“Gli accordi con il FMI sono sempre dannosi per il nostro popolo. Significano tagli salariali, alle pensioni. Significano privatizzazioni, licenziamenti nel settore pubblico”. Con queste parole i deputati dell’alleanza kirchnerista-peronista Frente para la Victoria ha criticato aspramente la decisione del presidente dell’Argentina, Mauricio Macri, di chiedere un finanziamento di 30 miliardi di dollari al Fondo Monetario Internazionale (FMI) e riconsegnare il paese agli incubi del passato. Lo riporta oggi Telesur.
“Chiediamo al ramo esecutivo che qualsiasi accordo possibile con il Fondo monetario internazionale, prima della sua approvazione, sia ampiamente discusso nel Congresso nazionale, e nulla che il Fondo voglia concordare debba essere fatto sulle spalle del popolo argentino”, ha reso noto il Frente in una conferenza stampa subito dopo l’annuncio di Macri.
I deputati hanno poi aggiunto: “La decisione di martedì significa una grave battuta d’arresto”. Dopo due anni e mezzo di gestione di Néstor Kirchner, l’Argentina ha cancellato il debito con il FMI, 13 anni dopo, con due anni e mezzo di governo Macri, rifiniamo nelle morse del Fondo.”
Il Fondo ha più tipi di prestiti. Il più semplice è il credito flessibile che non impone severe restrizioni ma tratta importi relativamente piccoli. Macri ha avviato trattative con l’agenzia per il credito che evitino una grave crisi finanziaria in cambio del congelamento delle pensioni per due anni e attuare licenziamenti di massa, secondo il quotidiano argentino El Uncover. La prima volta che l’Argentina ricevette un prestito dal Fondo monetario internazionale fu nel 1957, dopo il colpo di stato contro Juan Perón, l’esercito chiese 75 milioni di dollari. Il rapporto tra questo paese e il Fondo si concluse nel 2006 quando il presidente Néstor Kirchner cancellò il vertice di il debito.