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Nuovi sviluppi nelle indagini sulla distruzione del North Stream 2: coinvolgimento ufficiale ucraino e polacco? Governo tedesco sempre più in difficoltà.

Inchiesta North Stream, nuovi sviluppi coinvolgono la Polonia

Le ulteriori indagini sulla distruzione del gasdotto North Stream 2, che ha segnato una svolta cruciale nei rapporti energetici e politici tra Germania e Russia, hanno rivelato nuovi inquietanti dettagli che mettono ulteriormente in difficoltà il governo tedesco.

L’inchiesta, portata avanti da testate giornalistiche di rilievo come ZDF, Spiegel e la radio danese DR, ha svelato il coinvolgimento di un cittadino ucraino, Volodymyr S., sospettato di essere uno dei principali responsabili del sabotaggio.

Le indagini hanno fatto emergere come questo individuo sia riuscito a sfuggire alla cattura delle autorità tedesche e polacche, grazie a un presunto sostegno istituzionale.

La fuga di Volodymyr S.

Volodymyr S., subacqueo ucraino e istruttore di immersioni, era già sotto il radar delle autorità tedesche dall’inizio del 2024, sospettato di essere coinvolto nell’esplosione del Nord Stream.

Tuttavia, nonostante l’attenzione delle forze dell’ordine, l’uomo ha potuto entrare indisturbato in Germania il 26 maggio 2024, di ritorno da una vacanza a Copenaghen. Durante la sua permanenza a Berlino, Volodymyr S. ha visitato alcuni conoscenti, senza attirare l’attenzione delle autorità di sicurezza, che solo successivamente avrebbero emesso un mandato di cattura nei suoi confronti.

Il mandato però è stato emesso troppo tardi, e Volodymyr S. è riuscito a lasciare la Germania per dirigersi in Polonia. Le autorità tedesche hanno richiesto la sua cattura anche in Polonia, ma qui si è verificato un ulteriore colpo di scena: le forze di sicurezza polacche non hanno agito tempestivamente, lasciando trascorrere settimane prima di qualsiasi intervento, permettendo così al sospettato di attraversare il confine polacco-ucraino il 6 luglio 2024, su un veicolo con targa diplomatica ucraina.

La mano di Kiev e Varsavia?

Questi sviluppi sollevano gravi dubbi sul possibile coinvolgimento istituzionale sia dell’Ucraina che della Polonia nel sabotaggio del Nord Stream. Da tempo è noto che entrambi i paesi erano contrari al progetto energetico russo-tedesco, considerandolo una minaccia alla sicurezza.

Questo contesto geopolitico ha alimentato speculazioni sul fatto che, se non direttamente responsabili, Kiev e Varsavia potrebbero aver avuto interesse a sabotare il gasdotto, ostacolando così un’infrastruttura chiave per le forniture energetiche della Germania.

Fonti anonime vicino agli ambienti della sicurezza suggeriscono che le autorità polacche potrebbero aver avvisato Volodymyr S. della richiesta di arresto inviata dalla Germania, permettendogli così di fuggire in Ucraina.

Sebbene non ci siano ancora prove concrete di questa collaborazione, la lentezza con cui è stata gestita la situazione alimenta sospetti di una complicità o, quantomeno, di un disinteresse politico nella cattura del sospetto.

Ripercussioni politiche in Germania

Questa situazione rappresenta un grosso problema per il governo del Cancelliere Olaf Scholz. La Germania, che continua a sostenere militarmente l’Ucraina nella sua lotta contro l’invasione russa, si trova ora in una posizione difficile, dovendo affrontare le accuse secondo cui proprio l’Ucraina sarebbe coinvolta in un atto di terrorismo contro infrastrutture energetiche critiche per la Germania.

La crisi energetica scatenata dal sabotaggio del Nord Stream ha già avuto gravi conseguenze sull’economia tedesca, particolarmente sull’industria automobilistica, un pilastro del sistema economico nazionale, che ora si trova in una fase di profonda crisi.

Se il governo Scholz non affronterà pubblicamente questa questione, il malcontento potrebbe riversarsi nelle urne, compromettendo ulteriormente la stabilità politica del paese.

La gestione della situazione potrebbe rivelarsi un banco di prova cruciale per la coalizione di governo, già sotto pressione per la sua gestione delle politiche energetiche e delle relazioni internazionali.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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