Nonostante il 29% all’Afd il risultato elettorale del Brandeburgo conferma una tendenza già espressa nel secondo turno delle elezioni legislative francesi: di fronte al pericolo diretto dell’estrema destra si verifica una mobilitazione “contro” dell’elettorato progressista: nel caso del Land orientale la partecipazione al voto è salita dal 67% al 74% ed è stato questo il dato che probabilmente ha consentito all’SPD di mantenere la maggioranza relativa. La debolezza di identità della sinistra tedesca ha poi permesso il convogliamento di una quota importante di voti sulla lista di “sinistra conservatrice” (copyright della fondatrice) della BSW ma questo è un punto che meriterebbe un’analisi approfondita in luogo di questa annotazione semplicisticamente scheletrica.

In Italia stiamo verificando in positivo una forte mobilitazione su temi delicati: la raccolta di firme per il referendum sull’autonomia differenziata e sulla cittadinanza, la protesta diffusa verso il davvero orrendo DDL sicurezza, la ripresa di autonomia e di iniziativa dei sindacati sui temi economici, la nutrita presenza alla Perugia – Assisi pur in un quadro di forte difficoltà di espressione per una posizione chiaramente a favore della pace (non certo per responsabilità dei soggetti presenti a Perugia). Tema della pace assolutamente fondamentale in questo momento di altissima tensione.

Una situazione che si potrebbe definire con vista su qualche spiraglio dopo anni di buio e di cedimento all’antipolitica (in Italia) e al populismo – sovranismo (in Italia e in Europa: anche se permangono insistenti i due fenomeni intrecciati).

Lo stridore delle contraddizioni operanti sul corpo vivo della società portano ad un confronto diretto destra/sinistra nella crisi profonda di quella che è stata definita “democrazia liberale”.

Così si fa soprattutto notare l’assenza di una soggettività politica coerentemente alternativa provvista di un progetto a livello sistemico, sia sul piano interno sia sul terreno europeo (come hanno anche dimostrato le più recenti votazioni al Parlamento di Strasburgo sulla presidenza della Commissione e sulle finalità di utilizzo delle armi fornite a paesi in guerra).

Una soggettività politica capace di elaborare il tema dell’uguaglianza sociale e di un nuovo equilibrio internazionale declinato in una identità socialista capace di richiamarsi alla complessità delle nuove faglie tecnologiche, politiche, sociali.

Spiragli? Si intravvedono ma serve subito una discussione posta al di fuori da un quadro provinciale di mera sopravvivenza e di tamponamento via via nella logica di “riduzione del danno”.

Di Franco Astengo

Lunga militanza politico-giornalistica ha collaborato con il Manifesto, l'Unità, il Secolo XIX,. Ha lavorato per molti anni al Comune di Savona occupandosi di statistiche elettorali e successivamente ha collaborato con la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Genova tenendo lezioni nei corsi di "Partiti politici e gruppi di Pressione", "Sistema politico italiano", "Potere locale", "Politiche pubbliche dell'Unione Europea".

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