Granma
Il leader operaio, l’uomo che a suo tempo come presidente del Brasile ha promosso leggi e piani sociali che hanno permesso di liberare dalla povertà circa 30 milioni di brasiliani, al quale tutti i sondaggi indicano come favorito con un ampia maggioranza per vincere le elezioni presidenziali del 2018, Luiz Inácio Lula da Silva, ha rilasciato un’intervista al Granma.

 

L’intervista non ha potuto essere – per ovvi motivi – ampia come avrebbe voluto il giornalista. Tuttavia, il fatto di essere imprigionato e aver dedicato una parte del suo tempo prezioso per rispondere alle nostre domande dona un valore aggiunto, non solo ai lettori cubani, ma a quelli di tutto il mondo.

 

Come candidato per la presidenza del Brasile con il maggior sostegno popolare e che tutti i sondaggi indicano come favorito, come valuta questa persecuzione e la reclusione a cui è sottoposto?

 

È un processo politico, una prigionia politica. Il processo contro di me non indica un crimine, né ci sono prove. Hanno dovuto violare la Costituzione per arrestarmi. Quello che sta diventando sempre più chiaro per la società brasiliana e per il mondo è che vogliono impedirmi di partecipare alle elezioni del 2018. Il colpo di Stato del 2016, con la rimozione di un presidente eletto, indica che non ammettono che il popolo possa votare chi preferisce.

 

La prigione è stata, per molti leader imprigionati per il semplice fatto di combattere per lil popolo, un luogo di riflessione e organizzazione di idee per continuare la lotta. Nel suo caso, come affronta questi giorni, dal momento che non è in grado di entrare in contatto con le persone?

 

Sto leggendo e pensando molto, è un momento di grande riflessione sul Brasile e soprattutto su quello che è successo negli ultimi tempi. Sono in pace con la mia coscienza e dubito che tutti quelli che mentono contro di me dormano con la tranquillità con cui dormo io.

Certo che mi piacerebbe avere la libertà e fare ciò che ho fatto per tutta la vita: il dialogo con il popolo. Ma sono consapevole che l’ingiustizia che viene commessa contro di me è anche un’ingiustizia nei confronti del popolo brasiliano.

 

Quanto è importante sapere che in tutti gli stati brasiliani ci sono migliaia di connazionali in favore della sua liberazione?

 

La relazione che ho costruito nel corso dei decenni con il popolo brasiliano, con le entità dei movimenti sociali, è una relazione molto affidabile ed è qualcosa che apprezzo molto, perché in tutta la mia carriera politica ho sempre insistito nel non tradire mai quella fiducia .

 

 

E non tradirei questa fiducia per nessun denaro, per un appartamento, per niente. È stato così prima di essere presidente, durante la presidenza e dopo. Quindi, per me, quella solidarietà è qualcosa che mi emoziona e mi incoraggia a rimanere forte.

 

Come definire il concetto di democrazia imposto come modello dall’oligarchia per scartare i leader della sinistra e far sì che non giungano al potere?

 

L’America Latina ha vissuto negli ultimi decenni il suo momento più forte di democrazia e conquiste sociali. Ma di recente le élite della regione stanno cercando di imporre un modello in cui il gioco democratico è valido solo quando vincono, il che, ovviamente, non è democrazia. Quindi è un tentativo di democrazia senza popolo. Quando non viene fuori quel che vogliono, cambiano le regole del gioco per avvantaggiare la visione di una piccola minoranza. Questo è molto grave. E lo stiamo vedendo, non solo in America Latina, ma in tutto il mondo, un aumento dell’intolleranza e della persecuzione politica. È successo in Brasile, Argentina, Ecuador e altri paesi.

 

Quale messaggio invia a tutti coloro che, in Brasile e in tutto il mondo, sono solidali con lei e chiedono il suo rilascio immediato?

 

Sono molto grato per tutta la solidarietà. È necessario essere solidali con il popolo brasiliano. Aumenta la disoccupazione, più di un milione di famiglie sono tornate a cucinare con la legna per l’aumento del prezzo del gas da cucina, milioni di persone che erano usciti dalla miseria non hanno più da mangiare, e anche la classe media ha perso impiego e reddito.

 

Il Brasile era su una traiettoria di decenni di progresso democratico, di partecipazione politica e insieme ad esso progressi sociali, che sono aumentati con i governi del PT, che ha vinto quattro elezioni di fila.

 

Non hanno compiuto un golpe solo contro il PT. Non mi hanno arrestato solo per fare del male a Lula. Lo hanno fatto contro un modello di sviluppo nazionale e inclusione sociale. È stato realizzato un golpe per eliminare i diritti dei lavoratori e dei pensionati, conquistati negli ultimi 60 anni. E le persone lo percepiscono. Avremo bisogno di molta organizzazione per tornare ad avere un governo popolare, con sovranità, inclusione sociale e sviluppo economico in Brasile.

 

(Traduzione de l’AntiDiplomatico)

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lula_dalla_prigione__stato_realizzato_un_golpe_per_eliminare_i_diritti_dei_lavoratori_e_dei_pensionati/5694_24397/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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