Che con la famigerata gestione Almagro il “ministero delle colonie”, nell’azzeccatissima definizione di Fidel Castro dell’Osa, sia oggi uno degli strumenti più efferati utilizzati dagli Stati Uniti è fuor di dubbio. Ultima prova il tentativo maldestro dell’estrema destra golpista boliviana – protagonista con il sostegno degli Stati Uniti e dei soliti media compiacenti del colpo di stato che ha esautorato l’ex presidente Evo Morales subito dopo l’affermazione elettorale alle presidenziali dell’ottobre scorso – di utilizzare questa organizzazione per rallentare il processo elettorale nel paese. A margine, che sia stato un golpe con mesi di ritardi lo ha confermato recentemente anche il New York Times. Come al solito, se leggete l’AntiDiplomatico non avete necessità di aspettare i tempi del NYT.
Dura la risposta di Evo Morales che ha denunciato su Twitter le azioni illegittime per impedire al popolo boliviano di esprimersi con un voto contro la giunta golpista di estrema destra guidata da Anez.
Il leader dell’estrema destra, Luis Fernando Camacho, ha invitato nei giorni scorsi Luis Almagro a pronunciarsi sul “rischio” sanitario per la pandemia Covid e per “il meccanismo fraudolento interno al MAS che rimane intatto per il fraudolento processo elettorale osservato dall’Osa”. E che anche il Nyt ha dovuto ammettere essere una fake news, ma sempre quando l’opinione pubblica era stata indottrinata ad accettare la giunta golpista di estrema destra filo Usa.
Dura anche la reazione del candidato alla presidenza per le elezioni di settembre in Bolivia del Movimento per il socialismo (MAS), Luis Arce, che ha respinto le accuse degli oppositori delle elezioni, “che usano il Covid-19 come scusa per impedire le elezioni”. L’ex ministro dell’economia durante i governi Morales Arce ha affermato che “il popolo boliviano sta riponendo le proprie speranze proprio nelle elezioni per poter risolvere questo problema della pandemia generata con un governo transitorio, con un governo di fatto che non è in grado di risolvere il problema”.