Francesco Cecchini

Luis Arce e Evo Morales del MAS-IPSP

Il colpo di Stato iniziato il 10 novembre 2019 per defenestrare l’ex-presidente Evo Morales dal potere, oltre la repressione con morti, feriti, imprigionamenti è stato il tentativo di abolire la democrazia in Bolivia, ferendola gravemente, ma non a morte.                                                                     

E’ stato appoggiato dall’ imperialismo americano, che da sempre si è opposto ai governi del MAS di Evo Morales.  Donald Trump ha messo in atto azioni per espellere il MAS dal governo boliviano, dapprima in modo poco appariscente e poi senza dissimulazioni. Portato a termine il colpo di stato, la presidentessa provvisoria, Jeanine Áñez, ha ringraziato il Segretario di Stato, Mike Pompeo, per il sostegno ricevuto. Le interferenze imperialiste, comunque, continuano. Recentemente Evo Morales ha informato  che le recenti dimissioni dei candidati di destra alle elezioni sono state fatte per ordine degli Stati Uniti.  Per creare un fronte comune per evitare una possibile vittoria del MAS, i partiti politici boliviani Acción Democrática Nacionalista, Libre 21 e  MNR ( Movimento Nazionalista Rivoluzionario), hanno rinunciato a una patecipazione diretta..

Un ruolo fondamentale nella riuscita del colpo di Stato lo ha avuto la gerarchia ecclesiastica, non a caso una delle immagini più simboliche dell’autoproclamata presidente Jeanine Añez è stata la sua entrata nel palazzo presidenziale con in mano un’enorme Bibbia, in un paese che dal 2009 si è dichiarato laico.

Inizialmente previste per il 6 maggio, le elezioni presidenziali boliviane erano state posticipate una prima volta a settembre, a causa dell’epidemia da covid-19. Il governo golpista di Jeanine Áñez, oltre a dimostrare di non essere in grado di gestire l’emergenza sanitaria, sta utilizzando la pandemia per evitare lo svolgimento delle elezioni ed il conseguente ritorno al potere del Movimiento al Socialismo – Instrumento Político por la Soberanía de los Pueblos (MAS-IPSP), il partito di Evo Morales, il cui candidato Luis Arce guida con margine tutti i sondaggi pubblicati fino ad ora. Comunque le elezioni presidenziali si terranno il prossimo 18 ottobre.

La situazione attuale in Bolivia è ben analizzata in una nota di Marco Consolo, rsponsabile Esteri di Rifondazione Cominista. Il link con la nota è il seguente:

http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=44236&fbclid=IwAR1DM93YyKjOMytdz12fhVkD0jJURsucvFH9-9hWg9VniT4BueZGMdGS4LE

La Direzione  Nazionale del MAS-IPS Movimiento Al Socialismo – Instrumento Político por la Soberanía de los Pueblos con una lettera ufficiale ha appena richiesto al TSE, Tribunale Supremo Elettora che garantisca la trasparenza del processo elettorale e che dia la lista degli osservatori dell’ OEA (Organización de Estados Americanos) per verificare che non siano gli stessi che hanno favoriio el golpe del novembre 2019. Con riferimento a tutto ciò Evo Morale ha apprezzato  il fatto che vi sono molte organizzazioni ed entità che accompagneranno le elezioni come “il gruppo di Puebla, Unasur, Nazioni Unite, Unione europea e persino l’ex presidente del Paraguay, Fernando Lugo”.

Importante è l’ Appello alla  Missione di osservatori dell’Unione Europea in Bolivia, per elezioni trasparenti e legali diffuso da Patria Grande Italia

– Alla Presidente dell’Unione Europea – Ursula Von Der Layen

– All’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e di Sicurezza UE – Josep Borrell

– Al Presidente del Parlamento Europeo – Davide Sassoli

– Ai componenti del Parlamento Europeo

– Il 18 ottobre prossimo si terranno in Bolivia le elezioni più importanti della sua storia, che potranno determinare il recupero della democrazia e la  pacificazione del Paese, attraverso il dialogo, nel rispetto della volontà popolare e dello stato di diritto. Una tappa democratica attesa e importante, che non può essere vanificata da frodi o da un processo elettorale non trasparente e non legale che precipiterebbe il Paese in un conflitto pericoloso e doloroso per tutti. Chiediamo alle associazioni europee e internazionali attive nella promozione e nel rispetto dei diritti umani, alle associazioni civiche e democratiche, alle organizzazioni sindacali, ai Gruppi Parlamentari del Parlamento Europeo e dei singoli Parlamenti Nazionali di accompagnare e sostenere questo processo elettorale attraverso l’invio di missioni di osservatori elettorali internazionali.

– Chiediamo all’Unione Europea di mantenere l’impegno di sostenere lo svolgimento di elezioni pacifiche, credibili e trasparenti in Bolivia con l’invio di una missione di osservatori elettorali, impegno già assunto e comunicato pubblicamente dal Rappresentante per gli Affari esteri e di Sicurezza dell’UE Josep Borrell il 10 agosto 2020.

– Chiediamo che sia rivista e superata la successiva decisione, comunicata dallo stesso Josep Borrell, di declassare la missione di Osservatori Europei a “Missione di Esperti Elettorali”, costituita solamente da 5-6 esperti e che, in questa forma e per il numero irrilevante dei suoi componenti, rappresenterebbe una presenza inutile, esclusivamente formale, senza alcun ruolo sostanziale di osservazione e verifica del processo elettorale in un Paese vasto e territorialmente complesso come la Bolivia. Una decisione di disimpegno tanto importante e grave non può essere affidata ad un comunicato stampa del rappresentante della politica estera dell’UE, ma deve coinvolgere nella comune assunzione di responsabilità la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, le istituzioni europee nel suo complesso ed i rappresentanti del Parlamento Europeo.

– Chiediamo che sia mantenuto l’  impegno dell’Unione Europea per accompagnare e sostenere il processo elettorale del 18 ottobre in Bolivia affinché si svolga nelle condizioni di piena trasparenza e legalità e contribuisca al recupero della democrazia, della convivenza pacifica, della prosperità economica e sociale e della serenità per tutti i boliviani.

– Chiediamo che il mantenimento degli impegni precedentemente assunti dall’Unione Europea si concretizzino nell’invio di una delegazione istituzionalmente rappresentativa, tecnicamente esperta e numericamente adeguata a svolgere l’importante funzione di osservatore elettorale. Una delegazione che dovrà essere messa in condizione di operare in sicurezza, nelle sedi centrali e in tutto il territorio nazionale della Bolivia.

– Se l’  Unione Europea è, come dice di essere, uno dei principali partner della Bolivia, non può rinunciare alle sue responsabilità, né delegarle ad altri soggetti internazionali le cui azioni non appaiono finalizzate al recupero della democrazia e al rispetto dei diritti umani fondamentali delle persone e delle comunità. Nel processo elettorale del 18 ottobre in Bolivia, l’Unione Europea deve essere un soggetto attivo fondamentale, nel rispetto delle sue ispirazioni originarie e degli impegni assunti. Questo si aspettano le cittadine ed i cittadini che compongono lo straordinario pluralismo umano e culturale dello Stato Plurinazionale di Bolivia. Questo chiedono le cittadine e i cittadini europei alle loro istituzioni: impegno per la democrazia, coerenza, responsabilità.

Luciano NERI (Presidente del CENRI – Centro Relazioni Internazionali); Arturo SALERNI  (Presidente Coalizione per le Libertà e i Diritti Civili); Franco DANIELI (già viceministro degli Esteri – Italia); Sandro RUOTOLO (senatore e giornalista); Enrico CALAMAI (Diplomatico – già Console d’Italia a Buenos Aires); Mario CAPANNA (giornalista e scrittore); Alì RASHID (analista internazionale e saggista); Jorge ITHURBURU (Presidente 24marzo Onlus); Uliano LUCAS (fotografo e giornalista); Guido POLLICE (Presidente Green Cross Italia); Gennaro CAROTENUTO (Storico, docente e giornalista); Padre Achille ROSSI (Educatore, Presidente Centro Studi L’Altrapagina); Andrea Rodrigo RIVAS (economista); Letizia BATTAGLIA (fotografo e giornalista); Gianni TARQUINI (analista internazionale e saggista); Nadia ANGELUCCI (Giornalista e scrittrice); Rodolfo RICCI (Segretario Fiei- Federazione Italiana Emigrazione Immigrazione); Ulderico SBARRA (Centro Studi Naz.le CISL – Conf.ne Italiana Sindacati Lavoratori); Antonio GUERRINI (Direttore l’altrapagina); Fabio MARCELLI (Dirigente di Ricerca Istituto Studi Giuridici Int.li del CNR); Grazia Portoghesi TUZI ( Docente Universitaria, attivista Diritti Umani); Gaspare NUCCIO (giornalista); Yara VALVERDE (Ricercatrice e botanica); Andrea DE LOTTO (Pressenza International Agency); Marco CONSOLO (analista America Latina); Michela ARRICALE (Gruppo di Intervento Giuridico Int.le).

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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