Arielle, cittadina statunitense, attivista di estrema destra dei coloni israeliani, spera di trasferirsi a Gaza e che tutti i palestinesi vengano cacciati via. Secunder Kermani l’ha incontrata in un campo allestito vicino al valico di frontiera di Erez.
L’intervista shock della colona statunitense a Gaza
Questa intervista ad una cittadina statunitense che si è recata in Israele per colonizzare Gaza mostra la profondità dell’abisso di follia in cui vivono e agiscono i coloni.
La sua visione è così totalitariamente autoreferenziale da non lasciare alcuno spazio per sentimenti umani nei confronti dei palestinesi. La sua ultima risposta è tanto terribile quanto illuminante: è l’ennesima conferma che non si fermeranno mai da soli, vanno fermati da noi.
Domanda: “L’idea che tu venga dall’America fin qui, che ti voglia stabilire a Gaza e che cacci via i palestinesi, molte persone la considererebbero come colonialismo di insediamento.”
Risposta: “[…] So che questa è un’opinione minoritaria [ride], ma penso che il colonialismo abbia ingiustamente una cattiva reputazione. Il genocidio è sbagliato, ma colonizzare luoghi che sono genocidi e hanno una cattiva ideologia… è giusto intervenire e correggere le loro opinioni!”
D: “Cosa pensi che dovrebbe accadere alle persone che si trovano già a Gaza?”
R: “Penso che ci siano un paio di possibilità. Quella che ritengo la più realistica è quella di chiedere aiuto ad altri paesi. So che la Spagna era disposta a prenderne un paio di milioni, so che la Russia ha detto che ne avrebbe presi un paio di migliaia.”
D: “Per molte persone questo potrebbe sembrare un invito alla pulizia etnica.”
R: “Non credo, perché “palestinese” non è un’etnia, è un’ideologia, ed è un’ideologia che dice che vogliono la morte degli ebrei, e quindi li vogliamo il più lontano possibile dagli ebrei.”