L’operazione mediatica che mette insieme tutti i maggiori quotidiani e le testate giornalistiche italiane nella beatificazione di Draghi spiega molte cose: a partire dal cattivo stato di salute della libertà di stampa nel nostro Paese.
Crediamo in una stampa libera, nel “quarto potere” che ha la funzione di controllo sull’operato di politici, magistrati e sulle istituzioni democratiche. Tuttavia la precarietà di collaboratori e giornalisti pubblicisti che riempiono le pagine dei giornali per pochi euro a pezzo, e soprattutto le scelte degli editori e degli inserzionisti pubblicitari rendono questo “potere” sempre meno democratico.
Nella classifica sulla libertà di stampa, l’Italia nel 2020 era al 41° posto: il fatto che su ogni media in questi giorni compaia Draghi come “il salvatore”, “l’uomo pio”, “il sapiente”, “il generoso” è quindi il sintomo di una malattia degenerativa grave che ha a che fare con la crisi della democrazia in questo Paese.
Potere al popolo