Francesco Cecchini
TINA MODOTTI
Tina Modotti per spiegare il suo rapporto con la fotografia e cosa pensava di questa disse: Sono solo una fotografa, ma Tina, in realtà, fu una comunista rivoluzionaria con una vita intensa e non semplice. La sua vita è ed è stata oggetto di ricerche storiche. Tra le molte biografie basti pensare al romanzo biografico Tinissima di Elena Poniatowska e alla biografia Tina Modotti. Verità e leggenda di Christiane Barckàausen Canale. Circolano ancora delle inesettezze su Tina Modotti vedi un articolo di Luca Celada pubblicato sul Manifesto del 25 agosto, L’avanguardia ha appetiti piccanti. Il link è il seguente:
https://ilmanifesto.it/lavanguardia-ha-appetiti-piccanti/
Alcune osservazioni Antonio Mella, Vittorio Vidali, Tina nella guerra civile spagnola, la morte di Tina.
Julio Antonio Mella fu assassinato a Città del Messico Il 10 gennaio 1929. L’ attacco criminale e mortale fu organizzato, diretto e pagato dal dittatore cubano Gerardo Machado, sostenuto dalla polizia messicana, dai servizi di informazione del governo, e, forse, dagli Stati Uniti. Prima di lasciare Cuba Mella fu oggetto di forti polemiche con i comunisti cubani. I comunisti messicani non fecero caso alle accuse dei cubani contro Mella; al contrario, gli diedero tutta la loro fiducia accettandolo nel partito e conferendogli persino la posizione di segretario generale aggiunto. Gli fu anche affidata la guida della Lega Anti-imperialista e fu nominato segretario generale del Comitato Organizzatore Continentale per il Primo Congresso Mondiale contro l’Imperialismo e l’Oppressione Coloniale che si svolse nel febbraio del 1927 a Bruxelles. Il suo corpo è ora sepolto a Cuba dove è onorato come il rivoluzionario comunista che è stato.
Vittorio Vidali fu un comunista che nel secolo scorso tra Stalin e Trotskij, come molti, scelse Stalin, ma non fu un assassino. Nella guerra civile spagnola fu il comandante Carlos del Quinto Regimento, noto anche come reggimento di ferro, che diventerà una delle unità combattenti più efficienti e motivate fra i ranghi delle forze antifranchiste. Vittorio Vidali, che fu amante di Tina Modotti scrisse di lei nel suo libro, Ritratto di donna. Parlò anche di Tina nell’intervista che Attilio Colombo gli fece nel 1983 e venne pubblicata nello stesso anno in un volume della collana I Grandi Fotografi, serie argento, dedicato a Tina Modotti. Il link è il seguente:
http://www.storiastoriepn.it/wp-content/uploads/VITTORIO-VIDALI.pdf
Durante la guerra civile in Spagna Tina Modotti non fu una semplice infermiera anche se lo fu aiutando il dottor Norman Bethune a praticare trasfusioni di sangue sia in trincea che nell’Ospedale Operaio di Madrid. Tina, che in Spagna fu chiamata Maria, fu la responsabile del Soccorso Rosso e scrisse, anche. I suoi scritti sono conservati negli archivi del Partito Comunista spagnolo. Tina è ricordata in Spagna. Maria Teresa Leon, moglie di Rafael Alberti nel XXX anniversario della morte così scrisse nella rivista Rinascita: “Desidero che un giorno un giovane incida nelle rocce della Sierra di Guadarrama un nome che nessuno possa cancellare dalla nostra memoria: TINA MODOTTI, NUESTRA MARIA. Domenica 21 giugno 2007 a La Pedriza, municipio di Manzanares del Real è stato collocato un pezzo di roccia con incisa la frase suggerita da Maria Teresa Leon.
La sera 5 gennaio 1942 Tina Modotti, a 45 anni, morì d’infarto, in un taxi, dopo una cena trascorsa in compagnia del suo compagno Vidali e degli amici più cari a casa dell’architetto Hannes Meyer. Lo spezzarsi il cuore fu causato da una vita difficile e dalle molte delusioni, tra le quali la morte di Antonio Mella, l’aver dovuto abbandonare il messico, che considerava la sua seconda patria, la vittoria del fascismo in Spagna. La notizia sollevò infondate maldicenze che videro nell’infarto un delitto politico, che coinvolgeva Vittorio Vidali. Vi fu indignazione e il più indignato fu il poeta Pablo Neruda, che si trovava in Messico dal 1940 come console generale a Città del Messico per conto del governo cileno. Neruda il 5 gennaio scrisse una splendida poesia dedicata a Tina, con lo scopo di allontanare le voci, le strumentalizzazioni, gli scandali, per celebrare l’esempio di una vita dedicata all’impegno politico, la passione rivoluzionaria, l’arte e l’amore. Mentre gli ultimi versi sono riportati su una stele commemorativa ad Udine, voluta dal Comitato Tina Modotti, i primi versi della poesia sono l’epitaffio scolpito sulla tomba di Tina al Pantheon de Dolores a Città del Messico,
Tina Modotti hermana, no duermes, no, no duermes, Tal vez tu corazon oye crecer la última rosaDe ayer la ultima rosa, de ayer, la nueva rosa
Descansa dulcemente hermana
Puro es tu dulce nombre, pura es tu fragil vida
De abeja, sombra fuego, nieve, nieve, silencio, espuma,
De acero, linea, polen se construyo tu férrea
Tu delgada estructura.
Di Tina restano le ceneri, come ha chiesto in un suo testamento del 24 dicembre del 1924 … en estas linea expreso tambien mi voluntad de ser cremada.
La tomba, trascurata, fu restaurata nel 2006 dalla regione Friuli Venezia Giulia.