La Turchia ha la sua più grande ambasciata nel mondo a Mogadiscio e il porto della capitale è controllato da una compagnia turca, ma le tensioni con l’Etiopia e il rischio di un nuovo conflitto nella regione mettono in pericolo il fragile equilibrio nel Corno d’Africa.
Turchia e Somalia, un legame di lunga data
Da oltre 14 anni, la Turchia mantiene una presenza militare significativa in Somalia, dove ha stabilito la sua più grande base militare.
I legami storici tra Ankara e il continente africano risalgono al XVI secolo, quando l’Impero Ottomano si espanse nel Nord Africa, estendendosi fino alla regione del Sahel e alle coste del Mar Rosso.
Il dominio ottomano nell’Africa settentrionale si protrasse per quattro secoli, terminando all’inizio del XX secolo con l’arrivo delle potenze coloniali europee. Con la fondazione della Repubblica Turca negli anni ’20, il paese rivolse la propria attenzione prevalentemente verso l’Europa.
Tuttavia, con l’inizio del nuovo millennio, e in particolare a partire dal 2005, la Turchia ha intrapreso una politica di apertura verso l’Africa, facendone un obiettivo prioritario della sua politica estera sotto la leadership di Erdogan.
La Turchia è divenuta un partner strategico per numerosi paesi africani e, nel 2005, ha ottenuto lo status di osservatore presso l’Unione Africana. Nel 2008 si è svolto a Istanbul il primo vertice Turchia-Africa, durante il quale le nazioni partecipanti hanno stabilito un rapporto basato su cooperazione e solidarietà reciproca.
Oggi, la Turchia è rappresentata da 43 ambasciate nel continente africano, diventando il quarto paese più presente in Africa, dopo Stati Uniti, Cina e Francia. Ankara ha rafforzato la sua influenza attraverso visite diplomatiche, vertici e forum, ma anche attraverso il commercio, la diplomazia, l’istruzione, la sanità, la sicurezza, la cooperazione militare e strumenti di soft power, come cultura e storia.
La Somalia emerge come uno dei principali partner della Turchia in Africa, soprattutto grazie a progetti di sviluppo, investimenti economici, aiuti umanitari e supporto nella lotta al terrorismo.
A Mogadiscio si trova non solo il più grande centro di addestramento militare turco, ma anche il più grande complesso di ambasciate turche nel continente. Inoltre, società turche gestiscono i principali porti marittimi e aeroporti della Somalia.
La Turchia ha anche contribuito alla riduzione del debito nazionale somalo con un finanziamento di 2,4 milioni di dollari. In collaborazione con il ministero della sanità somalo, ha istituito l’Erdoğan Training and Research Hospital, il più grande complesso ospedaliero del Corno d’Africa.
Tuttavia, le crescenti tensioni etiopi-somali minacciano gli ingenti investimenti della Turchia in Somalia, mentre gli sforzi di mediazione di Erdogan sono in fase di stallo.
“La Turchia ha la sua più grande ambasciata nel mondo a Mogadiscio. Ha una base militare lì. Il porto di Mogadiscio è controllato da una compagnia turca “, ha spiegato Norman Rickelfs, consulente geopolitico.
“La Turchia ha firmato un accordo di difesa a febbraio, un accordo di difesa in due parti, e poi un accordo di esplorazione energetica a marzo. Quindi, la Turchia ha bisogno che Somalia ed Etiopia lavorino bene insieme”.
La minaccia di un nuovo conflitto nel Corno d’Africa incombe da gennaio, quando l’Etiopia ha firmato un memorandum d’intesa con il Somaliland, uno stato secessionista dalla Somalia.
Il futuro della sicurezza nel Corno d’Africa si basa su un delicato equilibrio tra la salvaguardia degli interessi e il rispetto dell’integrità territoriale ma le tensioni geopolitiche mondiali stanno mettendo in discussione tutti gli equilibri precedenti.
