Sono 161.868 i percettori del Reddito di cittadinanza controllati dal 2019 e 11mila le irregolarità scovate. Il danno è stimato in 97milioni di euro. Mentre nel solo 2019 sono state ispezionate 142mila aziende, delle quali 99mila sono risultate irregolari. Danno stimato: 1 miliardo 270 milioni di euro. Chi sono i veri furbetti?
I furbetti del reddito e i criminali dell’imprenditoria
L’incredibile campagna mediatica contro sussidi e reddito di cittadinanza ha toccato vette parossistiche quest’estate, puntando il dito contro gli scansafatiche, i giovani che non vogliono lavorare, la presunta mancanza di mano d’opera. Tutte cose puntulmente smentite dall’evidenza dei dati.
Ora il bersaglio mediatico sono diventati i cosiddetti furbetti del reddito, cioè i percettori della misura senza averne i requisiti: ogni giorno a reti unificate vengono raccontte storie di malaffare, sempre più incredibili, in cui si arriva alla conclusione che le mafie hanno smesso di occuparsi di droghe, appalti e riciclaggio per dedicarsi esclusivamente al reddito di cittadinanza.
Tutto questo proprio mentre una serie di controlli dell’ispettorato del lavoro sta segnalando una criminalità imprenditoriale diffusa, ignorata dai grandi media. Siamo al capovolgimento della realtà.
Una classe dirigente come quella italiana, fatta in larga parte di ereditieri – di patrimoni familiari, aziende, titoli, corsie preferenziali – fa la morale a chi è aggrappato a qualche sussidio come il Rdc che dura al massimo18 mesi, si aggira in media sui 546 euro (checché ne dicano nei numeri buttati a caso per far colpo nei dibattiti) e con il quale, grosso modo, ci puoi fare solo la spesa e comprare medicine per tutti i vincoli d’uso che ha.
Siamo al vampirismo sociale esibito e rivendicato.
Il reddito di cittadinanza non sta affatto risolvendo i problemi di povertà dei percettori ma sta avendo un effetto positivo imprevedibile: sta permettendo alle persone di evitare il ricatto dello sfruttamento- dell’accettare lavori al limite dello schiavismo -se non oltre – per pochi spiccioli, e questo non sta andando assolutamente giù a una classe imprenditoriale divenuta isterica che sta manifestando, con attacchi continui e forsennati ai sussidi, la propria natura da padroni delle ferriere.
I dati Inps sul Reddito di cittadinanza
Sono 1,36 milioni i nuclei familiari coinvolti nella misura, per un totale di circa 3 milioni di persone. L’importo medio degli assegni staccati è pari a 546 euro mensili. Prevalgono i nuclei composti da tre e quattro persone, rispettivamente 646mila e 673mila. I nuclei con minori sono quasi 443mila, con un numero di persone coinvolte di oltre 1,64 milioni, mentre i nuclei con disabili sono quasi 231mila, con oltre 536mila persone coinvolte.
L’entità dei controlli messi in atto per scovare i cosiddetti furbetti del reddito non è affatto banale: l’Inps avrebbe rifiutato un milione di domande di accesso al sostegno economico, circa il 40%, grazie a controlli incrociati su reddito e patrimonio. In seguito, l’Inps avrebbe revocato circa 130mila domande per motivi vari tra cui “false dichiarazioni di reddito, di patrimonio, di residenza, di nucleo, oppure omissione di dichiarazione di condannati per specifici reati, all’interno del nucleo”.
Dunque, nonostante la grancassa mediatica, resta una delle misure più controllate. Purtroppo le truffe esistono su tante prestazioni : false invalidità, percettori di naspi con lavoro nero, cassa integrazione ad aziende che non ne hanno bisogno o che fanno lavorare i beneficiari anche in cassa integrazione e spesso per un valore superiore all’1%.
Ma questi dati al momento sembra non interessino nella grande narrazione contro il demone reddito, perchè il vero bersaglio sotto attacco è la logica redistributiva.