Michele Berti

Il Parlamento Europeo ha votato la risoluzione per rinnovare l’impegno finanziario e militare nei confronti di Kiev e, nel punto 8 del dispositivo, per eliminare le ultime restrizioni che impedivano all’Ucraina di colpire in profondità la Federazione Russa con armi e sistemi d’arma NATO a lunga gittata.

Un voto per l’escalation, un voto per la guerra. Chi nega questo mente sapendo di mentire.

Se ancora ce n’era bisogno, ecco servite su un piatto d’argento le prove della follia, della pazzia di una classe dirigente imbelle che sta trascinando, in un turbine di menzogne, milioni di persone in un conflitto mondiale potenzialmente atomico.

Gli amici americani, che ci occupano militarmente fin dal 1945, comandano: gli europei eseguono. E se qualche Paese la guerra non la vuol fare, si fa votare il Parlamento Europeo dove una bella maggioranza di falchi, pare non manchi mai.

L’Unione europea, mostro senz’anima, si prostra agli interessi USA e abdica al ruolo di mediatore, di soggetto promotore di pace. Di più, sacrifica la propria industria, il proprio sistema industriale sull’altare della guerra per procura statunitense in Ucraina. I più attenti che hanno seguito le vicende tedesche negli stabilimenti Audi e Volkswagen sanno che la crisi tedesca è strutturale e profonda. Sanno che senza il gas russo il sistema industriale tedesco sarà nei prossimi mesi a rischio implosione cosa che dovrebbe preoccuparci visto la quantità di aziende del Nord che lavorano da terzisti per le aziende tedesche dell’automotive.

La politica estera impatta a gamba tesa sull’economia dei Paesi UE, impoverendoci e facendoci togliere risorse da scuola e sanità per costruire armi. I nostri politici si schiacciano gli elmetti lindi in testa e proseguono in fila indiana, imperterriti verso il baratro. Più armi, più sanzioni, più costi energetici, meno industrie e più lavoratori a casa.

I nomi di quei parlamentari europei, che una esigua minoranza di cittadini ha votato, ricordiamoceli perché è facile che passino alla storia. Segniamoci i nomi di Rackete, i Bonaccini, i Zan, i Zingaretti, le Picerno, i Crosetto, imprimiamoli nella nostra mente, soprattutto per essere attrezzati quando ci verranno a parlare di pace.

Se fino ad ora facevamo fatica ad immaginare, o avevamo dimenticato, come fu possibile nel 1914 e nel 1939 trascinare milioni di persone in un conflitto mondiale, non preoccupiamoci abbiamo tutto il tempo per ripassare. Lo stiamo rivivendo in diretta.

Sia maledetta la guerra e chi la vota

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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