Nell’ultimo rapporto sugli omicidi, l’Istat certifica che in generale in Italia calano gli omicidi, ma non quelli perpetrati contro le donne dentro le mura domestiche. Nel primo semestre del 2020 infatti i femminicidi sono stati quasi la metà del totale degli omicidi, con un picco tra marzo e aprile.
Beatrice Manca
La casa non è un luogo sicuro per tutti. Non lo è stato per le donne durante il lockdown: l’ultimo rapporto dell’Istat dedicato agli omicidi segnala che nel primo semestre 2020 i femminicidi sono stati quasi la metà del totale degli omicidi (45%), il 10% in più rispetto ai primi sei mesi del 2019 (35%). Tra marzo e aprile, il periodo più duro del lockdown, i femminicidi hanno raggiunto il picco del 50%. Nel 90% dei casi le donne sono state uccise da qualcuno della propria cerchia affettiva o familiare. Nel 61% si casa di un partner o di un ex partner. Insomma, da chi è più vicino, da chi dovrebbe proteggere. Al contrario, gli assassini di uomini hanno una mano sconosciuta nel 43% dei casi, o non identificata nel 21%.
Diminuiscono gli omicidi di uomini, aumentano quelli delle donne
I delitti contro le donne proseguono da anni senza soluzione di continuità, visto che nel 2019 il numero dei femminicidi aveva raggiunto quota 101 e nel 2018 la percentuale di uomini imputati di omicidio era stata del 93%. L’Istituto di statistica fotografa una situazione paradossale: l’Italia è oggi uno dei Paesi più sicuri al mondo rispetto al rischio di essere vittime di omicidio volontario. In generale gli omicidi sono in calo fin dagli anni Novanta, ma non quelli perpetrati contro le donne dentro le mura domestiche. Che al contrario aumentano: secondo i dati dell’ultimo rapporto, nel 2019 gli omicidi in ambito familiare o affettivo sono stati il 27,9% del totale di quelli compiuti da uomini e l’83,8% quelli che hanno avuto come vittime le donne. Una forbice che si allarga negli anni: quindici anni fa quelli compiuti da uomini erano il 12% e quelli che avevano come vittime le donne il 59,1%.
L’assassino è un partner o un familiare
Nel 2019, 55 omicidi di donne sono stati causati da un uomo con cui la donna era legata da una relazione affettiva con un marito, convivente o fidanzato. Si tratta del 49,5% dei delitti: significa che una vittima su due era legata sentimentalmente al suo assassino. Nello specifico, nel 70% dei casi l’assassino è il marito, mentre tra gli ex prevalgono gli ex conviventi e gli ex fidanzati. Agli omicidi dei partner si sommano quelli di altri familiari (il 22,5%, pari a 25 donne) e di altri conoscenti (4,5%; 5 vittime), valori complessivamente stabili negli anni. In minoranza i delitti commessi da ex partner: l’11,7%, cioé 13 donne.
Femminicidi più frequenti nelle Isole e nel Nord Est
Il rapporto dell’Istat fotografa anche la geografia dei femminicidi: nel 2019 il tasso di donne vittime dei partner è stato più elevato nelle Isole (0,36 per 100mila donne, contro lo 0,22 della media nazionale). Seguono il Nord Est (0,25) e il Nord Ovest (0,23). Sopra la media nazionale per femminicidi si trovano Abruzzo, Emilia Romagna, Liguria, la Sicilia e la Sardegna, con tassi da 0,45 a 0,36 per 100mila donne. Sono in ambito familiare i pochi omicidi dell’Umbria, della provincia di Trento e di Bolzano, e quasi tutti quelli accaduti in Piemonte, Liguria, Marche, Toscana, Campania, Calabria, Puglia e Sardegna. Unica eccezione: la Basilicata, dove non si sono invece registrati omicidi di donne per tutto il 2019.