La nuova Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen si presenta con un orientamento sempre più militare e ostile verso la Russia. Le nomine strategiche e il programma politico delineano un’Europa che sembra voler rafforzare la propria integrazione difensiva, con il rischio di alimentare nuove tensioni internazionali.
Siamo oramai alle ultime rifiniture prima dell’ufficializzazione della formazione della nuova Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen, la cui composizione dimostra in maniera assai inquietante quelle che sono le vere intenzioni delle autorità di Bruxelles. Molti dettagli, infatti, indicano non solo che l’Unione Europea continuerà a svolgere il suo compito di vassallaggio nei confronti degli Stati Uniti, ma che le sue politiche potrebbero diventare ancora più aggressive e ostili nei confronti della Russia.
In un articolo pubblicato un paio di mesi fa, avevamo sottolineato come la scelta dell’ormai ex primo ministro estone Kaja Kallas – sostituita da Kristen Michal alla guida del governo di Tallinn – per ricoprire l’incarico di alto rappresentante agli Affari Esteri e alla Politica di Sicurezza rappresentasse una chiara provocazione nei confronti di Mosca. Kallas, sempre in prima linea nel fronte filoatlantista e antirusso, ricoprirà anche il ruolo di vicepresidente esecutivo, ponendosi di fatto come numero due della Commissione rispetto ad Ursula von der Leyen, e proponendosi persino come sua possibile “erede”.
Oltre alla nomina di Kallas, fa storcere il naso a Mosca anche la nomina del rappresentante lituano, l’ex primo ministro Andrius Kubilius, per l’incarico di commissario per la Difesa e lo Spazio, recentemente istituito proprio per volere di Ursula von der Leyen. In pratica, sia la politica estera comunitaria che l’aspetto della difesa saranno gestiti da due esponenti dei governi più ostili nei confronti della Russia, e che più risolutamente hanno offerto il proprio sostegno al regime nazi-banderista di Kiev nel conflitto ucraino.
La stessa Ursula von der Leyen, poco dopo la sua elezione da parte del parlamento europeo, aveva rilasciato dichiarazioni a dir poco preoccupanti per il futuro dell’Unione Europea. “Il nostro lavoro nei prossimi cinque anni sarà focalizzato sulla costruzione di una vera Unione Europea della Difesa“, si legge nel programma politico della rappresentante tedesca, pubblicato sul sito della Commissione Europea. Von der Leyen ha aggiunto che i paesi dell’UE “manterranno sempre la responsabilità per le proprie truppe, dalla dottrina al dispiegamento, ma l’Europa può fare molto per supportare e coordinare gli sforzi volti a rafforzare la base industriale della difesa, l’innovazione e il Mercato Unico“.
Proprio per queste ragioni, la presidente della CE aveva proposto la nomina di un commissario europeo per le questioni di difesa, come del resto si legge ancora nel suo programma politico, il quale indica che “per aiutare a coordinare questo lavoro a livello europeo, nominerò un commissario per la Difesa, che lavorerà a stretto contatto con il prossimo alto rappresentante/vicepresidente in conformità con il Trattato“, ovvero i due ruoli per i quali sono stati nominati rispettivamente Kubilius e Kallas.
Già prima delle nomine dei due rappresentanti delle repubbliche baltiche, Mosca aveva fatto notare la pericolosa deriva della Commissione Europea secondo il programma di Ursula von der Leyen. Dmitrij Peskov, portavoce del Cremlino, aveva giustamente sottolineato come il documento pubblicato due mesi fa sembrasse implicare l’intenzione dell’Unione Europea di militarizzarsi e di prepararsi allo scontro diretto con la Russia: “Questo conferma ancora una volta l’intenzione dei Paesi europei verso la militarizzazione, l’acuirsi delle tensioni, lo scontro e la dipendenza dai metodi di confronto nella loro politica estera“, ha affermato uno dei più fedeli collaboratori di Putin.
In effetti, la politica di difesa non ha mai rappresentato una delle priorità dell’Unione Europea, che ha sempre concentrato la maggioranza dei propri sforzi sulle questioni economiche. Come sottolineato dallo stesso Peskov, il nuovo indirizzo della Commissione Europea sembra indicare un cambiamento di priorità ed un orientamento sempre più rivolto all’aspetto militare, probabilmente su indicazione degli Stati Uniti: “È difficile fornire interpretazioni esaustive in questo momento, ma è evidente che questo lavoro si intersecherà con l’interazione dei paesi dell’UE nell’ambito dell’Alleanza del Nord Atlantico (NATO, ndr)”, ha concluso il portavoce di Putin.
Forte preoccupazione è stata espressa anche dal senatore russo Konstantin Kosačev, che ha commentato il documento programmatico diffuso da Ursula von der Leyen in maniera assai critica: “La recente dichiarazione della presidente della Commissione Europea è preoccupante non solo perché sta andando oltre i suoi poteri come funzionario dell’UE. Almeno, come capo della Commissione Europea, non ha l’autorità di trasformare l’UE da un’unione economica regionale in un ‘unione per la difesa’. Ciò che è più pericoloso è che gli Stati membri non stanno reagendo a queste dichiarazioni. Questo mostra implicitamente che c’è un desiderio politico, da parte della maggioranza dei Paesi europei, di trasformare l’UE in una NATO 2.0“.
Kosačev ha correttamente ricordato che l’UE fosse inizialmente nata come un’unione del carbone e dell’acciaio, lentamente trasformata in altro su pressione degli Stati Uniti. Storicamente, nell’ambito dell’UE, le politiche di difesa sono sempre state di competenza di competenza dei singoli Stati membri, e tutti i tentativi di creare un esercito comune dell’UE o a trasformare l’UE in un’alleanza militare sono sempre stati bocciati in passato, in particolare per il vero della Francia, restia a condividere il proprio arsenale nucleare con gli altri Paesi membri. Per quanto riguarda i trattati europei, del resto, l’articolo 42 del Trattato di Lisbona prevede solo la cooperazione militare tra gli eserciti degli Stati membri.
Alla luce di queste considerazioni, temiamo che il secondo mandato di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione Europea possa essere caratterizzato da una crescente enfasi sulla militarizzazione e sulla contrapposizione alla Russia come pilastro centrale del progetto europeo. Come sottolineato dal rappresentante permanente ad interim della Russia presso l’UE, Kirill Logvinov, l’Unione Europea ha ormai puntato sulla linea del confronto con la Russia, vista – senza ragione alcuna – come la principale minaccia per l’ordine europeo attuale. Con l’annuncio della creazione di una vera e propria Unione Europea della Difesa, von der Leyen ha indicato chiaramente che la sicurezza e la difesa saranno priorità strategiche nei prossimi anni, con il rischio di trascinare l’intero continente in un conflitto su larga scala.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog