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Nel mese di ottobre abbiamo parlato di piani di pace e di vittoria, di questioni vicino e mediorientali, di vertici BRICS e nuovi ordini mondiali, insomma di un sacco di cose ma quasi mai di guerra in Ucraina. E invece, ovviamente, i fronti hanno continuato a muoversi e la tendenza che già avevamo notato nei mesi precedenti, ovvero una certa difficoltà da parte dell’esercito ucraino a mantenere il controllo del Donbas meridionale, sta diventando abbastanza grave. Nelle ultime settimane, infatti, l’avanzata russa è stata costante: sono state prese, con danni spesso minimi ai centri abitati a ulteriore testimonianza delle difficoltà ucraine a organizzare una difesa coerente, la città di Selydove che ormai è tutta sotto controllo russo, la cittadina di Hrynik/Gornyak la cui perdita mette enorme pressione alle difese di Kurakhivka, è proseguita l’avanzata in direzione di Kurachove e a sud, con velocità inaspettata, le truppe russe hanno preso Bohoyavlenka e si sono attestate appena fuori gli insediamenti di Novoukrainka e Shaktars’ke. La caduta di Vuhledar, come era prevedibile, ha avuto conseguenze parecchio serie per questo settore delle difese ucraine, che private del loro caposaldo più importante stanno cedendo.
Si tratta, come al solito, di avanzate su pochi chilometri (per intenderci, la distanza tra il centro di Selydove e il centro di Pokrovs’k è di 17 chilometri), ma al di là del fatto che pochi chilometri al giorno fanno in un mese un buon numero di chilometri, il dato importante è la tendenza e le prospettive future. La tendenza, abbiamo detto, è la solita, avanzate russe e ritirate ucraine che però, a differenza delle operazioni precedenti, non riescono a bloccare a lungo le FFAA russe (Bohoyavlenka è stata presa in 24 ore), sia per mancanza di rinforzi e di difese organizzate, sia per una certa cedevolezza dei reparti il cui materiale umano non sembra di grande qualità; inoltre la nuova strategia russa di evitare di combattere nelle città ma di strangolarle lentamente prendendo il controllo delle vie d’accesso priva i difensori ucraini di un moltiplicatore di forza notevole. Le prospettive future sono ovviamente ipotetiche, ma sulla carta ne ho segnalata qualcuna. Dall’operazione più piccola alla più grande, un’avanzata da Hirnyk verso Kurachove, a isolare Kurakhivka; una manovra più ampia per isolare Yelizavetivka e la cintura delle cittadine limitrofe; e una manovra ancora più ampia verso Andriivka/Konstyantynopil’, al centro della carta, e per mettere al sicuro il fianco un’altra operazione da due lati verso Velyka Novosilka da cui potrebbe poi partire un’altra direzione di attacco.


Pokrovs’k, che a detta di molti doveva essere l’obiettivo principale dell’avanzata russa, resta per ora esclusa anche se la presa di Selydove apre la strada a una manovra anche da sud. Ma a me sembra (sempre dal divano) che sia più sensato prendere sotto controllo tutta l’area che sta a sud e poi, eventualmente, impegnarsi in un’operazione contro la città, anche perché il suo ruolo di hub logistico è già compromesso da tempo, da quando cioè le sue infrastrutture si sono trovate sotto tiro costante dell’artiglieria e delle bombe plananti russe. Inoltre nell’area a nord di quella rappresentata sulla carta le cose vanno più a rilento, per la presenza di due ossi duri come Toret’sk e Chasiv Yar. A sud la situazione sembra essere decisamente più vantaggiosa per le avanzate russe, e credo che sarà lì che per il momento continueranno a concentrarsi le operazioni.

Francesco Dall’Aglio

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