Cambio di toni nel dibattito sulla politica fiscale in Germania. Il capo della cancelleria Braun si dice a favore di un allentamento della disciplina di spesa ancorata alla Costituzione dal 2009. E il ministro delle Finanze Scholz mette in guardia l’Ue da un rapido ritorno a politiche di austerità.
In un’intervista recente apparsa sul quotidiano economico Handelsblatt, Helge Braun, dal 2018 capo delle cancelleria di Angela Merkel, ha proposto di riformare quello che in tedesco si chiama Schuldenbremse (letteralmente freno al debito). La Schuldenbremse è quella legge costituzionale introdotta nel 2009 a seguito della crisi finanziaria globale che impone al governo federale un deficit strutturale, ovvero indipendente dalle fasi del ciclo economico, pari ad un massimo dello 0,35% del PIL nominale e pari a zero per i bilanci dei singoli Stati. L’introduzione della Schuldenbremse in Germania ha rappresentato l’inizio della fase dell’austerità nell’intera Eurozona servendo di fatto come modello “virtuoso” da seguire per i governi degli altri Paesi, Italia inclusa.
Braun suggerisce una riforma della legge costituzionale che permetta un aumento della spesa finanziata a debito e non dall’aumento delle tasse per sostenere la ripresa economica anche negli anni che seguiranno la fine della pandemia. Mentre per il 2020 e 2021 lo scostamento di bilancio è stato possibile grazie alle deroghe previste all’interno dello stesso apparato regolatore, occorre una riforma costituzionale che ne impedisca la riattivazione (prevista già per il 2022). Per finanziare la spesa necessaria per accellerare la ripresa dell’economia senza ricorrere all’aumento delle tasse il rispetto della disciplina di spesa della Schuldenbremse non sarà sostenibile, si scrive nell’articolo. Per questo si suggerisce la creazione di una sorta di corridoio decrescente nel tempo che permetta la creazione di nuovo debito ma solo fino ad una data prestabilita evitando così di dover decidere ogni anno caso per caso, con il rischio di ottenere uno scostamento continuo dalle regole di bilancio.
Quella che pur sembra una timidissima apertura alla possibilità di emettere nuovo debito ha acceso il dibattito all’interno della stessa coalizione di governo ed attirato le critiche della destra liberale. Le parole del capo delle cancelleria della Merkel sono state etichettate come “opinione personale” anche se è difficile immaginare che tali affermazioni siano state possibili senza il consenso della Merkel stessa, come scrive il Financial Times. La proposta di Braun ha ottenuto invece il sostegno dei Verdi, probabili alleati della CDU a guida Laschet nelle prossime elezioni di Settembre, e dei socialdemocratici dell’SPD. La Linke ha invece criticato come insufficienti le proposte di Braun e l’apparato della Schuldenmbremse come freno agli investimenti pubblici.
La Schuldenbremse è da anni oggetto di critica da parte di molti economisti, in particolare di scuola eterodossa. Achim Truger, economista del consiglio economico del governo che si esprime da anni contro la regola del freno al debito e all’austerità (in Germania ed in Europa) ha accolto positivamente il segnale arrivato dal governo. Già la scorsa estate Truger aveva lodato la politica fiscale espansiva messa in campo tempestivamente dal governo di Berlino ma aveva messo in guardia da un ritorno repentino al pareggio di bilancio. “La Schuldenmbremse è la spada di damocle che pende sul bilancio pubblico”, scrive Truger, aggiungendo che le deroghe che hanno permesso un aumento tempestivo della spesa entreranno presto in scadenza. In aggiunta entreranno in vigore le norme che prevedono il rimborso del debito aggiuntivo concesso per il periodo di crisi. Questo significa che nel peggiore dei casi le conseguenze saranno tagli alla spesa pubblica e aumenti delle tasse già a partire dal 2022 con il rischio di frenare la ripresa nel dopo pandemia e di cancellare importanti investimenti pubblici a sostegno della transizione socio-ecologica dell’economia e della digitalizzazione, aggiunge Truger.
In un’intervista della scorsa settimana Truger ha inoltre ricordato come gli investimenti pubblici siano la vittima designata delle politiche di consolidamento di bilancio e che gli economisti discutono da diversi anni, persino da prima dell’introduzione della Schuldenmbremse, riguardo la possibilità di sottrarre la spesa per investimenti pubblici dal tetto massimo di spesa pubblica a debito. Se il debito serve a finanziarie importanti investimenti pubblici è giusto che le generazioni future constribuiscano al loro finanziamento. Al contrario, aggiunge Truger, sarebbe peggio se non si investisse a sufficienza così da mettere in pericolo davvero il futuro delle nuove generazioni.
Si aggiungono inoltre a sopresa le parole del Ministro delle finanze Scholz, nonchè candidato a ruolo di cancelliere per i socialdemocratici alle elezioni del Bundestag di settembre. Nel suo discorso tenuto alla teleconferenza Europe 2021 organizzata dai maggiori quotidiani del Paese, il ministro Scholz ha dichiarato che imporre l’austerità dopo la crisi globale del 2009 è stato un “grave errore” del governo federale dell’epoca. Scholz aggiunge che “la politica di austerità non è una buona idea per l’Europa” e mette in guardia gli Stati europei dal ritorno a politiche restrittive. “La Germania non deve comportarsi come “maestro” o come controllore dei conti degli altri Paesi” aggiungendo ancora come sia importante tenere insieme l’Europa in questo momento e che la Germania è seria sulla solidarietà con il resto d’Europa. Che si stia aprendo un nuovo corso nella politica economica in Germania, e di conseguenza in Europa, dato il peso che Berlino ha avuto ai tavoli negoziali negli ultimi dieci anni? Forse è ancora prematuro parlare di una vera svolta nella politica fiscale europea ed occorre aspettare il risultato delle elezioni di settembre.
Intanto l’Italia sta affrontando la terza recessione in poco più di una decade. L’esperienza della crisi del debito del 2011-2012 ha dimostrato nei fatti come l’austerità non abbia risolto in alcun modo il problema del debito pubblico in Italia ma abbia soltanto contribuito a frenare la crescita e di conseguenza al peggioramento del rapporto debito-PIL. La politica italiana dovrebbe seguire con interesse la discussione che si è aperta in Germania. Altri dieci anni di austerità per il Paese saranno insostenibili. L’Italia, dove la disciplina di bilancio è stata ampiamente rispettata a discapito dei servizi pubblici, della sanità e della scuola, dovrebbe cogliere l’opportunità di far valere la propria posizione in Europa ora che si sta finalmente infrangedo il tabù dell’austerità. Ancora una volta l’Europa sarà forgiata dalle sue crisi e sarà la somma delle soluzioni trovate, come diceva Jean Monnet più di mezzo secolo fa. Speriamo che questa volta si vada nella direzione giusta.
Articoli citati:
Finanzminister Scholz warnt vor Sparkurs in Europa nach der Coronakrise, Handelsblatt 2/2/2021
Die Schuldenbremse ist ein Damoklesschwert, Handelsblatt 27/08/2020
Das ist der Plan für Deutschland nach Corona, Handelsblatt 26/1/2021
Braun will Schuldenbremse aussetzen – heftiger Protest aus eigenen Reihen, Tagesspiegel 26/1/2021
Europe should pay attentio to Germany’s debt brake debate, Financial Times 2/2/2021 https://www.ft.com/content/6f741730-38f4-4983-b496-07f33f632e57
Das ist ein wichtiger Anstoß aus dem Kanzleramt, n-tv 26/1/2021
https://www.n-tv.de/politik/Das-ist-ein-wichtiger-Anstoss-aus-dem-Kanzleramt-article22317624.html
Rietlzer K. and Truger, A. Is the “Debt Brake” behind Germany’s successful fiscal consolidation? Revue de l’OFCE, May 2019
https://www.ofce.sciences-po.fr/pdf/revue/2-201901OFCE.pdf