Mentre rientra a casa insieme ai bambini, Adelaide pensa che Zurigo è proprio bella in questi giorni d’inverno. Le piace osservare il Limmat che scorre lento. Domani sera la sua lezione sarà sui fiumi.
Mentre i bambini si mettono a tavola. la signora Kammerer le allunga una piccola busta. È venuto a cercarti un signore gentile. Ha detto di chiamarsi Collodi. Ti ha lasciato questo biglietto. Ci sono problemi, cara?
No, Helga, nessun problema. E si infila in tasca la busta prima di mettersi a tavola. Non vuole farsi vedere preoccupata dai signori Kammerer.

Il biglietto è laconico. La grafia minuta e ordinata. L’italiano corretto. Gentilissima. Scusi l’incomodo. Ho bisogno di vederla. Spero domani, alle 11.00, lei sa dove. Oppure dopodomani, alla stessa ora. L’aspetterò.

Helga, Franziska, questa mattina devo rientrare prima con i bambini. Devo fare una commissione. 
Adelaide si ferma all’angolo tra la Kirchgasse e la Oberdorfstrasse, vede il caffè, in inverno ha meno tavoli fuori. In uno di questi vede l’uomo seduto che legge un giornale, è di spalle, probabilmente non l’ha vista. Si guarda intorno e non vede nessun altro poliziotto. Attraversa la strada, si avvicina al tavolo. Signor Collodi, buongiorno.
L’uomo si alza. Buongiorno, signorina Lechner, è un piacere. Preferisce spostarsi all’interno? Qui fa un po’ freddo.
Sì, la ringrazio.
Entrando nel caffè, Adelaide si guarda intorno: nessun poliziotto neppure qui.
Per me un altro caffè. Lei signorina cosa gradisce?
Una cioccolata, grazie.
L’uomo aspetta che il cameriere si sia allontanato. Non si sbaglia, signorina, questa volta non ci sono miei uomini. Sono solo, diciamo che si tratta di una missione non ufficiale. Mi perdoni se sono dovuto venire a casa sua, ma la questione è piuttosto urgente e non potevo sperare di incontrarla “per caso”. Non credo di essermi tradito con la signora Kammerer. Anche se sono decisamente troppo vecchio per essere un suo spasimante. 
Adelaide sorride.
Dopo che il cameriere li ha serviti, l’uomo riprende. Vengo al punto. Una delle prossime sere faremo un controllo alla sede del partito. Credo anche qualche arresto. Mi farebbe piacere che in quel momento non ci fossero lezioni della sua scuola e che lei non fosse presente. Se non sbaglio venerdì la scuola serale non è aperta.
No, venerdì non ci saremo. Adelaide è visibilmente preoccupata. Grazie.
No, non mi ringrazi, questa non è la notizia peggiore che le debbo dare. Un vostro compagno è venuto da noi per denunciare le vostre attività, ha raccontato di un tentativo cospiratorio, ha fatto dei nomi. Ha detto che tra poco succederà qualcosa di grosso.
Ma non è vero.
Lo sappiamo benissimo. Sappiamo che mente. Con tutto il rispetto, signorina, non siete un pericolo e non mi pare lo sarete mai, visto le persone vi guidano. Non siete capaci altro che di scrivere illeggibili manifesti. So che la pensa come me, ma naturalmente non voglio che lo ammetta. Ma di fronte a una tale denuncia, capisce che non possiamo far finta di nulla. Occorre alzare un po’ di polvere. Fare un po’ di teatro. Però non voglio che lei e le sue compagne siano coinvolte. Magari quella sera potreste andare al Cabaret Voltaire. Esita un momento. E il signor Richter potrebbe essere da qualche suo amico artista. Se non vi troveremo lì, non vi verremo certo a cercare a casa. Naturalmente per un paio di settimane dovrete sospendere le attività, ma vedrete che dopo Natale ci saremo dimenticati di tutto. E quindi la scuola potrà ricominciare. 
I pensieri affollano la testa di Adelaide. Non sa cosa dire. Non sa cosa pensare. Potrebbe essere una trappola, ma istintivamente e senza saperselo spiegare lei si fida di quell’uomo. Ma adesso è un altro dubbio che la tormenta. Sente che lui non le ha detto tutto. Osserva l’uomo davanti a lei che giocherella con la tazzina vuota. Di colpo ha capito. Lei sa cosa lui sta per dirle, eppure ha paura di sentirselo dire.
Il suo sguardo mi dice che lei sa. Mi creda, mi dispiace davvero. 
Ma perché l’ha fatto? 
Signorina, credo che lei lo sappia meglio di me, forse non vuole saperlo. 
Quindi vuole diventare il padrone della fabbrica, per questo corteggia la figlia di Klemper. 
Klemper è un vecchio reazionario, e potrebbe aver preteso da Giulio un gesto di riparazione e cosa meglio che fingersi un infiltrato all’interno del movimento sindacale. Per dare una mano a smantellarlo. 
Adelaide non riesce a trattenere le lacrime.
Vuole rimanere da sola?
No. Le dispiace restare un po’ con me?
L’uomo le prende la mano. Tenga il fazzoletto, signorina.

continua… 


per chi se le ha perse, ecco la “puntate precedenti“…

Di Luca Billi

Luca Billi, nato nel 1970 e felicemente sposato con Zaira. Dipendente pubblico orgoglioso di esserlo. Di sinistra da sempre (e per sempre), una vita fa è stato anche funzionario di partito. Comunista, perché questa parola ha ancora un senso. Emiliano (tra Granarolo e Salsomaggiore) e quindi "strano, chiuso, anarchico, verdiano", brutta razza insomma. Con una passione per la filosofia e la cultura della Grecia classica. Inguaribilmente pessimista. Da qualche tempo tiene il blog "i pensieri di Protagora" e si è imbarcato nell'avventura di scrivere un dizionario...

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