Il presidente Biden avrebbe approvato a marzo un «piano strategico nucleare altamente classificato», volto a riorientare per la prima volta la strategia della deterrenza degli Stati Uniti «per concentrarsi sulla rapida espansione da parte della Cina dei suoi arsenali nucleari». Lo rivela un articolo esclusivo del New York Times (NYT) che spiega che due alti funzionari dell’amministrazione statunitense hanno rilasciato delle dichiarazioni a riguardo, sebbene il documento redatto dalla Casa Bianca, intitolato Nuclear Employment Guidance, sia altamente classificato e ne esistano solo poche copie distribuite a pochi uffici di sicurezza nazionale e ai vertici del Pentagono. «Il presidente ha recentemente pubblicato una guida aggiornata per tenere conto di molteplici avversari dotati di armi nucleari», ha affermato uno stratega nucleare del Pentagono. Il direttore per il controllo delle armi e la non proliferazione del National Security Council, Pranay Vaddi, ha affermato, invece, che la nuova strategia sottolinea «la necessità di scoraggiare simultaneamente la Russia, la Repubblica Popolare Cinese e la Corea del Nord». Il nuovo documento sarebbe, in altre parole, un «duro promemoria», in quanto chiunque presterà giuramento il prossimo 20 gennaio si dovrà confrontare con «uno scenario nucleare cambiato e altamente volatile rispetto a quello che esisteva appena tre anni fa».
Ora che le potenze un tempo “emergenti” hanno acquisito sempre maggior peso economico e politico, raggiungendo velocemente notevoli progressi nel settore tecnologico e militare, l’America si ritrova a dover affrontare quelle che percepisce come molteplici minacce per la sua egemonia planetaria. Diversi Stati rivali, infatti, stanno sviluppando i loro arsenali nucleari: in uno scenario sempre più polarizzato a livello globale, in cui molti Paesi cominciano a volersi smarcare dall’orbita di Washington – anche sulla scia di quanto sta accadendo in Ucraina e della reazione occidentale verso Mosca – ciò rappresenta un rischio esistenziale per il dominio statunitense. La maggiore preoccupazione è, dunque, quella di essere in grado di affrontare possibili sfide nucleari coordinate da parte dei nemici di Washington, in particolare Russia, Cina e Corea del Nord. Secondo l’articolo del NYT, il Pentagono ritiene che le scorte della Cina rivaleggeranno in dimensioni e diversità con quelle di Stati Uniti e Russia nel prossimo decennio. Attualmente, con oltre 5000 testate nucleari, gli Stati Uniti possiedono l’arsenale nucleare più grande e avanzato al mondo.
Non si è fatta attendere la reazione cinese rispetto alla «retorica» sulla minaccia nucleare cinese: secondo Pechino tale retorica è tesa a giustificare il mantenimento dell’arsenale nucleare più grande al mondo dopo la Guerra Fredda e una sua eventuale ulteriore espansione. «Per garantire più budget per la difesa per il complesso militare-industriale nazionale, gli Stati Uniti scelgono di fabbricare o esagerare costantemente minacce nucleari infondate. E la Cina è diventata la scusa migliore», si legge sul giornale cinese Global Times. Secondo la potenza asiatica, sono proprio gli Stati Uniti a rappresentare la più grande minaccia nucleare per il mondo, in quanto – con il più grande arsenale militare – seguono una politica nucleare che consente il primo utilizzo delle armi atomiche. Sono stati gli unici, inoltre, fino ad ora, ad avere utilizzato sui civili ben due bombe atomiche in Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale.
La volontà di Washington di riorientare la sua strategia nucleare deriva dalle crescenti tensioni per il mantenimento dell’egemonia globale, ora che la potenza a stelle e strisce vede minacciata la sua supremazia sia in Eurasia che in Medio Oriente. Uno dei principali rivali all’interno di questo contesto risulta, oltre a Mosca, proprio Pechino: il Dragone rappresenta, infatti, un pericolo sia dal punto di vista economico-commerciale che geopolitico. La sua crescente influenza in Africa, la penetrazione economica e politica in Medio Oriente e nel Mediterraneo, la pretesa riunificazione con Taiwan e il controllo del Mar Cinese meridionale sono tutti elementi che hanno portato allo scontro tra USA e Cina. Le tensioni e i rapidi mutamenti nei rapporti di forza tra super potenze hanno indotto Washington a aggiornare i suoi piani nucleari in una direzione di rafforzamento del suo arsenale, alimentando, piuttosto che riducendo, la proliferazione di armi atomiche. Il piano americano sulla strategia nucleare viene aggiornato ogni quattro anni ed è altamente classificato: tuttavia, è attesa una più dettagliata e non classificata notifica al Congresso prima che il presidente Biden lasci il suo incarico.
[di Giorgia Audiello]