Alexandro Sabett

Lo Stato di diritto, le regole internazioni, l’ordine costituito: le parole d’ordine del mondo Occidentale, ineccepibili formalmente, basi solide per una società auspicabile. Peccato però che siano solo un codice utilizzato per coprire vessazionie del tutto arbitrarie e chi le invoca continuamente sia il primo a violarle costantemente.

L’Occidente del diritto di uccidere

Il leader libanese Nasrallah è stato ucciso in uno dei recenti bombardamenti ordinati da Israele e la sua fine è stata accolta con soddisfazione, oltre che dalla leadership americana, anche dai nostri media. Come lui sono stati uccisi diversi leader di Hamas attraverso la pratica dell’omicidio politico.

Questa modalità, ampiamente contestata dal punto di vista del diritto internazionale, è stata messa in atto da Stati Uniti e Israele in numerose occasioni, mirando a figure di rilievo come GheddafiBin LadenSaddam Hussein.

La giustificazione offerta dai governi coinvolti è quella della necessità di eliminare minacce immediate, ma le implicazioni legali e morali sono tutt’altro che così banali.

L’uccisione di Gheddafi

Muammar Gheddafi, leader della Libia per oltre quattro decenni, è stato ucciso nel 2011 durante la guerra civile libica, in seguito a un’operazione militare appoggiata dalla NATO, sotto la leadership degli Stati Uniti e di alcune potenze europee.

L’intervento contro Gheddafi è stato giustificato come una misura per proteggere i civili dalle violenze del regime, ma la sua uccisione brutale da parte delle forze ribelli ha lasciato il Paese in una situazione di caos, che persiste ancora oggi.

Le immagini del cadavere dell’ex leader libico, oltraggiato dalle milizie filo occidentali che l’avevano spodestato, sono state un epitaffio alla retorica del “diritto internazionale”.

L’eliminazione di Nasrallah

Il caso di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, organizzazione politico-militare libanese considerata terroristica da molti Paesi, inclusi Stati Uniti e Israele, rientra in questo schema. I bombardamenti israeliani che hanno portato alla sua morte, rappresentando un ennesimo caso di omicidio politico.

La giustificazione data da Israele è quella di eliminare un nemico pericoloso per la sicurezza nazionale, ma tale atto è avvenuto al di fuori di qualsiasi quadro legale, senza un processo e senza rispettare i principi del diritto internazionale.

Senza considerare le modalità stragiste dell’operazione: sganciare ottanta bombe ad alto potenziale in un’area abitata, provocando la morte di almeno 300 civili, è più unc rimine di guerra che un successo dell’inteligence.

Osama Bin Laden e la fine senza processo

L’uccisione di Osama Bin Laden nel 2011 durante un raid statunitense in Pakistan è forse uno degli esempi più noti di questo tipo di operazioni. Bin Laden, leader di Al-Qaeda e mente dietro gli attacchi dell’11 settembre 2001, era considerato il nemico numero uno degli Stati Uniti.

Sebbene la sua morte sia stata celebrata da molti come un colpo decisivo al terrorismo internazionale, la mancanza di un processo, la negazione di una sepoltura ufficiale, con l’occultamento del cadavere, ha suscitato perplessità su come l’Occidente, promotore (autodefinitosi) dei diritti umani e della giustizia, abbia scelto la via dell’eliminazione diretta invece di quella legale.

Saddam Hussein: l’eccezione che conferma la regola

Un caso parzialmente diverso è quello di Saddam Hussein, catturato dagli Stati Uniti nel 2003 dopo l’invasione dell’Iraq. Anche se Hussein fu processato e giustiziato, la legittimità del processo fu ampiamente contestata.

Un tribunale farsa, nessuna possibilità di difesa da parte di soggetti internazionali terzi, un’esecuzione filmata tra aguzzini che insultavano e schernivano l’ex dittatore, non sono stati un biglietto morale spendibile per i fautori del “diritto”.

L’invasione stessa dell’Iraq, giustificata con la presunta presenza di armi di distruzione di massa mai trovate, e le scuse postume di uno dei promotori della guerra d’invasione, l’ex premier britannico Tony Blair, come se si trattasse di una banale marachella, hanno potuto contare su una narrazione bonaria dei media e dei governi occidentali, che ne hanno sostanzialmente depotenziato l’impatto negativo. Ma sono tutti elementi sedimentati della memoria dei popoli del “sud del mondo”, sempre più ostili verso le democrazie atlantiche.

L’Occidente e la contraddizione tra diritti e violenza

Questi casi sollevano una contraddizione intrinseca tra i valori di cui l’Occidente si proclama difensore e le azioni concrete che compie in nome della sicurezza. La narrativa dominante spesso dipinge questi leader come “mostri”, legittimando di fatto la loro eliminazione senza processo. Ma la loro morte non ha portato a cambiamenti politici sostanziali. La morte di Bin Laden non ha posto fine alla presenza di Al-Qaeda o dei Talebani, quella di Saddam Hussein non ha trasformato l’Iraq in una democrazia stabile, e le uccisioni dei leader di Hamas non hanno eliminato la resistenza palestinese contro Israele.

Israele ha utilizzato la violenza e la detenzione senza processo per spegnere ogni forma di resistenza palestinese. Simili pratiche sono state adottate dagli Stati Uniti a Guantanamo, dove i diritti umani dei detenuti sono stati sistematicamente violati.

La legittimazione di tali atti da parte dell’opinione pubblica e dei media, spesso basata sulla costruzione di una narrazione che demonizza i leader eliminati, è sintomatica di una pericolosa erosione dei principi su cui si fonda lo Stato di diritto

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: