Sayyed Hassan Nasrallah, Segretario generale del Movimento di Resistenza libanese, Hezbollah, ucciso ieri sera, all’età di 64 anni, in un attacco israeliano sulla città di Beirut lascerà una traccia indelebile dal punto di vista, politico militare, soprattutto nella lotta al colonialismo nel mondo arabo e nell’Asia occidentale.
Con Nasrallah, Hezbollah non è stato solo un partito, ma un vero e proprio Stato nello Stato per la sua organizzazione politico-militare e la sua struttura economica.
Gli inizi della carriera politica
Nasrallah si interessò alla religione fin da giovane, ebbe come figura ispiratrice Sayyed Musa Sadr, un imam di origine libanese nato in Iran, che nella primavera del 1974 fondò il Movimento Amal, come risposta alle istanze sia della comunità sciita del Libano, all’epoca emarginata, che per migliorare le condizioni nel Libano orientale e meridionale.
Con lo scoppio nell’aprile del 1975 della guerra civile in Libano, Sadr fondò le Brigate di resistenza libanesi, braccio armato di Amal, a protezione del il Libano meridionale dalle incursioni israeliane.
Nasrallah si unì ad Amal. Con l’intensificarsi della guerra civile, la sua famiglia si trasferì dalla parte orientale di Beirut, prevalentemente cristiana, al villaggio di Bazourieh a Tiro.
Nel dicembre 1976, Nasrallah partì per Najaf in Iraq per studiare presso il seminario religioso della città (hawzah), che sosteneva un ruolo più attivo per gli studiosi religiosi sciiti. Lì, incontrò lo studioso libanese Sayyed Abbas Mussawi, compagno di studi di Sayyed Mohammad Baqer Sadr, un cugino di Musa Sadr.
All’inizio del 1978, la repressione del Baath iracheno contro gli sciiti costrinse Nasrallah e Mussawi a tornare in Libano. Mussawi fondò un seminario religioso a Baalbeck, dove Nasrallah continuò a studiare.
L’anno successivo, Nasrallah e Mussawi, ormai funzionario di Amal, appoggiarono l’imam iraniano Ruhollah Khomeini, fondatore e ispiratore della Repubblica islamica dell’Iran.
La nascita di Hezbollah
Con l’invasione del Libano ad opera di Israele nel luglio del 1982 che durò 10 settimane, culminata con l’occupazione di Beirut a settembre, Amal si unìo al ‘Comitato unificato per la salvezza nazionale’, promosso dal presidente libanese Elias Sarkis, di cui facevano parte il leader di Amal, Nabih Berri, e il leader della milizia delle Forze libanesi, Bashir Gemayel, principale alleato cristiano di Israele in Libano.
Mussawi e Nasrallah uscirono dal Movimento. Infatti, accusarono Amal di tradimento per essersi unita al comitato. Per loro la resistenza armata era l’unica risposta.
Sostenuti da dall’Iran e dalla Siria, fondarono Hezbollah nell’estate del 1982, seguendo la dottrina sciita di Khomeini del velayat-e faqih (conosciuta in arabo come wilayat al-faqih), secondo cui il leader supremo dell’Iran ha autorità religiosa e politica su tutti i musulmani, non solo sugli iraniani.
Gli scontri con Israele
Hezbollah si adoperò per lanciare nell’immediato la guerriglia per cacciare Israele dal Libano, considerata preludio alla liberazione della Palestina storica, compreso lo stato di Israele.
Oltre ad attaccare le truppe e gli avamposti israeliani, Hezbollah organizzò anche attentati suicidi, tra cui uno contro un quartier generale militare israeliano nella città meridionale di Tiro nel novembre 1982, in cui persero la vita almeno 75 israeliani.
La Forza multinazionale in Libano, un gruppo di mantenimento della pace che includeva truppe degli Stati Uniti, del Regno Unito e della Francia, dell’Italia fu istituita e incaricata di supervisionare il ritiro dell’OLP da Beirut e in seguito di sostenere Gemayel. Ma alla fine finì per combattere contro l’opposizione delle comunità druse, sunnite e sciite.
Seguirono altri attacchi. Tra questi, il bombardamento dell’ambasciata statunitense in Libano nell’aprile 1983, che uccise almeno 17 americani e più di 30 libanesi; un attacco simile all’ambasciata trasferita nel settembre 1984, rimasero uccise più di 20 persone, per lo più non americane. Oltre agli attacchi del 23 ottobre 1983 alla caserma dei Marines statunitensi e all’avamposto dei paracadutisti francesi a Beirut, dove rimasero ucci 300 soldati e altro personale di entrambi i paesi. Hezbollah, che fu accusato, negò il coinvolgimento ma affermò di sostenere le uccisioni.
Nasrallah, leader di Hezbollah
Il cammino verso la leadership di Nasrallah cominciò nel 1985, nominato capo del consiglio esecutivo di Hezbollah e membro del suo consiglio della shura. Numerose volte si recò in Iran per consultarsi e ricevere aggiornamenti sulla guerra in corso tra Iran e Iraq.
Tra l’altro la sua conoscenza del persiano favoriva la vicinanza, con raccontò in seguito, favorì la conoscenza diretta con Khomeini.
Nel febbraio 1992 Mussawi, segretario generale di Hezbollah, sua moglie e il figlio furono assassinati in un attacco aereo israeliano.
Parlando al suo funerale, Nasrallah annunciò: “Continueremo su questa strada… anche se saremo martirizzati, tutti noi e le nostre case demolite sopra le nostre teste, non abbandoneremo la scelta della Resistenza Islamica”.
Nasrallah prese il controllo di Hezbollah e, ??sotto la sua guida, ci fu un’evoluzione militare del Movimento che si dotò di razzi a lungo raggio, che gli consentirono di colpire più aree nel nord di Israele.
Nasrallah ha sempre sostenuto che una repubblica islamica sarebbe stata la soluzione migliore per il Libano, ma Hezbollah non avrebbe mai proposto questa opzione in Libano senza il sostegno della maggioranza dei libanesi.
Durante l’estate del 1992, formò una lista candidati per le prime elezioni parlamentari post-guerra civile. Hezbollah ottenne 12 seggi. Da allora ha partecipato a tutte le elezioni parlamentari.
Tra tutti i gruppi armati che si sono opposti a Israele, Hezbollah è quello che ha creato maggiori difficoltà alle forze armate israeliane.
Dalla fondazione di Hezbollah nel 1982, non c’è stato anno in cui non si siano verificati scontri a fuoco o lanci di razzi tra le due parti.
A metà degli anni Novanta, Hezbollah espanse le operazioni militari nella zona occupata da Israele, impantanando Israele in una guerriglia impossibile da vincere e sostenendo che lo stava facendo per recuperare la regione e “consentire ai suoi sfollati di tornare nelle loro case”.
Nel maggio 2000, Israele si ritirò unilateralmente dal Libano meridionale, la prima volta che pose fine all’occupazione di un territorio arabo senza un trattato o un accordo di sicurezza. La mossa convalidò la tesi sostenuta da tempo da Nasrallah secondo cui solo la resistenza armata avrebbe potuto recuperare la terra araba.
Nel luglio 2006, Israele lanciò un’incursione in Libano dopo che Hezbollah catturò due soldati israeliani in un attacco transfrontaliero. Hezbollah disse che i rapimenti servivano a ottenere una leva per il rilascio dei prigionieri libanesi in Israele.
Gli scambi transfrontalieri si intensificarono, mentre Hezbollah lanciava più di 4.000 razzi sul nord di Israele. Alla fine della guerra di 33 giorni, più di 1.200 libanesi e 160 israeliani rimasero uccisi, e la reputazione di Hezbollah ne fu ulteriormente rafforzata.
Il conflitto si concluse il 14 agosto con la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che stabilì che una Forza provvisoria delle Nazioni Unite rafforzata, insieme a unità dell’esercito libanese, sarebbe stata l’unica responsabile della sicurezza nella regione di confine meridionale.
La popolarità di Nasrallah salì alle stelle, ma le sue apparizioni pubbliche diventarono più rare, nel timore di un assassinio da parte di Israele. La maggior parte dei suoi discorsi negli anni sono stati trasmessi in video da una località non divulgata.
Hezbollah e Nasrallah nella guerra di Israele contro Gaza nel 2023
L’assassinio di Nasrallah è direttamente collegato a 7 ottobre 2023, quando Hamas e altri gruppi palestinesi con sede a Gaza hanno lanciato un attacco a sorpresa contro Israele. Quel giorno è proseguito a passo più sostenuto di quello iniziato nel 1948 con la Nakba, il genocidio di Israele contro i palestinesi che finora ha prodotto quasi 42.000 morti, per la maggior parte donne e bambini.
In un discorso del 3 novembre 2023, Nasrallah ha elogiato l’attacco guidato da Hamas, noto come Al-Aqsa Flood, definendolo “un atto eroico, coraggioso, creativo, perfettamente eseguito e grandioso a cui tutti dovrebbero elevare il loro plauso”.
Inoltre, sostenne che l’attacco aveva messo in luce la debolezza e la vulnerabilità di Israele, ma ha sottolineato che né Hezbollah né alcun altro gruppo membro dell’Asse della Resistenza erano a conoscenza in anticipo dell’attacco.
L’8 ottobre, Hezbollah ha iniziato a sparare razzi e missili sulle postazioni israeliane lungo i 120 km di confine tra Libano e Israele per dimostrate la fattiva solidarietà ai palestinesi. Gli scontri si sono acuiti, con i recenti attacchi aerei implacabili e crudeli di Israele che hanno ucciso più di 700 libanesi compresi i vertici militari di Hezbollah e lo stesso Nasrallah.
L’eredità di Nasrallah
Sotto la guida di Nasrallah e di Hezbollah, il Libano moderno è stato in grado di difendersi militarmente da Israele, soprattutto nel sud.
Hezbollah è diventato uno dei partiti più potenti dell’Islam politico moderno, con alleati in Siria, Iraq, Yemen, Iran e Palestina.
Hezbollah è stato coinvolto nelle guerre regionali, in particolare in Siria, risultando determinate con il suo intervento per la riscossa di Damasco nel 2013, con la liberazione del valico di Al Qusayr tra Siria e Libano, che diede un colpo alle mire delle milizie fondamentaliste appoggiate dall’occidente e dalle Monarchie del Golfo.
Tra il 2014 e il 2016 quando l’ISIS dilagava, Hezbollah, in Libano, visto la debolezza dell’esercito libanese, ha impedito a questo gruppo terroristico di avere accesso nel Mar Mediterraneo.
Chi succederà a Nasrallah come leader di Hezbollah?
Un eventuale successore di Nasrallah potrebbe essere Sayyed Hashem Safieddine, capo del consiglio esecutivo di Hezbollah.
A questo proposito, e al di là dei nomi, è interessante la considerazione fatta per al Jazeera dall’analista, Hala Jaber, autrice di Hezbollah: Born with a Vengeance, ed ex corrispondente del Sunday Times.
“Ci sarà dolore, tristezza, vuoto, perché questo leader è stato in cammino con il suo popolo per 32 anni”, ha spiegato Jaber.
“C’è una generazione che è cresciuta con lui… lo hanno ascoltato, lo hanno sostenuto. Ha dato loro speranza, ha dato loro una voce, ha dato loro forza, ha dato loro la libertà da un’occupazione”, precisando che “Hezbollah non si basa su un solo uomo, e l’assassinio di un uomo non pone fine alla resistenza.”
“Israele crede che uccidendo Nasrallah, i suoi colleghi e altri comandanti, abbia posto fine a questa organizzazione. Ma la storia e i precedenti ci hanno dimostrato che quando un leader se ne va, ne subentra un altro”, ha ricordato Jaber.
Non solo, per l’analista la nuova leadership è di solito “più feroce, più determinata e più feroce”, ricordando che questo è ciò che è accaduto quando il precedente leader di Hezbollah [Abbas] al-Musawi e Nasrallah ha preso il comando.
“L’ha guidato, l’ha riformato, l’ha fatto maturare e l’ha portato al punto in cui si trova oggi, un’organizzazione formidabile”, ha concluso