Non si placa la polemica in casa 5 Stelle dopo l’approvazione, in commissione Affari Costituzionali della Camera, del testo base della nuova legge elettorale proporzionale che prevede, oltre allo sbarramento al 5% e al diritto di tribuna (già presente nella legge elettorale varata nel Ventennio fascista, la cosiddetta Legge Acerbo del 1924), il più efficace strumento di autoconservazione della Casta: le liste bloccate. Bye bye, dunque, preferenze, vecchio cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle. In altre parole, a scegliere chi entrerà nel Parlamento a 600 (laddove dovesse vincere il Sì), alla scadenza dell’attuale legislatura, non saranno i cittadini ma i capibastone dei partiti. E c’è da scommettere che la scelta ricadrà sui fedelissimi che saranno, a quel punto, ancora più ricattabili e “controllabili”. Un’intenzione peraltro dichiarata pubblicamente, lo scorso 3 settembre, dall’onorevole grillino Manuel Tuzi.

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Come abbiamo visto, a dare per prima sui social la notizia dell’adozione del testo base della nuova legge elettorale (con liste bloccate), è stata, l’altro ieri, la deputata 5 Stelle Sabrina De Carlo. Da lì è partito il tam tam e tantissimi attivisti della base 5 Stelle hanno inondato la bacheca di De Carlo di commenti critici. In tanti, addirittura, stanno rivedendo la loro posizione sul referendum: “O preferenze o voto no”, è il leit motiv più diffuso. Foto dalla bacheca di De Carlo.

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E come se non bastasse, a scagliarsi contro la scelta delle liste bloccate, non sono solo gli attivisti ma anche un “pezzo da novanta” del Movimento, l’europarlamentare 5 Stelle Ignazio Corrao: “L’ultima volta che i cittadini italiani hanno avuto la possibilità di eleggere direttamente i propri rappresentanti in parlamento – scrive il parlamentare europeo – è stato ad aprile 1992. 28 anni e mezzo fa. Da allora il diritto di scegliere chi ci deve rappresentare in parlamento è stato “de facto” soppresso”. Ma non solo: “Vuol dire – continua Corrao – che tutti quelli nati dopo il 23 aprile 1974 (come me che sono dell’84), non hanno mai avuto l’opportunità di scegliere i propri deputati e senatori. Possiamo scegliere a livello comunale, regionale ed europeo. A livello nazionale NO. Non ci è consentito”. La nota dell’europarlamentare si conclude con un invito netto: “Quindi, ricapitolando, persone che non hanno mai preso un voto decidono, votando le leggi, della vita di 60 milioni di cittadini. Cosa c’è di più antidemocratico? rimettete le preferenze, fate scegliere ai cittadini!”

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Un brutto colpo per il Sì al referendum, che sembra sempre più in affanno nell’ultimo miglio della campagna referendaria. I big sono tutti in movimento. La parola d’ordine è: non dare segni di nervosismo e mostrarsi tranquilli. Parola d’ordine che la senatrice Paola Taverna e il sottosegretario Giancarlo Cancellieri hanno preso talmente alla lettera che in un video, postato da Taverna, appaiono allegri e festanti mentre in auto, con la sobrietà istituzionale che richiederebbe il momento, ballando e cantando “Don’t stop me now” dei Queen, rientrano da un comizio a Macerata: “Ma che c’avranno questi da ridere che c’è mezza Italia in cassa integrazione”, commenta qualcuno.

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Nel video, disattendendo al principio fondativo dell’Honestà (se non altro all’honestà sul codice della strada) e disattendendo al principio di precauzione anti-contagio, previsto per i comuni cittadini, Cancellieri (sottosegretario ai trasporti, sic!) appare senza la cintura di sicurezza, prevista anche per i passeggeri dei sedili posteriori (pena la multa) e, assieme a Taverna, pure senza mascherina (pena la multa). Che neanche fossero l’influencer Angela che dalla spiaggia di Mondello ha conquistato l’Italia con il motto “Non ce n’è Covid”.

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Fortebraccio News

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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