«La verde Umbria è sotto attacco». Così Roberto Malini, co-presidente dell’organizzazione internazionale per i diritti umani EveryOne Group, appoggiato dalla associazione ambientalista Italia Nostra, lancia il proprio appello al Governo e alle istituzioni locali per frenare la speculazione eolica che sta per colpire la Regione. Nello specifico, sono sei i progetti avviati in territorio umbro, i quali contano l’installazione di 60 pale eoliche in aree naturalistiche «caratterizzate da ambienti naturali delicati e paesaggi incantevoli». Le pale che verranno impiegate sono le stesse protagoniste degli analoghi progetti con sede in Sardegna e Toscana di cui L’Indipendente ha già parlato svariate volte: strutture di circa 200 metri con basamenti in cemento armato «grandi quanto mezzo campo da calcio», che avrebbero «un impatto devastante su territori caratterizzati da qualità avifaunistiche importanti».

Il progetto di realizzazione di parchi eolici in Umbria prevede la costruzione, come denuncia Italia Nostra, di sei diversi impianti. Su uno di questi, denominato “Monte Burano”, Gianfranco Angeli, legale Rappresentante di Italia Nostra Foligno, ha rilasciato una serie di osservazioni, pubblicate sul sito del Ministero dell’Ambiente il 21 agosto: solo il parco “Monte Burano” prevede l’erezione di un impianto industriale di un’area pari complessivamente a oltre 42.000 metri quadrati «con opere provvisionali e basamenti che, dovendo essere realizzati sui crinali della montagna, comporteranno il livellamento del terreno per 4.000 mq per torre», corrispondenti a un quadrato di oltre 60 metri per torre, grande insomma «più di mezzo campo da calcio». Per realizzare il complesso dovranno inoltre venire costruiti oltre 9.600 metri lineari di strade «dalla larghezza di metri 5 nei rettilinei, maggiorata nelle curve sino ad arrivare 6,5 metri», che arriveranno a coprire una superficie di circa 48.000 metri quadrati. A questi verranno aggiunti anche «ulteriori 22.000 mq di aree di trasbordo ed ancora ulteriori altre aree non quantificate in Relazione» destinate all’esecuzione dei lavori. Solo il progetto “Monte Burano”, insomma, ricoprirà un’area totale di oltre 110.000 metri quadri di terreno montano.

Il co-presidente di EveryOne Group Roberto Malini ha definito la realizzazione dei sei impianti come «una violenta imposizione» che assumerebbe le sfaccettature di una vera e propria «speculazione senza regole». Effettivamente, se si presta attenzione allo studio anemologico (ossia alle analisi relative al vento) del progetto “Monte Burano” emerge, come fatto risaltare da Gianfranco Angeli, come esso sia «privo di concretezza, avendo il proponente ammesso “la mancanza di dati misurati in sito”»: le analisi sul vento sono infatti tutte fondate su dati astratti, e a oggi la Società deve ancora ottenere «i permessi necessari per l’installazione di una prossima torre anemetrica al fine di confermare i valori». Insomma, presso il Comune di Foligno ci sarebbe in progetto la costruzione di un impianto che sfrutta l’energia del vento per produrre energia, ma non è ancora noto quanto vento a tutti gli effetti ci sia. Eppure quello di “Monte Burano” è solo uno dei sei parchi che si intenderebbe erigere in Umbria: c’è anche “Phobos”, che troverebbe sede presso i comuni di Orvieto e Castel Giorgio con 7 aerogeneratori da 170 metri ciascuno in una zona «ove non spira una bava di vento»; segue “Monte Busseto”, che risiederebbe a Nocera Umbra e Valtopina, e avrebbe 10 aerogeneratori da 200 metri l’uno; è in progetto anche “Gualdo Tadino”, presso l’omonimo comune e la stessa Nocera Umbra, sempre con 10 aerogeneratori da 200 metri; è poi in piano “Energia Ecosostenibile” a Serravalle di Chienti, Foligno e Nocera Umbra con circa 10/12 aerogeneratori; il più popoloso sarebbe infine “Lucky Wind” a Trevi, Sellano e Foligno con 12 aerogeneratori. Il tutto per un totale di circa 60 pale eoliche.

Quella che molti definiscono “speculazione eolica” non sta colpendo solo la regione umbra. Analoghi progetti sono in costruzione anche in Toscana (nel Mugello), e in Sardegna, e tutti sono stati contestati da cittadini, amministrazioni locali e associazioni ambientaliste. In Sardegna, nello specifico, è mesi che la popolazione lotta contro la speculazione delle multinazionali dell’eolico: nel mese di luglio, presso il porto di Oristano è iniziato un presidio permanente, in breve tempo oggetto di sgombero da parte delle forze dell’ordine. Precedentemente, nell’entroterra cagliaritano, alcuni cittadini hanno dato il via alla “Rivolta degli Ulivi”, una sollevazione popolare spontanea che risponde agli espropri coattivi dei terreni dei contadini (dove dovranno sorgere i parchi eolici) piantando ulivi e altre specie vegetali. Nel frattempo, è ufficialmente partita la raccolta firme per fermare i progetti di parchi eolici e fotovoltaici nell’isola in assenza di un adeguato piano energetico regionale, che in una manciata di giorni ha superato le 10.000 firme.

[di Dario Lucisano]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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