Nella sua inossidabile vocazione al non avere identità, non avere un’idea di paese, non essere né liberale, né laburista, né niente, il PD è in grado di scontentare tutti e Forza Italia può nuovamente eroderne il consenso.
Il PD sta rimettendo in gioco Forza Italia
Forza Italia si sposta a ‘sinistra’? Da alcuni mesi il gruppo dirigente del partito fondato da Silvio Berlusconi sta portando avanti una trasformazione della propria piattaforma politica.
Si registra in particolare una grande apertura sui temi dei diritti civili e ora anche sul riconoscimento della cittadinanza ai figli degli stranieri. Sono tutti impazziti? No.
La regia di questa mutazione è di Marina Berlusconi, che in un’intervista di alcuni mesi fa (in questa pagina ne avevo parlato) ha chiesto che il suo partito si modernizzi.
Perché? In parte per ragioni tattiche: Forza Italia deve marcare la sua identità nel governo, altrimenti è condannato all’irrilevanza.
C’è poi una ragione strategica. Premessa: non credo che in Forza Italia ci sia una qualche forma di reale interessamento ai diritti delle minoranze sessuali o a quelli degli immigrati. I ricchi, anzi gli straricchi come Marina Berlusconi non si sentono cittadini di nessuno stato e non hanno bisogno di un riconoscimento legale per le loro scelte. Lo stato è per loro solo uno strumento politico per proteggere e allargare i loro profitti.
La mia ipotesi è che Marina Berlusconi intenda rinnovare il suo partito e radicarlo dove in questi ultimi anni si è insediato il Partito Democratico, cioè nei centri storici, nelle aree urbane in passato di destra e ora popolate da un ceto sociale benestante e scolarizzato che si autorappresenta come progressista e che ha trovato nei diritti civili e dei migranti una bandiera da esporre per occultare l’egoismo di classe e la protervia culturale. Insomma, una destra che si finge di non esserlo sposando strumentalmente alcune battaglie politiche tradizionalmente di sinistra.
Tanto per dire, un Giuseppe Sala potrebbe benissimo integrarsi nel partito immaginato da Marina Berlusconi. Del resto il Pd non è mai stato capace di diventare seriamente liberale. Un’operazione del genere richiederebbe studio, qualità intellettuali e metterebbe anche di fronte al problema di confrontarsi con la tradizione liberale italiana, da Cavour a Manzoni a Croce: tutta gente incompatibile con il liberalismo antinazionale che piace alle élite economiche. Ve lo immaginate l’ex leader delle ‘sardine’ Mattia Santori con Storia d’Italia di Croce in mano? Vi prego non ridete!
Nella sua inossidabile vocazione al ‘nulla che nulleggia’, il Pd non ha nessuna possibilità di diventare liberale. Nasce per non avere identità, per non pensare, per non avere un’idea di paese, per non essere né liberale, né laburista, né niente. È un partito in grado di scontentare tutti e Forza Italia può eroderne il consenso.
* Riflessioni dalla pagina Fb di Paolo Desogus