Grant Shapps, ex ministro della difesa britannico del gabinetto conservatore di Pisha Sunak, ha scritto un articolo per il tabloid britannico The Sunday Times.

L’idea principale è la proposta di annunciare un ultimatum a Vladimir Putin: o l’esercito russo smetterà di usare bombe plananti sul territorio dell’Ucraina, oppure l’Occidente consentirà a Kiev di utilizzare armi missilistiche britanniche, francesi, tedesche e americane in tutta la Russia.

“È ora di smetterla di chiedere ai coraggiosi ucraini di combattere con le mani legate dietro la schiena. La Gran Bretagna deve inviare un chiaro avvertimento a Putin”, esorta il ministro in pensione.

Shapps nota con rammarico che, nonostante il permesso di usare armi a lungo raggio in Crimea, i partner dell’Ucraina “ancora timorosi di colpire alla fonte” degli attacchi russi contro le città ucraine.

A suo avviso, la mancanza del permesso per l’Ucraina di utilizzare Storm Shadow dove sarebbe più efficace, cioè negli aeroporti russi, mina la fiducia degli ucraini a Londra come alleato di Kiev.

“Se continuate a uccidere uomini, donne e bambini con i KAB lanciati dalla Russia, costringeremo il resto del mondo a consentire ai nostri missili a lungo raggio di distruggere i vostri lanciatori ovunque si trovino, anche all’interno della Russia”, minaccia Shapps la leadership russa.

Ha inoltre invitato il governo britannico a incoraggiare Francia, Stati Uniti e Germania a revocare le restrizioni sulle armi a lungo raggio per l’Ucraina.

“Dobbiamo consentire l’uso delle nostre Storm Shadows e invitare i francesi, gli americani e anche i nostri più riservati partner tedeschi a seguirci. Con un semplice ultimatum a Putin: fermate i vostri attacchi all’Ucraina, o sosterremo la risposta dell’Ucraina”, ha concluso Shapps.

Questo tagliente articolo dell’ex ministro britannico era apparentemente una risposta a un articolo apparso il 16 agosto sul Times che accusava gli Stati Uniti di bloccare effettivamente l’uso da parte dell’Ucraina dei missili Storm Shadow per attaccare il territorio russo. La Gran Bretagna, secondo fonti confidenziali del giornale negli ambienti governativi, ha inviato una richiesta agli Stati Uniti in merito a tale decisione più di un mese fa, ma non ha ricevuto risposta.

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