Il regime neoliberista instaurato da Javier Milei in Argentina sembra aver inaugurato una nuova pratica: la brutale rerpessione dei pensionati. Come ogni mercoledì nell’ultimo mese, le forze di sicurezza hanno usato gas lacrimogeni, armi da fuoco con proiettili di gomma e manganelli per disperdere una nuova mobilitazione nei pressi del Congresso. Poche ore dopo la grigliata a Olivos (residenza presidenziale) con i deputati che hanno garantito il veto del presidente Javier Milei alla Legge sulla mobilità delle pensioni (aumenti bloccati), la violenza è tornata in azione davanti al Parlamento per la quarta settimana consecutiva.
Un gruppo di 200 uomini delle forze di sicurezza ha represso più di 600 pensionati che stavano marciando intorno al Congresso per chiedere un aumento d’emergenza, il ripristino dei loro salari e la restituzione del 100% di copertura dei farmaci da parte del PAMI e del resto dei servizi sociali tagliati dal fanatico neoliberista Milei. Mentre marciavano lungo l’Avenida Entre Ríos, la polizia ha iniziato l’operazione con spintoni e gas. Secondo la Comisión Provincial de la Memoria (CPM), almeno 10 persone sono state ferite, tra cui la deputata nazionale del Frente de Izquierda Vanina Biasi
“Ho 30 anni di militanza, sono stata gasata molte volte, ma non sono mai stata bruciata dal gas in questo modo. È impressionante come mi sta bruciando, sento un terribile bruciore sulla pelle”, ha affermato la deputata del Partido Obrero che è stata attaccata quando si è chinata per aiutare un uomo che giaceva in strada. Il presidente del Corpo di Evacuazione e Primo Soccorso (CEPA Argentina), Esteban Chalá, ha confermato a Página/12 di aver assistito una dozzina di persone colpite dallo spray al peperoncino, che sono state curate sul posto senza ricorrere agli ospedali. “C’erano persone di 80 anni che giacevano a terra a causa di un’operazione inopportuna e assurda”, ha aggiunto la deputata in un’intervista alla radio AM 750
La violenza di ogni mercoledì
Le marce del mercoledì non sono una novità, si svolgono dal settembre dell’anno scorso, quando c’erano circa 15 o 20 pensionati che chiedevano un reddito migliore, ma da quando La Libertad Avanza (partito di Milei) è salita al potere, il numero di pensionati è aumentato notevolmente a causa del deterioramento della loro qualità di vita. La novità è la costante repressione di questo gruppo vulnerabile da parte del Ministro della Sicurezza, Patricia Bullrich: questa è la quarta settimana in cui vengono aggrediti, con il brutale precedente di febbraio, quando furono anche picchiati durante la discussione della Legge fondamentale.
Rubén Cocurullo, 76 anni, era lì, come tutti i mercoledì. Tra uno spintone e l’altro, ha chiesto a una poliziotta, non più di 30 anni, perché fosse lì. “Quando tornerai a casa e i tuoi figli ti chiederanno cosa hai fatto al Congresso, cosa dirai loro, che hai represso una persona che avrebbe potuto essere il loro nonno?”, ha chiesto il presidente del gruppo Jubilados Insurgentes. La domanda retorica è stata accolta con un semplice cenno sotto il casco.
Cocurullo non ha paura, continuerà a protestare nonostante la repressione. “Questo mi fa arrabbiare sempre di più e mi fa venire voglia di scendere in strada. La mia paura è quella di morire di fame: come posso non lottare? Non posso stare a casa a guardare la televisione se non posso permettermi il cestino alimentare di base”, ha dichiarato al quotidiano Pagina|12
Un asado provocatorio
La mobilitazione di mercoledì arriva un giorno dopo un barbecue organizzato dal presidente per ringraziare i legislatori che hanno appoggiato il suo veto.
“Dov’è il barbecue per i pensionati?”, hanno chiesto in coro mercoledì pomeriggio durante la manifestazione.
L’indifferenza dei politici nei confronti di uno dei settori più vulnerabili della popolazione e più colpiti dalla grave crisi economica del Paese non è passata inosservata in Argentina. Ci sono stati subito messaggi di ripudio verso un gesto apparso a dir poco provocatorio.
Oggi il portavoce presidenziale, Manuel Adorni, recentemente promosso a capo della Segreteria per la Comunicazione e i Media, ha espresso il suo stupore per le reazioni. “Non capisco la mancanza di empatia”, ha dichiarato.