Riceviamo e pubblichiamo

a cura di Enrico Vigna

Il generale americano parallelamente a Biden, ha definito la Russia una minaccia. Niente di nuovo negli orizzonti statunitensi. L’Europa si accoda.

Sta emergendo un nuovo innalzamento di tensione nelle relazioni tra Russia e Stati Uniti. Negli Stati Uniti, come in Europa, si parla sempre più di “minaccia russa” e di nuove sanzioni.

Anche nel recente forum annuale della NATO Air Force Association, in una intervista a Life, il generale americano, presidente del Comando europeo delle forze armate statunitensi e comandante in capo delle forze congiunte della NATO in Europa, Tod Walters, ha ribadito che la Russia è una minaccia per l’esistenza stessa degli Stati Uniti e dei loro alleati nel continente europeo.

Secondo il generale, Mosca continua a “scuotere la barca” in tutto il mondo, nonostante le pressioni economiche e la condanna internazionale, così come altre azioni contrarie. 

Nella sua dichiarazione, Walters ha investito la Russia delle solite classiche accuse. In particolare, ha affermato che Mosca sta cercando di preservare la sfera di influenza dell’URSS e sta cercando di seminare discordia tra gli alleati degli Stati Uniti per indebolirli. Inoltre, il generale ha attirato l’attenzione sul fatto che la Russia utilizza, in questa strategia, formazioni militari non statali. Ha inoltre asserito che Russia e Cina stanno militarizzando l’Artico, cercando di preparare l’area per creare una loro zona di influenza.

Anche il neo presidente USA Joe Biden ha nuovamente attaccato la Russia.Durante la Conferenza sulla sicurezza di Monaco ha rinnovato le vecchie accuse contro Mosca. Il presidente statunitense ha ripetuto che la Russia vuole indebolire il “progetto europeo” e la NATO, ed è un nemico pericoloso. Biden ha anche affermato la necessità della protezione dell’indipendenza dell’Ucraina.

La Duma di Stato russa ha reagito con durezza alle parole di Biden e Walters. 

In una conversazione con RIA Novosti, il deputato Ruslan Balbek di Russia Unita,

 ha detto: “I membri della NATO stanno guardando Mosca con inquietudine, perché capiscono che “saranno respinti da tutte le direzioni” in caso di aggressione alla Russia. Il desiderio della NATO è quello di disarmare la Russia, ma sappiano che non si avvererà. Le dichiarazioni di Biden sono “ampollosità“, rivolte ad  adulatori e debitori, come l’Ucraina. Non c’è posto per la Russia su questa terra, nella filosofia del presidente americano. Per loro il nostro paese non dovrebbe esistere, o essere pienamente subordinato alla NATO…Riguardo alle condizioni degli Stati Uniti per la revoca delle sanzioni, quando Washington dice di essere disposta a revocare le restrizioni, se la Russia abbandona la Crimea, ribadiamo con chiarezza, che la penisola rimarrà parte della Russia, nonostante eventuali minacce. Non c’è niente con cui possono spaventarci e lo sanno, per questo continuano queste campagne verbosamente ostili e oltraggiose”.

Niente di nuovo

Queste dichiarazioni e campagne anti russe, fanno parte di una “tradizionale” cultura storicamente russofoba. Andrebbe ricordato che già nel 1871, l’intellettuale e politico russo Nikolay Danilevsky, nella sua opera più importante  Russia ed Europa, espose il suo pensiero e lettura storica, secondo cui “l’Europa riconosce la Russia come qualcosa di estraneo a se stessa, e non solo aliena, ma anche ostile“, e che gli interessi fondamentali della Russia dovrebbero agire come un “contrappeso all’ostilità dell’Europa“.

Sono passati centocinquanta anni da quando quell’opera è stata pubblicata, il mondo è cambiato: sviluppo di moderne tecnologie e loro utilizzo nella vita quotidiana, flusso continuo di informazioni, scoperte scientifiche, nuove conoscenze, condivisione della ricchezza culturale, dovrebbero indurre a confrontarci sulle relazioni tra stati e popoli, che dovrebbero produrre sforzi congiunti per superare i contrasti e salvare l’umanità dalla catastrofe di una guerra che sarebbe devastante per tutti. Eppure il fondamento del concetto di relazione Europa/occidente e Russia/popoli slavi (e questo aspetto specifico, da oltre venti anni l’ho riscontrato personalmente in centinaia di incontri e conferenze, sulla guerra in Jugoslavia) ancora oggi è  ancora quello di 150 anni fa: ostilità e senso di superiorità culturale e storica.

Una riflessione andrebbe fatta sul perché l’occidente dovrebbe amare o odiare la Russia. Politicamente è inaccettabile  fondare qualsiasi tipo di approccio e relazione reciproca, su un di archetipo di questo genere. Le concezioni e strategie di politica estera della Russia, si riassumono primariamente sulla garanzia della sicurezza, della sovranità, dell’indipendenza e dell’integrità territoriale dello stato russo e sulla realizzazione di condizioni esterne favorevoli per il suo sviluppo progressivo. La Russia e l’Europa hanno una lunga storia che risale a secoli fa. Lungo il cammino della storia ci sono state guerre e periodi di cooperazione reciprocamente vantaggiosa. 

Al di là di ciò che viene dichiarato o perseguito dai nemici dei popoli indipendenti e dei loro interessi, la Russia è una parte inseparabile dell’Europa, così come l’Europa non può essere considerata “compiuta” senza la Russia.

Per questo è basilare per tutta l’umanità, sostenere e lavorare strategicamente, non per favorire il disfacimento, ma per lo sviluppo di nuovi tipi di relazioni bilaterali, che riflettano le esigenze e gli interessi degli stati e popoli indipendenti e sovrani, in una reciproca consapevolezza e rispetto di differenze.

Negli ultimi anni l’Unione europea era diventata il principale partner economico estero della Russia e sono stati costruiti canali per una cooperazione reciprocamente vantaggiosa in molti ambiti. Ciò nonostante, le relazioni UE-Russia ultimamente si sono fermate , a causa di pressioni e ricatti della potenza statunitense che soggioga e controlla i governi europei. Molti dei progressi compiuti, ora vengono annullati a causa di sanzioni ed embarghi che danneggiano non solo una parte, ma anche le economie e gli interesse dei lavoratori europei. Questo significa che si rifiuta da parte occidentale una visione strategica del futuro, fondata su relazioni bilaterali e di progresso, insieme a un confronto, in sintonia con un mondo in rapida e continua evoluzione, sotto tutti gli aspetti.

La Russia e l’Unione europea sono discordanti ed eterogenei su molte cose, ma l’unico modo per superare le incomprensioni e trovare vantaggi per lo sviluppo dei paesi, per la difesa della pace come obiettivo vitale, è attraverso il dialogo e il reciproco interesse.

Occorre anche accettare che la Russia (che è un continente più che un paese), è stata e sarà sempre un protagonista indipendente sulla scena internazionale, con i propri interessi e priorità nazionali, con una politica estera propulsiva. Ma è documentato che in tutti questi anni, una priorità politica dimostrata dal governo russo, è stata sempre incentrata sulla costruzione di buone relazioni con l’Europa.

Quando è intervenuto all’ultimo World Economic Forum di Davos, il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin ha affermato che “ la Russia fa parte dell’Europa e che, culturalmente, Russia ed Europa sono una civiltà…”. Questo è un presupposto sostanziale, non basato su esternazioni, ma una concezione politica e storica, che dovrebbe essere posta come fondamento delle relazioni e delle politiche tra Europa e Russia…ma ci sono gli interessi egemonici e imperanti della potenza USA e questo per i paesi europei è, e diverrà un problema sempre più grande.

E il generale Walters e il neo presidente statunitense Biden…lo ricordano puntualmente e risolutamente ai proni governi europei. 

Enrico Vigna “RussiaNotizie”/CIVG   –   25 febbraio 2021

Di AFV

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