Di Alessandro Pascale

La vera vergogna dovrebbe provarla chi non ha mai detto mezza parola sui crimini dell’impero statunitense e fa finta di non conoscere le tecniche della guerra psicologica occidentale usate per screditare un modello vincente che un anno fa non esitava ad aiutare anche il nostro paese nel pieno della prima ondata.

Consiglio di leggere il seguente articolo tradotto da Marco Pondrelli per marx21, che mostra candidamente la faziosità dei rapporti che parlano di “genocidio” per quel che accade in Cina.

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di Ajit Singh

da https://thegrayzone.com

Traduzione di Marco Pondrelli per marx21.it

I media statunitensi hanno salutato un rapporto del Newlines Institute che accusa la Cina di genocidio iuguro come un’analisi indipendente “storica”. Uno sguardo sotto la superficie rivela che si tratta di uno strumento di propaganda per il cambio di regime da parte di operatori interventisti di una finta università.

Per tutto il mese di marzo 2021 i titoli dei media delle grandi corporation, dalla CNN al Guardian, hanno parlato della pubblicazione del “primo rapporto indipendente” per determinare autorevolmente che il governo cinese ha violato “ogni singolo atto” della convenzione delle Nazioni Unite contro il genocidio, e quindi “è responsabile di aver commesso un genocidio contro gli uiguri. 

Il rapporto, pubblicato l’8 marzo dal Newlines Institute for Strategy and Policy, in collaborazione con il Raoul Wallenberg Centre for Human Rights, segue un’accusa dell’ultimo minuto fatta a gennaio dall’amministrazione uscente di Trump, insieme a dichiarazioni simili dei parlamenti olandese e canadese. È stato pubblicato poco dopo la pubblicazione di un rapporto notevolmente simile l’8 febbraio, commissionato dal Congresso Mondiale degli Uiguri, sostenuto dal governo degli Stati Uniti, il quale asseriva che esistesse un “caso credibile” contro il governo cinese per genocidio.

CNN, The Guardian, AFP e CBC hanno salutato il rapporto Newlines dell’8 marzo come una “analisi indipendente” e un “rapporto legale di riferimento” che ha coinvolto “decine di esperti internazionali”. Anche Samantha Power, la candidata dell’amministrazione Biden a dirigere l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID), lo ha promosso: “Questo rapporto mostra come questo [genocidio] è precisamente ciò che la Cina sta facendo con gli Uiguri”, ha dichiarato la nota interventista umanitaria.

Gli autori del rapporto hanno insistito sul fatto che sono “imparziali” e “non stanno sostenendo alcuna linea di condotta”. Ma uno sguardo più attento al rapporto e alle istituzioni che lo sostengono rivela che le pretese di “indipendenza” e “competenza” dei suoi autori sono un palese inganno.

Infatti, l’autore principale del rapporto, Yonah Diamond, ha recentemente invitato l’amministrazione Biden ad “affrontare” e “punire” unilateralmente la Cina per aver presumibilmente commesso un genocidio, ed espandere le sanzioni contro il paese. Nel frattempo, i think tank dietro il rapporto hanno sostenuto con fervore che l’Occidente deve “combattere” e sanzionare la Cina, e hanno promosso politiche regime change degli Stati Uniti contro Siria, Venezuela, Iran e Russia.

La maggioranza dei firmatari “esperti” del rapporto sono membri del Newlines Institute e del Centro Wallenberg. Altri sono membri della Inter-Parliamentary Alliance on China sostenitrice della linea dura, ex funzionari del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e ardenti sostenitori dell’interventismo militare degli Stati Uniti. Il rapporto si basa soprattutto sulla “competenza” di Adrian Zenz, l’ideologo evangelico di estrema destra, la cui “erudizione” sulla Cina è stata dimostrata essere profondamente sbagliata, piena di falsità e disonesta manipolazione statistica.

Il ricorso al voluminoso ma dimostrabilmente fraudolento lavoro di Zenz non è sorprendente, dato che il rapporto è stato finanziato dall’organizzazione madre del Newlines Institute, la Fairfax University of America (FXUA). FXUA è un’istituzione caduta in disgrazia, i regolatori statali si sono mossi per chiuderla nel 2019 dopo aver scoperto che i suoi “insegnanti non erano qualificati per insegnare i corsi loro assegnati”, la qualità accademica era “palesemente carente” e il plagio era “dilagante” e ignorato. 

Solo pochi giorni prima che il Newlines Institute pubblicasse il suo rapporto “competente” che accusava la Cina di genocidio, un comitato consultivo del Dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti ha raccomandato di terminare il riconoscimento dell’accreditatore di FXUA, mettendo in pericolo la sua licenza.

Il “nuovo” rapporto rigurgita “prove” vecchie e screditate

Il rapporto Newlines non presenta alcun nuovo materiale sulla condizione dei musulmani uiguri in Cina. Invece, sostiene di aver esaminato tutte “le prove disponibili” e applicato “il diritto internazionale all’evidenza dei fatti sul campo”.

Piuttosto che condurre una revisione approfondita e completa delle “prove disponibili”, il rapporto ha limitato la sua indagine a una gamma ristretta di pseudo-scienze profondamente imperfette insieme a rapporti di lobby sostenute dal governo statunitense per il movimento separatista uiguri in esilio. È su questa base difettosa che il rapporto applica l’analisi legale relativa alla Convenzione ONU sul genocidio.

Il rapporto di Newlines si basa principalmente sui dubbi studi di Adrian Zenz, sul canale di propaganda del governo USA, Radio Free Asia, e sulle affermazioni della rete separatista finanziata dagli USA, il World Uyghur Congress. Queste tre fonti comprendono più di un terzo dei riferimenti utilizzati per costruire la base fattuale del documento, con Zenz come fonte più utilizzata – citata in più di 50 occasioni.

Molti dei rimanenti riferimenti citano il lavoro dei membri del Newlines Institute’s “Uyghur Scholars Working Group”, di cui Zenz è un membro fondatore e che è composto da un piccolo gruppo di accademici che collaborano con lui e sostengono le sue conclusioni.

Come The Grayzone ha riportato, Zenz è un fondamentalista cristiano di estrema destra che ha detto di essere “guidato da Dio” contro il governo cinese, deplora l’omosessualità e la parità di genere, e ha insegnato esclusivamente in istituzioni teologiche evangeliche. Un’attenta revisione della ricerca di Zenz mostra che la sua affermazione di genocidio è inventata attraverso manipolazioni statistiche fraudolente, selezione delle fonti e false dichiarazioni propagandistiche. I suoi rapporti ampiamente citati non sono stati pubblicati su riviste sottoposte a revisione paritaria supervisionate da istituzioni accademiche, ma piuttosto da una sezione della CIA con sede a DC chiamata Jamestown Foundation e “The Journal of Political Risk”, una pubblicazione guidata da ex NATO e Operatori statali per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

Man mano che la sua negligenza accademica veniva alla luce, Zenz ha dovuto affrontare un esame minuzioso e un crescente imbarazzo, come dimostra la sua minaccia di intraprendere un’azione legale contro i suoi critici accademici.

Al fine di sostenere la credibilità del rapporto sviando dall’essenziale dipendenza rispetto ai rapporti di Zenz, gli autori hanno sottolineato la loro presunta “indipendenza” e “imparzialità”.

“Questo [non] è un documento di sostegno, non stiamo sostenendo alcuna linea”, ha dichiarato Azeem Ibrahim, direttore delle iniziative speciali al Newlines Institute. “Non ci sono stati attivisti coinvolti in questo rapporto, è stato fatto esclusivamente da esperti legali, esperti di area ed esperti etnici cinesi”.

Tuttavia, poche settimane prima della pubblicazione del rapporto, il suo autore principale, Yonah Diamond, ha scritto un bellicoso appello per l’amministrazione Biden ad evitare l’ONU (che Diamond ritiene essere “legata al governo cinese”) e affrontare unilateralmente la Cina. Dopo la dichiarazione dell’amministrazione Trump che la Cina stava commettendo un genocidio nello Xinjiang, Diamond ha sostenuto che gli Stati Uniti sono legalmente obbligati a “punire” la Cina e che “l’amministrazione Biden deve ora intraprendere azioni concrete a tal fine insieme agli alleati statunitensi”.

Il rapporto cerca di costruire un’apparenza di ampio consenso di esperti a sostegno delle sue conclusioni, compresa una lista di 33 firmatari “esperti indipendenti”. Non sorprende che questa lista consista di individui che spingono per una nuova guerra fredda e un confronto con la Cina, e che sostengono gli sforzi separatisti per trasformare la regione dello Xinjiang, ricca di minerali e importante dal punto di vista geopolitico, in un etno-stato orientato alla NATO:

Irwin Cotler e Helena Kennedy – co-presidenti, insieme a Marco Rubio, della Inter-Parliamentary Alliance on China (IPAC) sostenitrice di una linea molto dura. Composto quasi esclusivamente da parlamentari occidentali bianchi, l’IPAC si è formato nel 2020 per montare una “difesa comune” contro “l’ascesa della Repubblica Popolare Cinese”. Membri dell’esecutivo del World Uyghur Congress, Erkin Ekrem e Rahima Mahmut, siedono nel comitato consultivo e nella segreteria dell’IPAC; anche Adrian Zenz siede nel comitato consultivo.

David Scheffer, Beth von Schaack e Gregory H. Stanton – Scheffer e Schaack sono entrambi ex ambasciatori del Dipartimento di Stato americano, mentre Stanton è un ex funzionario del Dipartimento di Stato americano.

Lloyd Axworthy e Allan Rock – l’ex ministro canadese degli affari esteri e l’ex ambasciatore canadese delle Nazioni Unite, rispettivamente.

Adrian Zenz – membro fondatore del “Gruppo di lavoro degli studiosi uiguri” del Newlines Institute 

Piuttosto che consultare un’ampia gamma di autorità ed esperti accademici, o sottoporre il suo studio ad una revisione tra pari, Newlines si è affidata interamente ad una comunità ristretta di ideologi che la pensano allo stesso modo. La maggioranza dei firmatari sono membri dei due think tank dietro il rapporto, il Newlines Institute e il Wallenberg Centre. Lungi dall’essere “indipendenti”, queste organizzazioni sono profondamente di parte, si autodescrivono come “promotrici di campagne” che si allineano strettamente con gli obiettivi di politica estera degli Stati Uniti e dell’Occidente, sostenendo sanzioni e interventi contro la Cina e altre nazioni non allineate nel Sud globale.

Istituto Newlines: Una collezione di ideologi del cambio di regime e di agenti della “Shadow CIA”.

Il presunto rapporto indipendente che accusa la Cina di genocidio è stato pubblicato dal Newlines Institute for Strategy and Policy con sede a Washington, DC e noto in precedenza come Center for Global Policy. Fondato nel 2019, l’obiettivo dichiarato del think tank è “migliorare la politica estera degli Stati Uniti” con una “specializzazione in stati e società musulmane”. 

Con ampi legami con l’establishment americano del regime change, il Newlines Institute è un magazzino affidabile di materiale anti-cinese. Per esempio, ha presentato le farneticazioni di Robert Spalding, l’ex direttore senior per la strategia del presidente Trump e uno degli architetti della dottrina di sicurezza nazionale del 2018 dell’amministrazione Trump, che ha formalmente riorientato la politica estera degli Stati Uniti da un focus sulla cosiddetta “guerra globale al terrorismo” verso la competizione di grande potenza con la Cina e la Russia.

La leadership del Newlines Institute comprende ex funzionari del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, consiglieri militari statunitensi, professionisti dell’intelligence che in precedenza hanno lavorato per la società di spionaggio privato “Shadow CIA” Stratfor e una collezione di ideologi interventisti. I suoi collaboratori rappresentano un “who’s who” di cambiatori di regime in Siria che hanno fatto il tifo per l’interventismo militare degli Stati Uniti, mentre intimidiscono e maltrattano qualsiasi figura di spicco che ha osi presentare una prospettiva critica sulla guerra per procura.

Hassan Hassan, direttore; fondatore e redattore capo di Newlines Magazine – Ardente sostenitore dell’imperialismo statunitense, comprese le guerre in Iraq, Libia, Yemen e soprattutto Siria. Insieme a Michael Weiss, collaboratore di Newlines, Hassan ha chiesto che l’esercito statunitense balcanizzi la Siria, occupi permanentemente la regione di Jazira ricca di petrolio e trasformi il paese in “un protettorato di sicurezza americano”.

Azeem Ibrahim, Direttore – Professore di ricerca aggiunto presso l’Istituto di Studi Strategici, US Army War College. Ibrahim è un co-autore del rapporto Newlines.

Kamran Bokhari, direttore – in precedenza ha servito come coordinatore del corso di studi sull’Asia centrale presso l’Istituto per il servizio estero del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.

Faysal Itani, vicedirettore – Ex Senior Fellow presso l’Atlantic Council, finanziato dal Dipartimento di Stato USA, che funziona come il think tank semi-ufficiale della NATO a Washington, DC. 

Michael Weiss, redattore senior – Un lobbista israeliano veterano, attivista neoconservatore e agitatore anti-musulmano diventato sostenitore degli insorti islamici in Siria, Weiss si è bollato come un esperto della Russia pur non avendo mai visitato il paese e non parlando russo.

Muhammad Idrees Ahmad, redattore senior – Non richiesto Ahmad nel 2016 ha telefonato all’editore di Grayzone Max Blumenthal prima che Blumenthal pubblicasse un’inchiesta in due parti sui Caschi Bianchi siriani, minacciandolo di gravi conseguenze se fosse andato avanti. (Ascolta la registrazione della chiamata minacciosa di Ahmad qui). Docente di giornalismo digitale all’Università di Stirling nel Regno Unito, Ahmad ha recentemente attaccato Democracy Now! per aver ospitato lo studioso Vijay Prashad per una discussione sul pericolo di una nuova guerra fredda con la Cina.

Rasha Al Aqeedi, analista senior – opinionista di origine irachena che in precedenza ha lavorato come ricercatore presso il neoconservatore Foreign Policy Research Institute (FPRI), un think tank neoconservatore originariamente fondato da suprematisti bianchi e intransigente sulla guerra fredda che ha onorato i sostenitori della guerra in Iraq John Bolton e James Mattis. Come il suo collega Ahmad, Aqeedi dedica una parte significativa del suo tempo a diffamare figure contrarie alla guerra sui social media.

Elizabeth Tsurkov, Non-Resident Fellow – In precedenza ha lavorato per una serie di think tank neoconservatori e dell’establishment, tra cui l’Atlantic Council, Foreign Policy Research Institute e Freedom House. Tsurkov ha servito nell’esercito israeliano, durante la guerra del 2006 di Israele contro il Libano. Durante la guerra per procura siriana, Tsurkov ha mantenuto contatti amichevoli con i membri della milizia jihadista sostenuta dai sauditi, Jaish al-Islam, e si è vantata dei legami che sia lei che l’apparato militare-intelligence di Israele hanno mantenuto con l’opposizione armata della Siria.

Nicholas A. Heras, analista senior – in precedenza ricercatore associato presso la US Department of Defense’s National Defense University, Heras è anche un componente del Center for New American Security, finanziato dall’industria delle armi. Lì, ha proposto di utilizzare “il grano [come] un’arma di grande potenza… per fare pressione sul regime di Assad”. In altre parole, Heras ha sostenuto la fame di massa dei civili siriani occupando i loro campi di grano, una politica statunitense che è attualmente in corso nella regione nord-orientale del paese.

Caroline Rose, analista senior – In precedenza è stata analista di Geopolitical Futures, diretta dal fondatore di Stratfor, George Friedman. Stratfor è una società privata di spionaggio e di intelligence comunemente indicata come una “Shadow CIA”. Ha collaborato ampiamente con il governo degli Stati Uniti, ha addestrato l’ala radicale dell’opposizione venezuelana e li ha consigliati sulle tattiche di destabilizzazione.

Robin Blackburn, Managing Editor – Per 12 anni, Blackburn ha lavorato come scrittore e redattore con Stratfor.

Robert Inks, redattore – In precedenza è stato direttore del gruppo di scrittori e redattore di progetti speciali alla Stratfor.

Daryl Johnson, Non-Resident Fellow – ha servito nell’esercito degli Stati Uniti e precedentemente ha lavorato come analista senior presso il Dipartimento della Sicurezza Nazionale. È il fondatore di DT Analytics, una società di consulenza privata per la polizia e le forze dell’ordine.

Eugene Chausovsky, Non-Resident Fellow – tiene lezioni sulla “geopolitica dell’Asia centrale” al Foreign Service Institute del Dipartimento di Stato USA. In precedenza ha lavorato come analista senior di Eurasia presso Stratfor per oltre un decennio.

Imtiaz Ali, Non-Resident Fellow – in precedenza ha lavorato come specialista di curriculum presso il Foreign Service Institute del Dipartimento di Stato USA.

Ahmed Alwani è il fondatore e presidente del Newlines Institute. Alwani ha precedentemente servito nel comitato consultivo del U.S. military’s Africa Command (AFRICOM) ed è il vice presidente dell’Istituto Internazionale del Pensiero Islamico (IIIT); suo padre, Taha Jabir Al-Alwani è stato uno dei fondatori dell’IIIT.

L’Istituto Newlines ha recentemente preso provvedimenti per contrastare le voci sulle connessioni dell’IIIT con i Fratelli Musulmani. In una e-mail interna ottenuta da The Grayzone, datata 17 novembre 2020, il direttore di Newlines Hassan Hassan ha affrontato l'”accusa” contro l’allora Centro per la politica globale. Hassan ha scritto che mentre una diversa “vecchia entità” è stata finanziata dall’IIIT, “[l’]attuale non ha alcuna relazione con l’IIIT”. Hassan ha cercato di dissipare le preoccupazioni minimizzando la connessione di Alwani con l’IIIT, sostenendo che Alwani “ha ereditato l’Istituto internazionale per il pensiero islamico come vicepresidente come una sorta di eredità”, dopo la morte di suo padre nel 2018.

Newlines Institute supervisionato da una finta “università” caduta in disgrazia

Newlines Institute è una filiale di un’istituzione educativa caduta in disgrazia che ha ripetutamente violato gli standard educativi statali, sollevando ulteriori domande sulla qualità del lavoro del think tank.

L’istituzione madre del Newlines Institute è la Fairfax University of America (FXUA), una scuola anch’essa fondata e guidata da Alwani, precedentemente conosciuta come Virginia International University. FXUA è un’università privata a Fairfax, Virginia. Fondata nel 1998, il breve curriculum di FXUA è stato crivellato da numerosi scandali accademici e dagli sforzi dei regolatori statali per chiudere l’istituzione.

Nel 2019, il Consiglio di Stato per l’istruzione superiore della Virginia ha avviato un procedimento per revocare il certificato di FXUA (allora noto come Virginia International University) per operare. La mossa è arrivata dopo che i regolatori statali hanno trovato una diffusa non conformità con gli standard educativi statali. 

Secondo il Richmond Times-Dispatch, i revisori hanno stabilito che “gli insegnanti non erano qualificati per insegnare i corsi loro assegnati”, la qualità accademica e il contenuto delle classi erano “palesemente carenti” e il lavoro degli studenti era caratterizzato da “plagio dilagante” che non veniva punito.

“Gli studenti non qualificati presentano regolarmente lavori plagiati o di qualità inferiore; i docenti chiudono un occhio e abbassano gli standard di valutazione (forse per evitare la bocciatura di un’intera classe); gli amministratori non controllano efficacemente la qualità dell’istruzione online che viene fornita”, dice la revisione.

“Il fatto che tali corsi al di sotto degli standard possano continuare senza lamentele da parte di studenti, docenti o amministratori solleva preoccupazioni circa lo scopo dell’educazione alla VIU [Virginia International University]

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-caro_mentana_la_vera_vergogna__di_chi_non_dice_una_parola_sui_crimini_usa/39602_40556/

Di Red

„Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d'inventare l'avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l'avvenire.“ — Thomas Sankara

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