Francesco Cecchini

 

POR MILAGRO SALA

Te ocultan                                                                         

En la cueva más oscura                                                   

Del manto que cubre Jujuy.                                                  

Tus alas resaltan                                                        

Blancas en tanta oscuridad                                              

Libres                                                                               

Te buscan.                                                                   

Pablo Campos

Il Comitato per la libertà di Milagro Sala ha consegnato lo scorso primo agosto al presidente argentino, Mauricio Macri, una petizione firmata da 45,970 persone per chiedere la liberazione immediata della dirigente sociale detenuta a Jujuy (nord dell’Argentina). “I sottoscritti chiedono l’immediato rilascio della leader sociale e deputata di Parlasur Milagro Sala e degli altri prigionieri politici dell’organizzazione Tupac Amaru. ll governo argentino deve porre fine alle violazioni dei diritti umani e impegnarsi a non usare mai più arbitrarie reclusioni come una forma di persecuzione e repressione  del dissenso politico.” Nella petizione, pubblicata sul sito www.liberenamilagro.org, vi sono firme importanti tra le quali quelle di Dilma Roussef di Noam Chomsky, di Julian Assange, di Baltasar Garzón e di Oliver Stone. Hanno inoltre aderito organizzazioni quali le Abuelas de Plaza de Mayo y Madres de Plaza de Mayo – Línea Fundadora, il Centro de Estudios Legales y sociales (CELS), la Liga Argentina por los Derechos del Hombre (APDH) e Human Rights Watch

La consegna della petizione a Macrì è avvenuta quattro giorni dopo che la Commissione Inter-Americana sui Diritti Umani (CIDH) si sia espressa a favore di Milagro Sala. La CIDH ha invitato il governo argentino a prendere misure alternative alla detenzione come gli arresti domiciliari o che Milagro Sala possa affrontare i processi futuri in libertà, se pur controllata. Inoltre la CIDH ha affermato che il governo argentino ha l’obbligo di conformarsi alla decisione della Commissione sulle detenzioni arbitrarie dell’ONU che ha affermato che la detenzione di Milagro Sala è arbitraria e deve essere rilasciata. La presa di posizione sia della CIDH che della Commissione sulle detenzioni arbitrarie dell’ONU sono storiche.

Per capire l’ambiente e la fase nelle quali in Jujui e in Argentina sono maturate la repressione e la detenzione arbitraria di Milagro Sala indico il saggio dello scrittore Daniel Cecchini pubblicato lo scorso aprile dalla rivista Zoom.

http://revistazoom.com.ar/jujuy-un-globo-de-ensayo

Il link con un recentissimo documentario su Milagro Sala è il seguente:

https://www.youtube.com/watch?v=m-_vlBJlOYE

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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