India, Modi verso il blocco di internet per tentare di fermare la solidarietà internazionale ai contadini. Rihanna e Thunberg finalmente sollevano l’attenzione del mondo.

È guerra tra il governo indiano i social. Modi nel maldestro tentativo di difendersi dalla grande offensiva politica e sociale dei contadini, che intanto hanno annunciato di voler continuare nella loro lotta contro le cosiddette riforme agricole in base a una precisa agenda di scadenze dà ordine di censurare Twitter e si scaglia anche contro alcuni influencer che stanno sollevando un movimento di opinione mondiale contro la repressione delle lotte.
Il ministro alle Tecnologie Informatiche ha intimato alla piattaforma di rimuovere tutti gli account e i contenuti che esprimono solidarietà con la protesta dei contadini.
Lunedì sera Twitter, su richiesta del governo, aveva bloccato 100 account e 150 tweet, per poi riattivarli, “a dispetto delle direttive del governo, dice la nota di 18 pagine del ministro inviata oggi. La piattaforma, scrive il ministro, “è un soggetto intermedio tra il governo e i suoi utenti e deve rispettare le indicazioni ricevute. In caso di rifiuto il governo ha diritto ad azioni penali”, è la minaccia.
La nota si chiude allegando numerose precedenti sentenze della Corte Suprema sui poteri delle autorità in merito all’ordine pubblico.

Ira di Modi è arrivata anche contro la popstar Rihanna per un tweet di sostegno alle proteste dei contadini che ha fatto il giro del mondo e scatenato reazioni a catena da parte di altri personaggi famosi. 
“Perche’ non stiamo parlando di questo?”, aveva scritto la pop star sopra al link di un articolo della Cnn sui violenti scontri durante le manifestazioni degli agricoltori la settimana scorsa.
Al tweet di Rihanna, che ha oltre 100 milioni di follower, sono seguiti quelli Greta Thunberg (‘Solidarietà alle proteste dei contadini in India’) e della nipote della vicepresidente Usa Kamala Harris, Meena.
Immediata la reazione del governo indiano. In una nota il ministero degli Esteri ha accusato “personaggi stranieri” e “celebrities” di “sensazionalismo”. Il parlamento, si legge nel comunicato, ha approvato “una riforma del settore agricolo” dopo un ampio dibattito. “Ricorrere ad hashtag e a commenti sensazionalistici sui social media, non è né accurato né responsabile”.
Intanto, più di 140 avvocati indiani hanno firmato una lettera aperta che chiede al Presidente della Corte Suprema indiana, Sharad Arvind Bobde, di intervenire sul blocco di Internet.

La lettera, scritta dagli avvocati Sitwat Nabi e Abhish Hela, suggerisce che l’accesso a Internet va inteso come diritto umano fondamentale, perché consente agli individui di esprimersi. Gli avvocati ricordano inoltre una decisione della stessa Corte Suprema che, intervenendo sulla prolungata sospensione di Internet in Kashmir dal 5 agosto del 2019, aveva affermato che l’accesso a Internet è tutelato in India dell’articolo 19 della Costituzione.

http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2021/2/4/53857-india-modi-verso-il-blocco-di-internet-per-tentare-di/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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