1982 Lebanon War, file by Wikipedia Commons

Il Libano ha una lunga storia di violenze e instabilità che risale alla creazione dello stato di Israele nel 1948. Dal 1978 ad oggi, Israele ha invaso il Libano tre volte, scatenando ondate di conflitti che hanno lasciato cicatrici profonde nella regione. L’ascesa di Hezbollah è una diretta conseguenza della seconda invasione israeliana avvenuta nel 1982, segnando un nuovo capitolo nella complessa dinamica del Medio Oriente.

Libano, 1948: la nascita di Israele e il primo conflitto

Nel maggio del 1948, con la dichiarazione d’indipendenza di Israele, scoppiò una guerra con i vicini stati arabi, tra cui Egitto, Iraq, Giordania e Siria. Il Libano, seppur con un esercito di appena 1000 soldati, si unì formalmente al conflitto.

Questo scontro si concluse nel 1949 con la vittoria israeliana e l’occupazione di vasti territori palestinesi, evento conosciuto come Nakba o “catastrofe”, che portò migliaia di palestinesi a rifugiarsi in paesi vicini, incluso il Libano, specialmente nel sud.

Dall’Olp alla guerra civile

L’influenza palestinese in Libano crebbe notevolmente quando l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) trasferì il suo quartier generale dalla Giordania al Libano nel 1970. Guidata da Yasser Arafat, l’OLP intensificò la sua lotta armata per la causa palestinese, aumentando le tensioni lungo il confine con Israele.

Il Libano, un mosaico di comunità religiose e politiche, subì un cambiamento demografico significativo con l’arrivo di circa 400.000 palestinesi. Questo flusso alterò l’equilibrio precario del potere, che fino ad allora era dominato dalle élite cristiano-maronite.

Le tensioni culminarono in una guerra civile nel 1975 tra le forze musulmane sostenute dall’OLP e le milizie cristiane del nord. La Siria, guidata da Hafez al-Assad, intervenne militarmente nel 1976, schierandosi inizialmente con i cristiani per stabilizzare la situazione. L’occupazione siriana di alcune aree del Libano durò fino al 2005.

1978: prima invasione israeliana

Nel marzo del 1978, dopo che militanti palestinesi attaccarono civili israeliani a nord di Tel Aviv, l’esercito israeliano invase il Libano, penetrando fino a 20 chilometri dal confine. La reazione dell’ONU non tardò: il Consiglio di Sicurezza richiese il ritiro israeliano e creò la Forza di Interposizione delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL), che includeva truppe da vari paesi, tra cui l’Italia, e che opera ancora oggi.

Anche se Israele si ritirò entro la fine del 1978, lasciò dietro di sé una milizia cristiana alleata, l’Esercito del Libano del Sud (SLA), per mantenere il controllo dell’area. La guerra civile continuò, con Israele che sosteneva le fazioni cristiane attraverso finanziamenti e forniture di armi.

1982: seconda invasione e nascita di Hezbollah

Nel giugno 1982, un’escalation di violenze tra Israele e i gruppi palestinesi nel sud del Libano portò a una nuova invasione. Guidato dal generale Ariel Sharon, l’esercito israeliano lanciò l’operazione “Pace per la Galilea“, penetrando fino a Beirut, epicentro delle forze dell’OLP. L’assedio durò dal 14 giugno al 21 agosto 1982, causando un grande numero di vittime civili e catturando l’attenzione del mondo.

L’assedio terminò quando il presidente americano Ronald Reagan intervenne, forzando un cessate il fuoco e organizzando l’evacuazione dei militanti dell’OLP dal Libano verso altri paesi arabi e la Tunisia, che divenne la nuova base dell’OLP.

Nonostante il ritiro da Beirut, Israele mantenne una presenza nel sud del Libano fino al 2000, lungo la cosiddetta “Linea Blu” stabilita dall’ONU. Durante il ritiro, nel settembre del 1982, le milizie falangiste cristiane, sostenute da Israele, massacrarono migliaia di civili nei campi profughi di Sabra e Shatila, vendicando l’assassinio del presidente libanese Bashir Gemayel.

In risposta a queste aggressioni, l’Iran, da poco sotto il regime sciita post-rivoluzionario del 1979, iniziò a sostenere e armare giovani sciiti libanesi, portando alla formazione di Hezbollah, o “Partito di Dio”, che divenne una forza politica e militare di primo piano nella regione.

2006: conflitto con Hezbollah

Il 12 luglio 2006, in seguito a un attacco di Hezbollah in territorio israeliano, Israele lanciò un’offensiva su vasta scala contro il Libano, inclusa la capitale Beirut. L’operazione militare, che coinvolse bombardamenti e un’invasione terrestre, portò a oltre mille morti tra i civili libanesi. L’obiettivo dichiarato di Israele era indebolire Hezbollah, ma non fu raggiunto.

L’evoluzione del “Partito di Dio”

Negli anni, Hezbollah si è trasformato da milizia armata a importante forza politica in Libano, entrando a far parte di vari governi e assumendo un ruolo significativo nella società libanese grazie al sostegno finanziario e militare dell’Iran. L’organizzazione gestisce servizi sociali, educativi e sanitari, consolidando la sua influenza e continuando a rappresentare una sfida per la stabilità regionale.

La crisi di Gaza e l’attacco dei ‘cercapersone’

Le tensioni si sono ulteriormente intensificate con il conflitto nella Striscia di Gaza, dove Hezbollah ha lanciato razzi e droni verso Israele in solidarietà con i palestinesi. Israele ha risposto con attacchi sul territorio libanese, causando morti e sfollamenti tra la popolazione civile.

Si arriva così al terribile attacco terroristico israeliano contro il Libano e la Siria attraverso l’esplosione simultanea di migliaia di cercapersone, che sembra indicare la volontà di Netanyahu di chiudere i conti con Beirut. Tante le tessere del mosaico che si stanno incastrando, in queste ore, a completare lo scenario di un probabile assalto contro Hezbollah.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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