9 aprile 2021, Hirak ad Algeri.
Francesco Cecchini
Decine di migliaia di algerini sono scesi in piazza il 9 aprile 2021 per il 112 ° venerdì di Hirak. Oltre ad Algeri, le manifestazioni si sono svolte in diverse altre città del paese: Orano, Tizi-Ouzou, Béjaïa, Bouira, Mila, Sétif, Constantine, Skikda, etc.,etc..
I manifestanti hanno ribadito le richieste dell’ Hirak: un cambiamento radicale del sistema, uno stato di diritto, un’ Algeria libera e democratica, uno stato civile e non militare e così via. In particolare, hanno messo in guardia contro i tentativi di divisione. Hanno denunciato la repressione degli attivisti dell’ Hirak e hanno chiesto il rilascio dei prigionieri politici di coscienza. Hanno anche espresso il loro rifiuto delle elezioni legislative previste per il prossimo 12 giugno.
Diversi manifestanti hanno mostrato cartelloni con la scritta: “Sì per il cambiamento radicale”, “Sì per la libertà di manifestazione”, “Sì per l’ indipendenza della magistratura”, “Sì per la libertà di movimento”, “Sì per la transizione democratica”, ” Sì al pacifismo e al multipartitismo “,” Per l’ apertura dei media “,” No alla criminalizzazione della manifestazione “,” No alla tortura “,” Niente elezioni con le bande “,” No alla continuità del sistema “, “No alla divisione dell’ Hirak” … Un grande striscione è stato schierato e su cui si legge: “112, venerdì dell’ unità. È tempo di realizzare le richieste delle persone .
Molti manifestanti hanno sollevato lo stesso cartello ad Algeri, Orano, Costantino, Annaba, Sétif: “No alle divisioni all’interno dell’Hirak!” I manifestanti sono profondamente preoccupati per le sterili controversie che mirano a seminare divisione nelle file di un movimento popolare che non è riuscito affatto a raggiungere nessuno dei suoi obiettivi. Peggio degli arresti e della repressione o della prigionia arbitraria, le divisioni politiche, ideologiche e i conflitti personali possono rivelarsi fatali per un movimento popolare che lotta per imporre la propria agenda di fronte a un potere totalitario e accecato dalle sue ossessioni assolutiste. Dal 22 febbraio 2019 acqua è passata sotto i ponti e l’ Hirak ha dovuto affrontare molti fatti sever,i come la pandemia COVID-19 e la sua oltraggiosa strumentalizzazione da parte delle autorità algerine per imbavagliare le libertà pubbliche e civili. L’ Hirak è stato anche costretto a confrontarsi con le proprie domande: la sua continuità è sorprendente, ma i suoi metodi di protesta sono sufficienti, efficaci per portare il cambiamento tanto desiderato in Algeria? Invece di strutturarsi seriamente attorno a diverse iniziative concrete di protesta sostenute da gruppi costituiti in tutti i settori chiave del Paese, l’ Hirak è rimasto congelato nelle manifestazioni settimanali. Se non si propone nulla per fare un nuovo passo, questo movimento popolare rischia di scivolare nelle proprie contraddizioni interne che il regime algerino non mancherà di sfruttare e coltivare per riprendere il sopravvento sulle strade. Gli attivisti di Hirak sono consapevoli di questo pericolo. È per questo motivo che più che mai invocano l’ unità del movimento.
PER UN HIRAK UNITO