La recente sconfitta elettorale del Partito Liberal Democratico giapponese segna un punto di svolta nella politica nazionale. Il Partito Comunista, dopo aver eletto otto deputati, ha tracciato un bilancio delle elezioni e della sconfitta del governo di Shigeru Ishiba.

Lo scorso 27 ottobre, il Giappone ha affrontato una tornata anticipata delle elezioni legislative per il rinnovamento della Camera dei Rappresentanti (Shūgiin), che hanno portato a un risultato storico: la coalizione di governo composta dal Partito Liberal Democratico (Jimintō) e dal suo alleato, il Partito del Governo Pulito (Kōmeitō), ha perso la maggioranza parlamentare. Questo segna la peggiore sconfitta elettorale per l’LDP negli ultimi 15 anni, infliggendo un duro colpo al nuovo Primo Ministro Shigeru Ishiba (in foto), in carica da meno di un mese, che aveva deciso di convocare elezioni anticipate nella speranza di rafforzare il suo potere.

Per l’appunto, le elezioni erano state convocate in anticipo da Ishiba nel tentativo di consolidare il proprio mandato e rafforzare la sua posizione all’interno del partito. Tuttavia, le aspettative di rafforzare il potere si sono ribaltate quando il voto ha evidenziato la crescente insoddisfazione pubblica nei confronti del governo. La coalizione ha dunque visto il numero dei seggi scendere da 279 a 209, ben al di sotto dei 233 scranni necessari per ottenere la maggioranza assoluta, un crollo che riflette la disillusione dei cittadini per i recenti scandali legati ai fondi non dichiarati e alla gestione economica del governo, molti dei quali rivelati al grande pubblico dal quotidiano comunsita Shimbun Akahata.

Sebbene il Jimintō resti il primo partito del paese, il grande vincitore della tornata elettorale è stato il Partito Costituzionale Democratico del Giappone (Rikken-minshutō), guidato da Yoshihiko Noda, che ha conquistato ben 143 seggi, facendo segnare un netto incremento rispetto ai 98 della precedente legislatura. Secondo gli analisti, questo aumento segna un significativo progresso per l’opposizione, che ha saputo capitalizzare il malcontento popolare, puntando su temi quali la trasparenza, l’equità economica e una gestione più responsabile.

A seguito della pubblicazione dei risultati, il leader dell’opposizione Noda ha dichiarato che il risultato rappresenta “solo l’inizio” di una nuova fase politica e ha promesso di lavorare per un cambiamento di governo, costruendo alleanze con altri partiti di opposizione.

Il risultato elettorale pone Ishiba in una posizione delicata. Sebbene il Primo Ministro abbia dichiarato di non avere intenzione di dimettersi, l’erosione del supporto parlamentare potrebbe spingere il Giappone verso un periodo di instabilità politica. Gli analisti nipponici suggeriscono che Ishiba potrebbe dover guidare un governo di minoranza, o cercare nuove alleanze per mantenere il controllo. Infatti, la frammentazione dell’opposizione potrebbe impedire la formazione di un governo alternativo guidato da Noda.

Il voto ha inoltre sollevato preoccupazioni sul futuro delle politiche economiche e di sicurezza del Giappone, in un contesto regionale sempre più teso. Ishiba ha promesso riforme strutturali, in particolare in tema di trasparenza finanziaria e di riduzione delle disuguaglianze, ma il suo margine di manovra appare limitato. Inoltre, Ishiba non sembra intenzionato a fare marcia indietro circa il processo di riarmo che sta vivendo l’arcipelago nipponico negli ultimi anni, in vista di un possibile conflitto su vasta scala nell’area dell’Asia-Pacifico. Il Giappone entra dunque in una fase di incertezza politica, con un governo indebolito e un’opposizione rafforzata, in cui il ruolo delle alleanze e la capacità di rispondere alle esigenze dei cittadini saranno determinanti per il futuro assetto politico del Paese.

Alle elezioni ha preso parte anche il Partito Comunista Giapponese (Nihon Kyōsan-tō), che, con la sola eccezione delle elezioni del 1952, ha sempre mantenuto seggi parlamentari dal secondo dopoguerra ad oggi. La formazione guidata dalla presidente Tomoko Tamura e dal segretario generale Akira Koike ha raccolto più del 6% delle preferenze su scala nazionale, eleggendo otto deputati, facendo segnare un calo rispetto ai dieci parlamentari eletti nel 2021.

AGGIORNAMENTO: L’11 novembre, Shigeru Ishiba è stato rieletto come Primo Ministro di un governo di minoranza in occasione di una sessione straordinaria della Dieta giapponese. Ishiba ha ricevuto 221 voti a favore contro i 160 di Noba dopo due turni di votazioni, un fatto che non si verificava dal 1994. Il secondo governo Ishiba dovrebbe mantenere a grandi linee la stessa composizione di quello dimissionario.

Di seguito vi proponiamo l’analisi del voto pubblicata dal Partito Comunista sul proprio sito ufficiale.


1. Nelle elezioni generali del 27 ottobre, il Partito Liberal Democratico e il Partito Kōmeitō hanno subito una storica sconfitta, perdendo la maggioranza nel parlamento. Questo risultato riflette chiaramente il giudizio severo dell’elettorato nei confronti del governo del Partito Liberal Democratico.

Da una prospettiva generale, il popolo giapponese sta cercando un’alternativa al governo del Jimintō, inaugurando un nuovo processo politico. Il Partito Comunista Giapponese accoglie con favore questo risultato storico.

Un ruolo cruciale in questo cambiamento politico è stato svolto dallo Shimbun Akahata, che ha rivelato il finanziamento illecito del Jimintō attraverso feste di raccolta fondi e ha scoperto il pagamento di 20 milioni di yen a candidati non ufficiali del partito. Questa esposizione ha contribuito a trasformare radicalmente il clima elettorale, spingendo il governo verso la sconfitta.

Di fronte a queste nuove dinamiche politiche, i partiti saranno chiamati a rispondere con urgenza ai desideri del popolo, come il divieto di donazioni politiche da parte di aziende e gruppi, il mantenimento della tessera sanitaria cartacea, il sistema dei cognomi separati per le coppie, e il blocco degli aumenti delle tasse universitarie. La possibilità di spingere la politica in una direzione più positiva attraverso il sostegno pubblico e il dibattito è ora più concreta.

Il Partito Comunista Giapponese è determinato a lottare per correggere le distorsioni politiche, promuovendo politiche che mettano al centro il popolo, sia sul fronte interno che in politica estera, e a impegnarsi per realizzare le proprie promesse elettorali.

2. In queste elezioni, il Partito Comunista Giapponese è riuscito a mantenere il seggio prezioso del signor Akamine Seiken nel primo distretto di Okinawa. Questo successo è stato possibile grazie alla collaborazione con il movimento Ōru Okinawa (“Tutta Okinawa”, ndt) e al supporto delle sezioni locali del partito e dei sostenitori.

Tuttavia, nel sistema proporzionale, il partito ha subito una battuta d’arresto, passando da 9 a 7 seggi. Rispetto alle ultime elezioni nazionali del 2022 per la Camera Alta, i voti proporzionali sono diminuiti da 3,61 milioni (6,82%) a 3,36 milioni (6,16%). Non essere riusciti a mantenere i seggi nelle circoscrizioni del Tohoku e di Tokyo è un risultato estremamente deludente, per il quale il Comitato Permanente sente pienamente la propria responsabilità.

Esprimiamo il nostro più sincero ringraziamento agli elettori che ci hanno sostenuto, ai sostenitori, ai membri del partito e ai volontari. Al contempo, ci scusiamo per non aver soddisfatto le vostre aspettative.

Ascolteremo le opinioni sia all’interno che all’esterno del partito per migliorare le nostre strategie future. Siamo determinati a invertire la rotta nelle prossime elezioni nazionali.

3. Durante le elezioni generali, il Partito Comunista Giapponese ha promosso i cinque cambiamenti fondamentali: “Correggere alla radice la politica corrotta e ristabilire la fiducia nella politica“, “Cambiare le politiche a favore di grandi aziende e ricchi, per dare priorità al benessere delle persone“, “Fermare la trasformazione del Giappone in uno ‘Stato di guerra’ attraverso l’alleanza militare USA-Giappone e costruire la pace tramite la diplomazia“, “Eliminare carbone e nucleare per proteggere la sopravvivenza dell’umanità dalla crisi climatica“, e “Promuovere insieme il movimento per l’uguaglianza di genere“. Questi messaggi hanno risuonato con gli elettori, guidando il dibattito elettorale.

La nuova proposta di ridurre l’orario di lavoro contestualmente all’aumento dei salari, per garantire più “tempo libero”, ha trovato un forte eco tra i cittadini, generando ampio consenso. Inoltre, il nostro programma d’emergenza per rafforzare il sistema di sicurezza sociale — evitando conflitti tra generazioni e richiamando la responsabilità del governo — ha dimostrato di essere un potente strumento politico.

Questa è stata anche la prima elezione in cui, basandoci sui progressi teorici raggiunti dal 29° Congresso del Partito, abbiamo chiaramente presentato la nostra visione di una società socialista e comunista come un sistema in cui la libertà umana può fiorire pienamente. Questo messaggio ha suscitato interesse e aspettative, in particolare tra le giovani generazioni e i lavoratori.

Le lezioni apprese saranno cruciali sia per le elezioni metropolitane di Tokyo che per quelle della Camera Alta del prossimo anno. Facciamo appello a tutti i membri del partito affinché affrontino le prossime sfide con fiducia nelle nostre politiche, nella nostra linea programmatica e nel socialismo scientifico.

4. In questa tornata elettorale, molti membri e sezioni del Partito Comunista Giapponese hanno combattuto con grande impegno per ampliare il sostegno al partito. Tuttavia, dobbiamo riconoscere che il dialogo e l’espansione del supporto hanno raggiunto solo la metà del livello delle elezioni precedenti, e il nostro messaggio non è riuscito a penetrare sufficientemente tra gli elettori prima del giorno delle elezioni. Questo riflette un declino delle risorse interne del partito, un problema che rappresenta la principale lezione da trarre da queste elezioni e che necessita di una soluzione urgente e cruciale.

Per compensare questa debolezza, durante la Terza Assemblea Plenaria del Comitato Centrale, è stato lanciato l’appello per elezioni “combattute insieme ai cittadini”. Sono state intraprese nuove iniziative creative, come la strategia “approfondita,” l’uso strategico dei social media e l’organizzazione di volontari elettorali. Tuttavia, questo è solo l’inizio del nostro percorso.

Oggi, molte persone che desiderano un cambiamento politico stanno sottoscrivendo abbonamenti al nostro giornale, Shimbun Akahata, con messaggi di ringraziamento per il nostro lavoro contro il governo del Partito Liberal Democratico. Inoltre, sempre più persone si uniscono al partito, spinte dalla volontà di contribuire maggiormente.

Invitiamo tutti i membri a sfruttare le nuove opportunità e risorse generate da questa campagna elettorale. Concentriamoci sulla costruzione di un partito forte e unito, basato sulla continuità generazionale, per assicurare il successo nelle imminenti elezioni metropolitane e parlamentari!

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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