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Nella notte tra sabato e domenica, Israele ha lanciato un massiccio attacco aereo contro Hezbollah nel sud del Libano, giustificato come una “difesa preventiva” per evitare un attacco imminente da parte del gruppo sostenuto dall’Iran. L’escalation è avvenuta in un contesto di tensioni già elevate nella regione, con riflessi negativi sulla cosiddetta trattativa di ‘tregua’ in corso per Gaza.

L’attacco preventivo di Israele al Libano

Secondo quanto riportato dall’esercito israeliano, l’operazione è stata mirata a colpire postazioni di lanciarazzi nel sud del Libano, prevenendo così un attacco che Hezbollah avrebbe pianificato contro Israele.

Durante la notte, circa un centinaio di aerei da guerra israeliani hanno colpito centinaia di obiettivi, dimostrando la potenza di fuoco di Israele. Il portavoce dell’esercito, Daniel Hagari, ha dichiarato che queste azioni hanno impedito un attacco più violento da parte di Hezbollah.

La risposta di Hezbollah

Hezbollah ha reagito rapidamente agli attacchi israeliani, lanciando più di 300 razzi e droni contro 11 obiettivi militari nel nord di Israele.

Se confermati, questi numeri renderebbero l’attacco uno dei più massicci degli ultimi anni. Nonostante l’intensità dell’offensiva, l’esercito israeliano ha riportato “pochissimi danni”, sottolineando che l’obiettivo principale di Hezbollah era di colpire il centro di Israele, un’azione che avrebbe potuto causare danni molto più gravi se non fosse stata sventata.

La National News Agency (NNA), l’agenzia di stampa statale libanese, ha descritto l’attacco di Israele come uno dei peggiori dal 7 ottobre, riportando almeno due feriti, di cui uno in gravi condizioni, e danni significativi alle infrastrutture, compresi la rete elettrica e idraulica.

In risposta alla crisi, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato lo stato di emergenza per le prossime 48 ore. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato una riunione d’urgenza e ha affermato che il governo sta monitorando la situazione dalla base militare a Tel Aviv.

Per precauzione, i voli da e per l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv sono stati sospesi per alcune ore prima di riprendere regolarmente.

Questa nuova escalation tra Israele e Hezbollah rappresenta uno dei momenti più critici nella regione da mesi. Con entrambe le parti che mostrano una determinazione crescente e con i colloqui di tregua per Gaza messi a rischio, la situazione nel Medio Oriente rimane altamente instabile e preoccupante. Il rischio di un conflitto su larga scala continua a crescere.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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