São Tomé e Príncipe è un piccolo arcipelago africano situato nelle acque del golfo di Guinea, composto da due isole principali dalle quali prende il nome e da un insieme di isole minori. A lungo colonia portoghese, ottenne l’indipendenza solamente nel 1975, grazie all’azione di un gruppo marxista-leninista denominato Movimento per la Liberazione di São Tomé e Príncipe (Movimento de Libertação de São Tomé e Príncipe, MLSTP). IL MLSTP, allora guidato da Manuel Pinto da Costa, avrebbe mantenuto la leadership politica fino al 1991, quando l’introduzione del multipartitismo permise l’emergere di una forza liberale e democristiana, denominata Azione Democratica Indipendente (Acção Democrática Independente, ADI).
L’ADI mantenne la presidenza dal 1991 al 2001 sotto la guida di Miguel Trovoada, per poi riassumerla nel 2015 sotto la leadership di Evaristo Carvalho. Pur avendone la possibilità, il 79enne Carvalho ha deciso di non ricandidarsi per un secondo mandato per via dei suoi problemi di salute, cedendo il posto a Carlos Vila Nova, già ministro dei Lavori Pubblici e delle Risorse Naturali tra il 2010 ed il 2012, e poi ministro delle Infrastrutture, delle Risorse Naturali e dell’Ambiente tra il 2014 ed il 2018.
Il 62enne Vila Nova si trovava a dover affrontare altri diciotto candidati, tra i quali il più temibile per l’esponente dell’ADI era certamente l’ex primo ministro Guilherme Posser da Costa, presentato dal MLSTP, che dal 1991 ha ufficialmente abbandonato il marxismo leninismo assumendo il nome di Movimento per la Liberazione di São Tomé e Príncipe/Partito Social Democratico (Movimento de Libertação de São Tomé e Príncipe/Partido Social Democrata, MLSTP/PSD).
Il primo turno, tenutosi il 18 luglio, ha in effetti visto questi due candidati avanzare al ballottaggio, anche se Vila Nova ha subito ottenuto un sostanziale vantaggio, chiudendo con il 39,47% dei consensi contro il 20,75% di Posser da Costa. Al terzo posto si è classificato invece Delfim Neves, presidente del parlamento in carica e candidato del Partito di Convergenza Democratica-Gruppo di Riflessione (Partido de Convergência Democrática-Grupo de Reflexão, PCD-GR), formazione nata nel 1990 da una scissione del MLSTP, che ha ottenuto il 16,88% delle preferenze. Gli altri candidati hanno invece raggiunto percentuali decisamente inferiori, a partire dagli indipendenti Abel Bom Jesus (3,58%) e Maria das Neves (3,32%), già primo ministro tra il 2002 ed il 2004.
Inizialmente previsto per l’8 agosto, il secondo turno è stato rimandato prima al 29 agosto e poi al 5 settembre, quando ha potuto finalmente avere luogo. In questo periodo, le sorti delle elezioni sono passate nelle mani della decisione della Corte Costituzionale, che doveva pronunciarsi se ci fosse stata frode e se fosse stato necessario ricontare i voti del primo turno. “Abbiamo assistito a una vera e propria manipolazione per annullare o capovolgere la volontà del popolo. E questo attraverso la Corte Costituzionale in un modo orchestrato da uno dei candidati che ha perso nettamente le elezioni e che non è arrivato nemmeno secondo”, aveva dichiarato in quell’occasione Vila Nova, riferendosi con queste parole a Delfim Neves.
Alla fine, la Corte Costituzionale ha respinto la richiesta di Neves di ricontare le schede, ed ha dato il via libera per lo svolgimento del secondo turno. “Credo che abbiamo vissuto un periodo estremamente turbolento e mi sembra che alla fine abbia prevalso il buon senso. È stata presa una decisione finale. Questo secondo turno sarà estremamente decisivo per il futuro del Paese”, aveva commentato Posser da Costa.
I continui rinvii del secondo turno hanno rappresentato una prima volta nella storia di São Tomé e Príncipe da quando il Paese ha ottenuto l’indipendenza, ed hanno costretto il presidente uscente Evaristo Carvalho a rimanere in carica oltre la scadenza del suo mandato, per colmare il vuoto di potere. Tra l’altro, proprio in quei giorni Carvalho è stato ricoverato in ospedale per essere sottoposto ad un’operazione chirurgica.
Alla fine, il secondo turno ha dato il risultato che in molti avevano previsto, con Carlos Vila Nova che ha ottenuto l’incarico presidenziale con il 57,54% delle preferenze, mentre Guilherme Posser da Costa si è fermato al 42,46%. L’affluenza alle urne è stata del 65,32%, con poco più di 80.000 votanti su 123.000 aventi diritto.
“Dobbiamo dare un’altra direzione a São Tomé e Príncipe“, ha detto Vila Nova nelle sue prime dichiarazioni come presidente eletto, precisando che il suo primo compito sarà “lottare contro l’esclusione e la divisione sociale che si è stabilita nel Paese“.
CLICCA QUI PER LA PAGINA FACEBOOK
Giulio Chinappi – World Politics Blog