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L’Unione Europea, un tempo considerata un baluardo di stabilità, prosperità e cooperazione, sembra oggi attraversare una fase critica che potrebbe portare alla sua disgregazione.

Sebbene il processo non sia inesorabile, gli eventi recenti mostrano una frammentazione politica e culturale che rischia di erodere l’unità tra gli Stati membri.

Diversi fattori contribuiscono a questa situazione, e comprendere la loro portata è essenziale per valutare le prospettive future dell’Unione.

Unione Europea, lo spostamento dell’asse politico ad Est

Negli ultimi anni, le principali cariche istituzionali dell’UE sono passate nelle mani di rappresentanti dei paesi dell’Europa dell’Est, modificando l’equilibrio geopolitico all’interno dell’Unione. Questi paesi, con storie e interessi molto diversi rispetto ai membri dell’Europa occidentale, hanno una relazione complessa con la Russia.

Mentre in passato la retorica europea si concentrava sull’integrazione e la cooperazione, oggi questi Stati dell’Est sembrano più focalizzati su una politica di contrapposizione alla Russia, in particolare dopo l’invasione dell’Ucraina.

Questo cambiamento ha generato tensioni tra le nazioni dell’Europa occidentale, che vedono i paesi dell’Est come troppo subordinati agli Stati Uniti.

Il ruolo della Polonia è emblematico: la sua crescente potenza militare, sostenuta da ingenti finanziamenti europei e acquisti di armamenti statunitensi, crea un’ulteriore frattura interna, con paesi come Francia e Germania che iniziano a mettere in discussione le priorità dell’Unione.

Le disparità economiche e il malcontento in Europa occidentale

La crisi economica generata dalla guerra in Ucraina e dalla pandemia ha esacerbato le tensioni all’interno dell’UE. I paesi dell’Europa occidentale, tra cui Francia, Germania e Italia, sono stati invitati a fare sacrifici economici, mentre ingenti fondi europei continuano a essere destinati all’Ucraina e agli Stati dell’Est.

Questa percezione di iniquità sta alimentando il malcontento, con i cittadini che si chiedono perché il loro benessere debba essere sacrificato a favore di politiche percepite come imposte dall’esterno.

In Germania, in particolare, il sabotaggio del gasdotto Nord Stream – attribuito da alcuni alla Polonia e all’Ucraina – ha acuito le tensioni. Il popolo tedesco inizia a percepire queste azioni come un attacco diretto alla propria economia, con ripercussioni politiche interne evidenti.

L’ascesa di partiti come l’AfD in Germania e le forze di destra in Austria, che si oppongono alla guerra e alle sanzioni contro la Russia, evidenzia il crescente scetticismo verso l’attuale leadership europea.

Le frizioni tra Polonia e Ucraina

Le relazioni tra Polonia e Ucraina, due paesi chiave nella risposta dell’UE alla crisi russo-ucraina, sono tutt’altro che armoniose. Lo scontro sul riconoscimento dei crimini di Volinia e il contenzioso sull’agricoltura – con i prodotti ucraini che danneggiano quelli polacchi – stanno creando fratture profonde. Questi conflitti interni, se non risolti, rischiano di minare ulteriormente l’unità dell’Unione.

Le tensioni energetiche: il caso della Norvegia

La decisione della Norvegia di rivedere il contratto per la fornitura di idrogeno blu alla Germania è un altro segnale di come l’Europa stia diventando sempre più frammentata.

L’idrogeno blu rappresenta un’opportunità per decarbonizzare l’economia europea, ma le difficoltà nel garantire approvvigionamenti stabili lasciano intravedere un futuro incerto per la Germania, già duramente colpita dalla fine delle forniture di gas russo. Un eventuale crollo dell’economia tedesca avrebbe conseguenze disastrose anche per l’industria del Nord Italia, con ripercussioni che si faranno sentire nei prossimi anni.

Il ruolo dell’Italia e dei gruppi finanziari americani

In questo contesto di crisi, l’Italia di Giorgia Meloni si trova in una posizione delicata. Il governo italiano sembra pronto a favorire l’ingresso di grandi gruppi finanziari americani nelle sue banche, favorendo operazioni aggressive che potrebbero mettere a rischio la sovranità economica del Paese e dell’Europa nel suo complesso.

L’Italia rischia di diventare un punto di attacco per il capitale finanziario statunitense, come dimostrano le operazioni su Commerzbank, mal viste dal cancelliere tedesco Scholz.

La retorica europeista in crisi

Nonostante le dichiarazioni di facciata sull’unità europea, la realtà è ben diversa. Le tensioni tra gli Stati membri sono sempre più evidenti, e l’incapacità della Commissione Europea di gestire le crisi in modo equilibrato sta portando a un allontanamento progressivo tra i vari paesi. La Francia, in particolare, sta vivendo una fase di declino economico e sociale che potrebbe accelerare il processo di disgregazione dell’Unione.

Il futuro dell’Europa

Se la disgregazione dell’Unione Europea proseguirà, le conseguenze potrebbero essere devastanti. L’Europa sta progressivamente perdendo il suo status di potenza competitiva, e la guerra in Ucraina sta ulteriormente danneggiando il sistema economico continentale.

La marginalizzazione economica potrebbe portare alla fine del welfare state e all’aumento della povertà, lasciando i paesi europei sempre più vulnerabili a pressioni esterne e a disgregazioni interne.

In un simile scenario, il futuro dell’UE appare incerto. La ricostruzione dell’Ucraina sarà una sfida enorme, ma con quali risorse verrà affrontata mentre le infrastrutture e i servizi pubblici in Europa crollano?

Le vecchie generazioni, che hanno costruito l’Unione senza lungimiranza e con criteri ideologici, potrebbero vedere la loro creazione sgretolarsi di fronte alle nuove sfide geopolitiche

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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