Francesco Cecchini
Jesús Santrich, ex guerrigliero.
L’attuazione dell’Accordo di pace definitivo per la fine del conflitto armato, che è durato più di cinquanta anni, tra FARC-EP e lo Stato colombiano ha incontrato diversi ostacoli. Il primo è stato la vittoria del NO all’Accordo nel referendum del 2 ottobre 2016, che ha indebolito il processo di pace e ha dato spazio a coloro, in primis Uribe, che si erano opposti ai negoziati e a parte di quanto concordato dal governo di Juan Manuel Santos e la guerriglia : riforma agraria , riforme politiche, sostituzione delle colture illecite per la salute pubblica e la riduzione del danno per il consumo di droghe, risarcimento alle vittime e reincorporazione di 12 mila guerriglieri alla vita civile. SI stima, inoltre, che solo il 20% di quanto concordato sia stato rispettato, un livello basso molto basso, quindi. Inoltre c’è il neoparamilitarismo che esiste, colpisce e uccide moltissimi leader sociali e dei diritti umani ed ex guerriglieri. In due anni circa 300. Ora gli Stati Uniti stanno attaccando apertamente gli accordi di pace. La cattura di Jesús Santrich su un ordine emesso dagli Stati Uniti, contravviene alla sovranità nazionale, dà un altro schiaffo agli accordi firmati con le FARC e dimostra la volontà del regime colombiano di non facilitare un vero processo di pace. Alcuni giorni prima della visita annunciata e annullata diTrump, la Procura e le classi dominanti colombiane hanno dimostrato la loro dipendenza dagli Stati Uniti, violando la sovranità nazionale, continuando a permettere interferenze negli affari interni, in questo caso contro i processi di pace. Il partito FARC, ha respinto la detenzione di Santrich e ha dichiarato che si tratterebbe di una montatura della DEA e della Procura colombiana che parlano di conversazioni telefoniche, fotografie e video che dimostrerebbero la partecipazione di Jesús Santrich in un presunto negoziato per inviare il deposito di cocaina destinato al cartello di Sinaloa, senza prove chiare e certe. In ogni caso la responsabilità giuridica secondo gli Accordi spetta alla Giurisdizione Speciale per la Pace (JEP). Merrcoledì scorso c’è stata una riunione tra Rodrigo Londoño, Timochenko, capo politico delle FARC e il presidente Santos che si è impegnato che il processo sia giusto. Timoshenko ha ribadito che il partitito FARC ripetterà gli accordi, anche se questo non lo farà. La presidentessa della Giurisdizione speciale per la pace, JEP, Patricia Linares ha dichiarato di aver appreso attraverso i media e ancora oggi non è noto se le presunte prove siano à state inviate alla JEP che deve indagare presunti reati commessi dopo il primo dicembre 2016. Inoltre, la JEP deve valutare se l’ eventuale estradizione di un leader delle FARC-EP sia appropriata. Da un punto di vista politico, la detenzione di Santrich dà argomenti all’opposizione uribista che sta affermando che i legami delle FARC-EP, ora FARC con il traffico di droga sono mantenuti e che non ci sarà impunità e che è stata negoziata negli accordi dell’Avana. Chi è in difficoltà è il partito FARC che, tra l’altro rischia di perdere il seggio di Santrich nella Camera dei Rappresentanti. Decisivo sarà cosa deciderà in merito la JEP. La cattura e la possibile estradizione Jesús Santrich ha avuto contraccolpo lontano sia dalla Procura, che dal Jep e dalle relazioni Timoshenko e Santos. Ex guerriglieri hanno abbondanato alcuni Espacios Territoriales de Capacitación para la Reincorporación e coloro che ancora restano sono preoccupati di lasciarli ed essere catturati. Nelle prigioni detenuti delle FARC-EP hanno iniziato scioperi della fame. Un esempio. Appena hanno saputo di Santrich, il Consiglio politico dipartimentale del partito Farc di Meta, ha rilasciato una dichiarazione in cui si sono detti in assemblea permanente e hanno affermato che sospenderanno temporaneamente tutte le attività legate a la reincorporazione civile; hanno chiesto, inoltre, ai funzionari della Agencia de Reincorporación, dell’ Ufficio dell’Alto Commisariato dell’ONU e del Fondopaz di ritirarsi fino a che non ci sarà chiarezza sul processo. Una posizione, comunque, non condivisa dal capo di FARC, Timoshenko, segno di mancanza di unità sulla situazione.
QuestI fatti ostacolano il processo di pace in piena campagna elettorale e condizioneranno il risultato elettorale.