Emergono nuovi dettagli circa l’omicidio, avvenuto nella sua residenza privata, del presidente di Haiti Jovenel Moïse. Le autorità haitiane hanno reso noto di individuato 28 persone coinvolte nel crimine: si tratta di 2 cittadini statunitensi e 26 colombiani. 

Durante una trasmissione televisiva, il direttore generale della Polizia, Leon Charles, ha precisato che dei 26 colombiani legati al delitto, 15 sono stati arrestati, così come i due statunitensi.

Ha poi aggiunto che tre mercenari sono stati uccisi nelle operazioni. Riguardo agli altri ricercati ha affermato: ”Li consegneremo alla giustizia”.

In precedenza, il ministro per le Elezioni e le Relazioni Interpartitiche di Haiti, Mathias Pierre, ha riferito che tra gli arrestati vi erano due cittadini statunitensi. 

In alcune dichiarazioni rilasciate al quotidiano statunitense The Washington Post, il funzionario haitiano ha ha indicato che uno degli individui arrestati è stato identificato come James Solages.

Inoltre, ha precisato che la Polizia Nazionale ha in custodia un secondo detenuto di origine haitiana-statunitense che sarebbe anch’egli coinvolto nel delitto, ma non ha fornito il nome di questa persona.

Diversi video diffusi sui social network hanno mostrato la partecipazione della popolazione all’arresto di due sospettati del crimine nel comune di Petión-Ville.

L’uccisione del presidente in carica avviene nel pieno di una grossa crisi politica ad Haiti, dove, secondo l’attivista Lautaro Rivara, è necessario “tracciare la sua origine nella rottura dell’ordine democratico da parte degli stessi personaggi che ora cercano di subentrare” al presidente assassinato.

L’assassinio del presidente Moïse è avvenuto a meno di tre mesi dallo svolgimento delle elezioni presidenziali e legislative nel Paese, fissate per il 26 settembre.

Gli individui armati sono entrati nella residenza privata del presidente a Port-au-Prince (capitale) nelle prime ore di mercoledì per commettere l’efferato crimine, in cui è rimasta gravemente ferita la first lady, Martine Moïse.

Chi è James Solages?

Ci sono pochi dettagli su James Solages. I registri pubblici mostrano che Solages viveva a Tamarac (Florida) e non ha precedenti penali. 

L’uomo ha in passato lavorato per una società che aveva un contratto per fornire sicurezza all’ambasciata canadese ad Haiti. Alcuni media riferiscono che Solages sul suo sito web si descrive come un ex guardia del corpo dell’ambasciata canadese ad Haiti. Solages ha un’impronta consolidata nel sud della Florida sui social media. La sua pagina Facebook, ora rimossa, diceva che frequentava la Fort Lauderdale High School e, in base alla sua data di nascita il 19 agosto 1985, sarebbe stato lì nei primi anni 2000.

La sua pagina sui social media afferma che tra il 2015 e il 2018 ha continuato a studiare all’Atlantic Technical College di Coconut Creek e successivamente al Florida Career College, dove afferma di aver conseguito una laurea in Informatica.

Sua zia, Victorie Dorisme, ha detto al Miami Herald di aver appreso dell’accusa dalla televisione haitiana ed è perplessa su come l’uomo, da manutentore della Florida, sia divenuto un assassino internazionale. 

Ex militari colombiani

Il ministro della Difesa colombiano Diego Molano ha riferito che i colombiani coinvolti nell’omicidio di Jovenel Moïse, sono membri in congedo dell’esercito del paese sudamericano.

In una conferenza stampa, Molano ha dichiarato che la polizia internazionale (Interpol) ha chiesto ufficialmente informazioni al governo colombiano e alla polizia nazionale sui presunti responsabili dell’attacco mortale contro il presidente haitiano.

“Le prime informazioni indicano che i cittadini colombiani sono membri in congedo dell’esercito nazionale”, ha affermato il ministro della Difesa.

“Abbiamo dato istruzioni dal governo nazionale alla nostra polizia e all’esercito di collaborare immediatamente allo sviluppo di questa indagine in modo che questi fatti siano chiariti”, ha detto.

Molano ha sottolineato che la Forza Pubblica colombiana offrirà “tutta la disponibilità (…) alla sorella Repubblica di Haiti”.

Le somiglianze con l’Operazione Gedeone in Venezuela

Emergono alcune sinistre assonanze con la fallita ‘Operazione Gedeone’ in Venezuela. 
Operazione terroristica con mercenari che dovevano penetrare illegalmente in Venezuela per rapire e uccidere il presidente Maduro. Il piano terroristico fu sventato dalle forze di sicurezza di Caracas. 

Gli intenti terroristici furono confermati da uno dei catturati, l’ex berretto verde statunitense Airam Berry, il quale dopo la cattura nella Repubblica Bolivariana del Venezuela confessò che la sua missione era quella di prendere la sede del Servizio Bolivariano di Intelligence (SEBIN), la direzione del controspionaggio militare (DGCIM), il Palazzo Miraflores e assassinare il presidente del paese sudamericano, Nicolás Maduro Moros, come parte degli atti terroristici dell’operazione Gedeone. 

Colombia, Stati Uniti e DEA l’agenzia federale antidroga di Washington. Oggi Haiti, ieri Venezuela e tante altre nazioni latinoamericane. Dietro le più efferate operazioni criminali troviamo quasi sempre gli stessi attori.  

https://lantidiplomatico.it/dettnews-qual__il_ruolo_di_stati_uniti_e_colombia_nellomicidio_di_jovenel_mose/8_42238/

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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