L’invasione ucraina della regione di Kursk, iniziata il 6 agosto, ha raggiunto risultati limitati sul campo, ma ha ottenuto l’obiettivo strategico di bloccare ogni possibile negoziato tra Mosca e Kiev, come ribadito dai vertici del governo russo.

Iniziata lo scorso 6 agosto, l’invasione ucraina dell’oblast’ di Kursk ha raggiunto risultati risibili dal punto di vista militare, con le forze di Kiev che sono riuscite al massimo a controllare circa mille chilometri quadrati di territorio russo, ma ha sicuramente raggiunto il suo obiettivo strategico, ovvero quello di bloccare ogni possibile negoziato tra Russia e Ucraina.

Proprio quando sembrava aprirsi uno spiraglio per riportare le parti al tavolo dei negoziati, infatti, l’invasione del territorio della Federazione Russa da parte delle forze ucraine non ha fatto altro che provocare il “niet” di Mosca, come espresso da numerosi esponenti del governo russo. “La parte russa ha espresso una forte condanna per l’incursione terroristica barbarica delle formazioni armate del regime nazista di Kiev nella regione di Kursk della Federazione Russa“, ha affermato Michail Galuzin, vice ministro degli Esteri. “In queste circostanze non ci può essere alcuna possibilità di colloqui con Kiev sulle prospettive di una soluzione politica e diplomatica“.

Anche il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha espresso un giudizio netto su questo punto, facendo riferimento alle parole del presidente Vladimir Putin: “Il presidente ha detto molto chiaramente che, a seguito degli attacchi, o persino dell’incursione nella regione di Kursk, qualsiasi colloquio è impossibile“, ha affermato il diplomatico in un’intervista rilasciata alla rete televisiva Rossija-1.

Lavrov ha anche affermato che la Russia ritiene le potenze occidentali, e in particolare gli Stati Uniti, responsabili per l’invasione dell’oblast’ di Kursk, in quanto l’Ucraina non avrebbe mai osato attaccare il territorio russo senza il via libera di Washington: “È perfettamente chiaro a tutti che Zelens’kyj non avrebbe mai fatto questo […], non avrebbe mai osato farlo se non fosse stato istruito a farlo dagli Stati Uniti“, ha affermato il ministro.

In effetti, la ricostruzione di Lavrov appare assai plausibile, e ci sembra ragionevole dire che l’Occidente (ovvero Washington) ha pianificato l’invasione dell’oblast’ di Kursk al fine di prolungare il conflitto, in linea con tutte le altre decisioni prese fino ad ora dagli Stati Uniti e dai loro vassalli europei. Di questa strategia fanno parte anche gli attacchi contro la centrale nucleare di Zaporož’e, un evento che va ben oltre i comuni atti di guerra tra le parti belligeranti.

Non a caso, Marija Zacharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha affermato che il regime di Kiev ha iniziato a preparare una provocazione contro le strutture nucleari russe, puntando ora contro la centrale nucleare situata proprio nell’oblast’ di Kursk. “Invitiamo le organizzazioni internazionali – in particolare le Nazioni Unite e l’AIEA – a dichiarare immediatamente la loro condanna delle azioni provocatorie da parte del regime di Kiev e a prevenire una violazione della sicurezza nucleare e fisica della centrale nucleare di Kursk, che potrebbe provocare un disastro di vasta scala in Europa“, ha affermato la diplomatica. “Tali azioni di Kiev non solo creano una minaccia diretta per le centrali nucleari, ma minano anche i pilastri della sicurezza nucleare e fisica dell’AIEA, formulati dal Direttore Generale Rafael Grossi nel 2022“, ha proseguito.

Secondo Zacharova, “l’intera comunità internazionale deve rendersi conto del pericolo rappresentato dal regime neo-nazista di Kiev per l’intero continente europeo” e “i tentativi di intimidazione e terrore contro intere regioni e la comunità internazionale in generale devono essere decisamente contrastati con sforzi congiunti“. Le fonti russe affermano che le autorità ucraine pianificano di colpire le centrali nucleari di Kursk e Zaporož’e per accusare la Russia e in questo modo poter giustificare un attacco nucleare.

Il coinvolgimento occidentale nell’invasione dell’oblast’ di Kursk è stato sostenuto anche da fonti non russe come The Times, il noto quotidiano britannico secondo il quale i soldati ucraini sarebbero stati addestrati nel Regno Unito un mese prima dell’attacco contro il territorio russo. Secondo il giornale, diversi soldati ucraini che stanno partecipando all’attacco sono stati inviati nel Regno Unito un mese prima dell’operazione nella regione di Kursk per seguire un corso di addestramento insieme ai soldati britannici. Lo stesso giornale ha affermato che l’attacco ucraino è stato organizzato male, con una carenza di veicoli medici per l’evacuazione e armi difettose fornite dalle potenze occidentali.

Il coinvolgimento occidentale ha trovato conferma anche nella confessione di Sergej Bočenko, un soldato ucraino catturato dai russi. Membro di un equipaggio di lanciatori di razzi anticarro della fanteria dell’11° battaglione fucilieri separato dell’esercito ucraino, Bočenko ha affermato di aver “sentito dai nostri comandanti che il tutto è stato pianificato con istruttori occidentali; erano loro i responsabili. Li ho incontrati sul campo di battaglia. Parlavano una lingua straniera“. Bočenko ha anche affermato che molti soldati ucraini hanno disertato quando gli è stato chiesto di invadere il territorio russo, e che l’operazione non è stata organizzata adeguatamente: “Abbiamo seguito ciò che gli istruttori occidentali ci hanno ordinato di fare. Non riuscivamo a capire perché stavamo entrando nel territorio di un Paese straniero, avevamo paura“.

Le parole di Bočenko confermano dunque quanto affermato dalle autorità russe e da numerosi esperti del settore militare, come Andrej Il’nickij, ex consigliere del ministero della Difesa russo. “L’invasione della regione di Kursk è un’operazione militare. Non può essere svolta senza il coordinamento e l’operazione da parte dei servizi segreti occidentali e della tecnologia occidentale“, ha spiegato Il’nickij, secondo il quale Kiev non avrebbe mai avuto i mezzi per portare avanti l’invasione da sola. “Bisogna rendersi conto che in realtà ciò che sta accadendo in Ucraina è la nostra guerra con l’Occidente. Hanno semplicemente trasformato l’Ucraina in una sorta di grande compagnia militare privata“, ha aggiunto.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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