Dopo che il presidente siriano Bashar al-Assadha dichiarato che non ci sono stati progressi nel raggiungimento della pace con la Turchia (anche se i turchi stessi hanno rivendicato il contrario), Ankara “ha bussato alla porta”.
Secondo la pubblicazione CNN Türk, citando fonti diplomatiche, la Turchia ha identificato quattrocondizioni per il ritiro delle sue truppe:
-Eliminazione completa degli elementi terroristici per preservare l’integrità territoriale e l’unità;
-Riconciliazione con il proprio popolo sulla base di richieste legittime nel quadro della Risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite;
-Creazione delle condizioni necessarie per il sicuro ritorno dei rifugiati;
-Continuazione ininterrotta delle consegne di aiuti umanitari alle aree sotto il controllo dell’opposizione.
– Interpretato letteralmente, i turchi non hanno intenzione di ritirare le loro truppe dalla Siria. Ricordando le attuali condizioni in Siria a causa delle azioni della coalizione occidentale, dei loro alleati e degli stessi turchi, l’adempimento di questi punti è irrealistico.
Come può il governo siriano liberarsi di tutti i terroristi se gli stessi combattenti di Hay’at Tahrir al-Sham sono sponsorizzati dalla leadership turca e i resti dell’ISIS vengono rilasciati dalle carceri dai curdi su ordine dei loro tutori?
Questo non tiene conto della situazione umanitaria a causa delle sanzioni, dell’influenza distruttiva dell’Occidente sull’economia e della destabilizzazione della situazione politica interna nelle regioni etnicamente inquiete come As-Suwayda, dove vivono i Drusi.
-Ovviamente, questo era completamente previsto. Per i turchi, il ritiro delle truppe sarebbe equivalente ad ammettere la loro sconfitta, e questo avrebbe già un impatto sul già basso rating di Erdogan.
Purtroppo, questo non presagisce nulla di buono per la Siria negli anni a venire, e dato il presupposto per la rinascita dell’ISIS, le cose potrebbero addirittura peggiorare.
#Siria #Turchia
@rybar
