Dopo le elezioni in Sassonia e Turingia, il Brandeburgo ha rinnovato il parlamento regionale. La SPD di Dietmar Woidke ha ottenuto il 30,9%, confermandosi primo partito, mentre continua la crescita sia dell’estrema destra che del partito di Sahra Wagenknecht.

Dopo le elezioni tenutesi in Sassonia e Turingia a inizio mese, un altro Land tedesco, il Brandeburgo, ha chiamato i propri elettori alle urne il 22 settembre al fine di rinnovare il governo regionale. In carica dal 2013, il ministro presidente Dietmar Woidke andava alla ricerca di un terzo mandato consecutivo, in una delle principali roccaforti della SPD (Sozialdemokratische Partei Deutschlands).

Rispetto a quando avvenuto in Sassonia e Turingia, i socialdemocratici sono riusciti a tenere il colpo, confermandosi come la prima forza politica regionale con il 30,9% delle preferenze. Questo significa che Woidke dovrebbe riuscire a mantenere le redini dell’esecutivo, anche se sarà necessaria la formazione di una coalizione, visto che la SPD disporrà di 32 seggi sugli 88 che compongono l’emiciclo di Potsdam.

Secondo gli analisti, la SPD deve il suo successo ai timori di molti elettori rispetto ad una possibile vittoria del partito di estrema destra Alternativa per la Germania (Alternative für DeutschlandAfD) che, dopo aver ottenuto uno storico successo in Turingia, si candidava come principale sfidante dei socialdemocratici. Questo ha permesso di far registrare un elevata partecipazione popolare (72,9% degli aventi diritto), con un aumento di ben undici punti percentuali rispetto a cinque anni fa. In questo modo, gli elettori hanno frenato l’ascesa di AfD, che ha comunque ottenuto uno storico secondo posto in una “roccaforte rossa” con il 23,5% delle preferenze e 30 e deputati eletti.

Dopo aver ottenuto il terzo posto sia in Sassonia che in Turingia, BSW (Bündnis Sahra Wagenknecht – Vernunft und Gerechtigkeit), il nuovo partito di sinistra di Sahra Wagenknecht, ha confermato la sua ascesa anche in Brandeburgo, ottenendo il 13,5% delle preferenze ed eleggendo 14 rappresentanti. All’ottimo risultato di BSW corrisponde invece la dura sconfitta di Die Linke, che perde tutti i suoi dieci seggi ed esce mestamente dal Landtag con appena il 3% dei consensi.

Dura sconfitta anche per gli ecologisti della lista Bündnis 90/Die Grünen, che a sua volta non supera lo sbarramento, mentre limita i danni la CDU (Christlich Demokratische Union Deutschlands), quarta forza per numero di elettori con il 12,1% delle preferenze e dodici scranni conquistati, tre in meno rispetto alla precedente legislatura. Questo significa che un’alleanza SPD-CDU non permetterebbe il raggiungimento della maggioranza assoluta nell’emiciclo di Potsdam, ponendo BSW in una posizione particolarmente rilevante nelle trattative per la formazione del prossimo governo regionale.

Dal punto di vista matematico, una coalizione a due SPD-CDU raggiungerebbe i 44 voti su 88, e dovrebbe dunque quanto meno puntare sulle astensioni di BSW. Al contrario, un’alleanza SPD-BSW avrebbe la maggioranza per governare, una soluzione che potrebbe essere propiziata dai trascorsi del leader regionale della lista Wagenknecht, Robert Crumbach, che in passato apparteneva proprio ai socialdemocratici. Crumbach è stato infatti membro della SPD per 40 anni e ha lavorato come giurista nel ministero del Lavoro e degli Affari Sociali del Brandeburgo, motivo per il quale Woidke non ha escluso un accordo con BSW.

Per quanto riguarda AfD, invece, come in Sassonia e Turingia le altre forze politiche non sembrano essere disposte ad includerla nelle trattative. Nonostante nessun partito a Potsdam intenda collaborare con AfD, il leader regionale Hans-Christoph Berndt ha dichiarato che, dopo le elezioni, offrirà colloqui a tutte le altre forze presenti in parlamento. Tuttavia, molti analisti concordano sul fatto che questa sorta di conventio ad excludendum nei confronti dell’estrema destra tedesca starebbe avvantaggiando proprio AfD, che in questo modo può portare avanti la sua retorica di opposizione che ha molta presa sull’elettorato.

Allo stesso tempo, questa situazione avvantaggia anche BSW, che si ritrova ad essere l’ago della bilancia per la formazione dei nuovi governi regionali. Il partito di Sahra Wagenknecht sta infatti ottenendo un enorme successo mediatico, indipendentemente dal fatto che il BSW entri o meno nel governo: finché le altre forze politiche manterranno il proprio ostracismo contro AfD, sarà quasi impossibile prescindere dal Bündnis Sahra Wagenknecht.

Dal punto di vista del governo federale di Olaf Scholz, il fatto che la SPD abbia mantenuto la sua posizione di primo partito in Brandeburgo, nonostante la forte concorrenza dell’AfD, offre una boccata d’ossigeno a Berlino. Allo stesso tempo, l’ascesa di BSW rappresenta un segnale di frustrazione nei confronti dell’attuale sinistra moderata, una dinamica che potrebbe riflettersi anche nelle future elezioni federali.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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