenziare rappresenta una scelta mediatica irresponsabile che presta il fianco a chi mira ad una guerra interna tra venezuelani per i propri scopi.

E’ fondamentale una corretta conoscenza della normativa vigente e il rispetto delle istituzioni della Repubblica Bolivariana del Venezuela.

Dopo il ricorso presentato dal Capo di Stato, Nicolás Maduro Moros, al Tribunal Supremo di Giustizia il giorno 31 luglio 2024, è in corso una indagine sul contenzioso elettorale, così come previsto dalla Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela. Segnaliamo, in particolare, quanto reso noto dalla Sala Elettorale del Tribunale Supremo di Giustizia il 10 agosto 2024 al Paragrafo Quarto della sua dichiarazione: “si certifica che l’ex candidato Edmundo González Urrutia non si è presentato e quindi non ha rispettato l’ordine di convocazione, ignorando con la sua inazione il mandato della più alta istanza della Giurisdizione Elettorale Contenziosa della Repubblica Bolivariana del Venezuela. Di conseguenza, non ha ottemperato alla presentazione dei fogli di scrutinio, della lista dei testimoni o di qualsiasi altro  materiale elettorale” -fine citazione-.                                      In questo momento, inoltre, è in corso da parte del Tribunale Elettorale della Corte Suprema di Giustizia, la perizia tecnica di tutto il materiale elettorale, che si basa sull’analisi di tutte le prove di valore probatorio, registrate sia dagli ex candidati presidenziali che dai rappresentanti dei partiti politici, così come quelli relativi all’attacco informatico che ha colpito il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) lo scorso 28 luglio. 

Il Tribunale Elettorale della Corte Suprema di Giustizia ha informato di aver realizzato la perizia di più del 60 per centro di tutto il materiale elettorale consegnato.

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-le_imponenti_manifestazioni_in_venezuela_a_difesa_di_pace_e_sovranit_totalmente_censurate/45289_56315

Di Red

„Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d'inventare l'avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l'avvenire.“ — Thomas Sankara

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