Gialloverdi Di Maio, Salvini e Conte


Francesco Cecchini


MATTEO SALVINI PUGILE SUONATO.

Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione comunista, ha scritto, in una nota pubblicata dal Manifesto, che Salvini è uscito dal Senato come un pugile suonato. Un pugile suonato che interessato solo ad applausi a buon mercato dalle spiaggie che gli sono montati alla testa, credendo di poter fare qualsiasi cosa, almeno fino a quando Giuseppe Conte ha decretato la fine dell’esperimento di Governo elencando tutte le salvinate combinate. Salvini, pugile suonato, continua a barcollare per le botte prese, offrendo a M5s di continuare il governo giallo verde, magari con Di Maio premier. Al giro di consultazioni al Viminale ha riferito che lui con i 5Stelle ci tornerebbe. Il cattivo è Conte. Alcuni propongono di fare a Matteo Salvini due regali: un registratore e un timer, per riascoltare lincoerenza delle sue poizioni e per dare un tempo alle sue giravolte.
CONTE E SALVINI.

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 21-12-2018 Roma Politica Palazzo Chigi – Consiglio dei Ministri Nella foto Giuseppe Conte, Matteo Salvini Photo Roberto Monaldo / LaPresse 21-12-2018 Rome (Italy) Chigi palace – Council of Ministers In the photo Giuseppe Conte, Matteo Salvini

Il Premier Giuseppe Conte ha attaccato duramente il Vice Premier Matteo Salvini. Ha perseguito interessi personali. E irresponsabile, opportunista, irrispettoso delle istituzioni, autoritario e così via. Viene da chiedersi dove era in questi 14 mesi di governo Giuseppe Conte, perché non abbia denunciato prima gli atteggiamenti di Matteo Salvini? Per troppo tempo Conte ha permesso al suo vice della destra radicale di fare quello che voleva. Lattacco critico di Giuseppe Conte a Matteo Salvini è un attacco critico, anche se involontario, a se stesso, che peserà, si spera, sul suo presente e futuro politico.
DI MAIO E SALVINI.

Nell’incontro di pugilato di Matteo Salvini con il popolo italiano Luigi Di Maio è stato un ottimo e docile sparring partner, che ha permesso al pugile di fare quello che voleva. Decreto di sicurezza, chiusura dei porti, politiche razziste nei confronti dei migranti e così via. Come la denuncia tardiva delle malefatte di Salvini ha tolto credibilità politica a Conte, così l’attività di sparring partner ne ha tolto a Luigi Di Maio.
Maurizio Acerbo nella nota inviata a Il Manifesto ha correttamente sottolineato come elezioni anticipate potrebbero portare a un regime reazionario di massa con una maggioranza assoluta Salvini-Meloni, con lItalia accanto a Trump e Bolsonaro nellinternazionale nera di Steve Bannon. Un’alleanza Partito Democratico M5s potrebbe evitare tutto ciò, ma richiede una discontiunuità non solo dal governo giallo verde, ma anche dal passato del PD e cita il Job Act. Secondo Maurizio Acerbo bisognerebbe mettere in discussione austerity, precarizzazione, privatizzazioni, saccheggio di ambiente e beni comuni, subalternità a qualsiasi lobby e Confindustria, europeismo acritico, smantellamento di sanità e stato sociale, attacco alla scuola della Costituzione, autonomia differenziata. Inoltre Maurizio Acerbo sottolinea che bisogna mettere in sicurezza la nostra democrazia costituzionale con una legge elettorale proporzionale.
Comunque evitare un voto anticipato non è scontato. Tra PD e M5s esistono ancora delle contraddizioni. Nel M5s vi sono posizoni che piuttosto ad un’alleanza con il PD vedono con favore il voto od un ritorno a un patto di governo con la Lega. Tra questi Di Battista. Anche nel PD vi sono differenze tra la segreteria, direzione di Zingaretti e i renziani di Matteo Renzi.
Nel caso di voto anticipato si possono prevedere alcuni risultati.

  • Ridimensionamento del peso elettorale di M5s, non solo rispetto a voto politico del 4 marzo 2018, ma anche in relazione alle scorse europee.
  • Calo del consensi della Lega di Matteo Salvini rispetto alle scorse europee.
  • Affermazione di Fratelli d’Italia di Meloni.
  • Sconfitta elettorale di Forza Italia di Berlusconi, divisa.
  • Affermazione di Partito Democratico, che aumenterà i propri consensi.
  • Occasione per la sinistra, storicamente frazionata, di unificarsi sotto la leadership di Luigi De Magistris, che ha annunciato, che in caso di elezioni anticipate, scenderà in campo.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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