Tran To Nga, 2021 (Foto di Wikimedia Commons)
Maria Sartori – Redazione Italia
Il 22 agosto, a Parigi la Corte di Appello ha dichiarato ancora una volta inammissibile il disperato appello di giustizia di Tran To Nga, attivista, giornalista franco-vietnamita, contro le quattordici imprese responsabili della produzione del defoliante “Agente Arancio”.
Questo veleno venne irrorato negli anni 1962-1971 dai militari statunitensi sulle foreste vietnamite durante la guerra del Vietnam (1959-1975), causando un disastro ambientale di immani proporzioni, i cui effetti sulla salute si ripercuotono ancora oggi sulla quarta generazione.
Tran To Nga, come milioni di vietnamiti è una tra le vittime colpite da effetti collaterali irreversibili da Agente Arancio (nome in codice dato dall’esercito statunitense al defoliante, N.d.R.), e per la seconda volta, dopo il 2014 aveva intentato una causa contro 24 produttori del diserbante per risarcimento danni in particolare modo alla sua famiglia, e alle sue due figlie sopravvissute, che soffrono di malattie indotte dalla contaminazione da Agente Arancio. Tuttavia, il ricorso del 2021 venne respinto con la scusa che i produttori in questione godevano di immunità giuridica, poiché avevano lavorato per un governo sovrano, quindi non erano perseguibili e non potevano rispondere della tragedia causata dal defoliante sulla popolazione vietnamita.
L’agente arancio, un dissecante ricco di inquinante diossina TCDD (uno tra i componenti più tossici in chimica, nonché protagonista in Italia del disastro di Seveso, all’Ilva di Taranto e in Campania nel 2007), era stato creato su richiesta del Dipartimento della Difesa americano per attuare un disseccamento a tappeto di oltre 4,5 milioni di ettari, dove grazie alla ricchezza della flora potevano nascondersi i Viet Cong, ovvero le Forze armate popolari di liberazione del Vietnam del Sud che lottavano per l’indipendenza del paese. L’uso di questo disseccante altamente tossico assieme al napalm era stato approvato nel 1961 dal presidente degli Stati Uniti, John Kennedy, appositamente pensato per l’operazione militare denominata “Ranch Hand”. Così facendo, le forze armate americane non solo attuarono una vera e propria defogliazione di vastissime aree tramite l’irrorazione del diserbante, ma avvelenarono anche il raccolto, colpendo così interi villaggi, e i civili, costringendoli ad abbandonare le zone, dove era attiva la resistenza vietnamita, e a insediarsi nella parte già controllata dalle forze occidentali. Tuttavia, la contaminazione si estese grazie ai fiumi causando un vero e proprio “ecocidio”, la morte, malattie incurabili in tutti i soggetti contaminati come la cloracne, e infine malattie genetiche anche ereditarie e malformazioni nei nascituri.
Tra i principali produttori dell’Agente Arancio vi erano Dow, Monsanto, Diamond Shamrock, Hercules, Uniroyal, Thomson Chemicals, ecc. Nel marzo 1965, la Dow Chemical convocò una riunione segreta con tutti i produttori dove si discusse ampiamente della scarsa qualità del prodotto in termini di purezza della formulazione chimica, quindi, della sua elevata tossicità, ma questa informazione venne espressamente ignorata.
Altrettanto nota era la tossicità del suddetto defogliante nell’ambiente militare statunitense, ma si preferì ignorare le raccomandazioni dei produttori e triplicare la dose del quantitativo di diossina, rendendola mortale:
«Quando abbiamo avviato il programma erbicida negli anni ’60, eravamo consapevoli del potenziale danno dovuto alla contaminazione da diossina nel diserbante. Eravamo persino consapevoli che la formulazione militare aveva una concentrazione di diossina più elevata rispetto alla versione civile, a causa del costo inferiore e della velocità di produzione. Tuttavia, poiché il materiale doveva essere usato sul nemico, nessuno di noi si fece scrupoli». Dr. James R. Clary, ex scienziato senior del Chemical Weapons Branch (Air Force Armament Development Lab in Florida)
Oggi si stima che siano stati esposti almeno 3 milioni di vietnamiti alla diossina, alcuni esperti parlano perfino di 4.5 milioni di abitanti, di cui sono stati affetti 150.000 bambini.
Dopo sufficienti studi condotti sulla diossina i ricercatori hanno scoperto che a distanza di 40 anni gli effetti nocivi sono ancora ben presenti, poiché i terreni risultano ancora contaminati dalla sostanza e ad oggi sono tantissimi i bambini nati in Vietnam che presentano malformazioni e malattie genetiche.
Non è la prima volta che vengono intentate cause di risarcimento per le vittime del Vietnam contro le multinazionali implicate in questo crimine di guerra. Tuttavia, rispetto alle cause intentate dai veterani statunitensi e coreani contro gli Stati Uniti e i produttori sulla base della relazione degli effetti collaterali da Agente Arancio e vinte negli anni Settanta e Ottanta, le prime vittorie registrate da persone di nazionalità vietnamita per le cause di risarcimento per danni alla salute derivanti dal diserbante e i riconoscimenti ufficiali dell’Agente Arancio come arma biologica da parte degli Stati Uniti sono avvenuti solo dal 2007: della responsabilità delle multinazionali nei confronti dei cittadini del Vietnam, ancora alcuna traccia.
Per questo motivo, Tran To Nga, laureata in chimica, ex-partigiana del movimento di liberazione dei Viet Cong, ed ex-prigioniera, ancora oggi all’età di 82 anni continua a battersi per la sua famiglia, e nel nome del suo popolo, grazie al sostegno delle associazioni come il Vietnam Association for Victims of Agent Orange / Dioxin (VAVA) e del governo del Vietnam.
Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito dell’attivista Tran To Nga: https://nga-orange.org/
di Maria Sartori