Mentre media e politici occidentali continuavo con la loro offensiva contro il presidente bielorusso Aljaksandr Lukašėnka, il capo di stato ha risposto accusando i paesi della NATO di pesanti ingenerenze nell’ex repubblica sovietica. Lukašėnka ha denunciato i finanziamenti provenienti da occidente in favore dei manifestanti dell’opposizione, al fine di destituire lo stesso presidente per favorire l’ascesa di Svjatlana Cichanoŭskaja, attualmente in Lituania. “Fanno di tutto per portare qui il presunto nuovo presidente. Si appella agli stati occidentali, in questo caso a quelli della NATO, per proteggere la popolazione”. Lukašėnka ha infine accusato i paesi della NATO di preparare operazioni militari contro la Bielorussia, “il che metterebbe fine alla Bielorussia che conosciamo”: “Ho detto che dobbiamo prima difendere la perla occidentale della Bielorussia, il cui centro è a Hrodna, e prendere misure più severe in modo da difendere l’integrità territoriale del nostro paese”.
“Gli Stati Uniti stanno pianificando e dirigendo, e gli europei stanno al gioco“, ha detto, aggiungendo che “un centro speciale” è stato istituito vicino a Varsavia. “Sai, quando ci sono disordini nelle vicinanze e carri armati e aerei iniziano a muoversi, non è una coincidenza“, ha sottolineato il presidente, facendo riferimento ad un modus operandi spesso utilizzato per destabilizzare Paesi ostili agli USA.
Sabato il presidente ha anche ordinato al ministro della difesa e al comandante del Comando operativo occidentale di fare tutto il possibile per proteggere la regione occidentale della Bielorussia “adottando le misure più severe“. Il discorso di Lukašėnka ha avuto luogo durante una manifestazione nella provincia di Hrodna, nella parte occidentale del territorio nazionale, al confine con Polonia e Lituania, dove la Bielorussia ha in programma di svolgere esercitazioni militari tattiche tra il 28 e il 31 agosto. Il presidente ha denunciato che la NATO, aumentando la sua presenza ai confini del paese, sostiene la destabilizzazione del paese: “Le corrispondenti azioni e dichiarazioni dei paesi occidentali sono già un intervento diretto nella situazione del paese“, ha ribadito.
Il Ministero della Difesa bielorusso aveva infatti precedentemente affermato lo svolgimento delle esercitazioni militari nella parte occidentale del paese, al confine con Lituania e Polonia, Paesi membri tanto dell’Unione Europea quanto della NATO, nei quali si stanno svolgendo mobilitazioni militari giudicate ostili da Minsk. Lo stesso Lukašėnka ha recentemente denunciato lo “spostamento delle truppe della NATO nei territori di Polonia e Lituania“. La nota del Ministero della Difesa indica nelle sue informazioni che per l’esercitazione saranno mobilitati paracadutisti, fanteria meccanizzata, carri armati, divisioni di artiglieria, veicoli aerei senza equipaggio e truppe da combattimento radioelettroniche. Il generale Viktor Khrenin, ministro della difesa e capo delle forze armate, ha affermato in maniera esplicita che le esercitazioni a causa di “interferenze negli affari interni” della Bielorussia da parte dell’Unione Europea, che non ha riconosciuto il risultato delle ultime elezioni presidenziali vinte da Lukašėnka.
Il capo di stato ha a sua volta incaricato il Comitato per il confine di Stato di rafforzare la difesa del perimetro dei confini per impedire la penetrazione in Bielorussia di combattenti, armi, rifornimenti e denaro da altri paesi per finanziare le proteste. Lukašėnka ha precisato che “il Ministero della Difesa deve prestare particolare attenzione al trasferimento delle truppe della NATO nel territorio di Polonia e Lituania. Dobbiamo seguire i loro movimenti e piani. Ecco perché dobbiamo prendere provvedimenti”.
Le parole del presidente Lukašėnka e del ministro Khrenin fanno eco a quanto affermato di recente dalla portavoce del Ministero degli Esteri della Federazione Russa, Maria Zacharova, che a sua volta ha denunciato le interferenze straniere negli affari interni della Bielorussia. Le parole di Zacharova sono arrivate come reazione alla decisione del governo lituano di includere il capo di stato bielorusso nell’elenco delle trentadue persone contro le quali la Lituania prenderà sanzioni, considerata da Mosca come un’interferenza politica. Il presidente della repubblica baltica, Gitanas Nausėda, ha infatti chiesto all’Unione europea di adottare sanzioni contro il governo di Minsk: “La risoluzione lituana offre un solido argomento sull’ingerenza dell’Occidente”, ha affermato Zacharova.
Sull’argomento è intervenuto anche il presidente russo Vladimir Putin, che nella giornata di giovedì 20 agosto ne ha discusso con il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel. “La Russia ha sottolineato che qualsiasi pressione sulla leadership dello stato sovrano bielorusso e interferenza straniera nei processi interni che si svolgono nel paese erano controproducenti”, si legge nella nota ufficiale rilasciata dal Cremilino, secondo la quale “è stato confermato che è nell’interesse sia della Russia che dell’Unione Europea che la situazione in Bielorussia torni alla normalità il prima possibile“.
Oltre al lancio delle esercitazioni militari ed al rifiuto delle ingerenze straniere nelle questioni politiche interne, Lukašėnka ha inoltre ordinato al Ministero dell’Interno di riportare l’ordine nel Paese: “Non devono esserci più rivolte a Minsk. La gente è stanca, la gente chiede pace e calma“. “Ci sono molte persone abituate a vivere in un paese tranquillo. E dobbiamo restituire loro questo paese tranquillo“, ha aggiunto il leader bielorusso.
Alla luce dei recenti accadimenti, in questo momento riteniamo prioritario difendere la Bielorussia dalle ingerenze da parte delle potenze imperialiste occidentali. Le criticità riguardanti le questioni interne potranno essere risolte dalle forze sociali presenti nel Paese in connubio con il legittimo governo guidato dal presidente Aljaksandr Lukašėnka solamente dopo aver riportato la stabilità ed aver posto fine alle mire degli Stati Uniti e dei loro vassalli europei.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog