DìVIDE ET IMPERA – ma dove cazzo correte? –
L’osservazione del comportamento dei nostri simili in un aeroporto o durante un qualsiasi viaggio può essere davvero illuminante. I viaggiatori contemporanei sono ansiosi, irrequieti, annoiati, nervosi, agitati, insofferenti, stressati. Devono assolutamente fingere una parte, atteggiarsi a persone molto importanti, che hanno un sacco di fretta anche quando sono necessariamente vincolati ad aspettare il decollo di un volo!
Nessuno di loro viene minimamente sfiorato dall’idea che in un percorso, un tragitto, un viaggio quello che conta non è tanto la meta, quanto il fatto stesso di essere in viaggio. Nell’era degli smartphone, se non sono impegnati a telefonare nervosamente, ecco come i passeggeri-tipo si comportano abitualmente.
Hanno un bisogno spasmodico di occupare il proprio tempo, o meglio, in realtà di sprecarlo in qualunque modo. Hanno la necessità di essere “animati” da qualcuno perché la sola idea di rimanere un po’ da soli con se stessi, guardandosi intorno o addirittura leggendo un libro, pare che risulti spaventosa e angosciante ai più.
Questo spiega il proliferare dello shopping selvaggio negli aeroporti. Del cosiddetto duty free. Molti di loro si aggirano abbagliati, corrono come fossero a caccia del colpo del secolo. Non vogliono perdersene neanche uno! Ed allora, ovviamente, dall’altra parte si arriva a vendere davvero di tutto, dal cibo di pessima qualità (forse il solo che può avere una giustificazione razionale in un contesto simile, visto che è una necessità contingente quando le attese sono prolungate) ai marchi più prestigiosi di ogni settore, alle stecche di sigarette, gioielli, cioccolato in confezioni industriali, oggetti firmati, crossover di ultima generazione, superalcolici, tessuti pregiati, souvenir pacchiani, abbigliamento griffato, paccottiglia trash d’ogni genere, valige, pelletterie, alimentari tipici, dolciumi, farmaci, cosmetici, perle, sete indiane, fino alle ultime novità della tecnologia e ai vini d’annata!
Potrebbe sembrare una lista compilata dal mitico Ragionier Fantozzi, ma è la pura realtà! I passeggeri comprano tutte queste cose mentre attendono di imbarcarsi. E la sussistenza stessa di negozi così eterogenei non fa che confermarlo! Pochi arrivano a chiedersi se sia davvero conveniente acquistare tutto ciò, come suggerirebbe l’allettante dicitura “Duty free” cioè esente dalle tasse, e si fidano ciecamente di questa! Ma che bisogno ha un qualsiasi viaggiatore in transito da Belluno a Cefalù, da Madrid a Singapore, di caricare il proprio già pesante bagaglio di tutte queste inutili cianfrusaglie?
Si tratta spesso di oggetti extra lusso di cui un comune mortale fa tranquillamente a meno, nella vita di tutti i giorni. Ma l’atmosfera di un aeroporto risveglia in lui una frenesia all’acquisto incontrollabile, aggravata dalla sensazione, se non dalla convinzione, di stare approfittando di un affare unico e irripetibile, malgrado i prezzi siano spesso tutt’altro che vantaggiosi, ma a volte offensivi dell’intelligenza umana. Basterebbe rifletterci un po’ su !
Se solo sapessero che l’oscillare dei prezzi dei vari prodotti deriva proprio dalle scelte di ciascuno di noi!
Se solo capissero che basterebbe non acquistare in massa un qualsiasi oggetto per pochi giorni di fila, per determinare il crollo del suo prezzo!
Se solo si convincessero che non c’è davvero niente di indispensabile, in commercio!
Se solo comprendessero che la risoluzione ai nostri bisogni primari non sarà mai in vendita!
Se solo capissero che il consumismo è un pane che non sazia mai ! Che non è questa la via per cercare gratificazioni autentiche.
Ma per fare progetti del genere sarebbe necessario essere uniti. Invece il moderno mercato rampante ci spinge ad essere in costante competizione, l’uno contro l’altro. Il “Divide et impera” dei latini è ampiamente applicato ancora oggi! Ci impongono, attraverso la pubblicità, a correre e dotarci di inutili gadget griffati, nell’illusione che questo ci possa distinguere dall’odiato vicino, o dal collega d’ufficio più trendy. Ci costringono a vagare disorientati nella nebbia di cento sconti e mille offerte. Ci obbligano ad essere tutti impegnati in questa grande corsa collettiva all’ultima idea. In questo vortice di regali inutili.
Forse per essere felici e ricordati, basterebbe semplicemente regalarsi solo un po’ del proprio tempo!se avete tempo e voglia, qui trovate quello che scrivo…