“La Repsol, gestore della Raffineria La Pampilla, non potrà più svolgere attività di carico e scarico di idrocarburi, fintanto che non presenterà le essenziali garanzie tecnico scientifiche, esaminate e certificate dagli organi di controllo statali, per non provocare altri disastri ambientali come quello verificatosi il 15 gennaio sul litorale a nord della capitale Lima” ha detto il ministro socialista dell’ambiente peruviano Rubén Ramirez.
Nel frattempo la giustizia peruviana, che sta indagando sulla fuoriuscita di petrolio, ha proibito a quattro dirigenti della stessa compagnia petrolifera spagnola di lasciare il Paese per 18 mesi: uno spagnolo e tre peruviani.
I pm hanno anche disposto il “sequestro” della petroliera italiana “Mare Doricum” da cui veniva scaricato il petrolio che ha causato il disastro.
L’annuncio, insieme ad altre 12 misure sanzionatorie, è stato dato ieri pomeriggio presso la sede del Minam, dove il ministro ha anche indicato che è stata richiesta la modifica del piano di emergenza della suddetta società di fronte a tale disastro ecologico: “Repsol non è stata in grado di mostrare prove che abbia compiuto chiare azioni di pulizia e di riparazione del danno di fronte al disastro causato.
Inoltre, finora, non ha dato garanzie certe di essere preparata ad affrontare un nuovo sversamento di idrocarburi nelle altre tre linee di carico e scarico di idrocarburi con le quali opera nel nostro mare. Al contrario, abbiamo evidenziato azioni poco chiare da parte dell’impresa per risarcire il danno causato.
Siamo tutti chiamati a salvaguardare il nostro pianeta”, ha rimarcato il ministro dopo aver evidenziato il ruolo del suo Ministero nella conservazione dell’ambiente e delle risorse naturali del Paese.
La delibera n. 00013-2022-OEFA/DSEM, ordina la cessazione totale delle operazioni di carico e/o scarico di idrocarburi o altri prodotti nei Terminal Multibuoy n. 1, 2 e 3, nonché nel Terminal Monoboa T-4, nella Raffineria La Pampilla, fino a quando non presenterà un Piano all’OEFA per la gestione degli sversamenti accidentali di idrocarburi in mare, nonché le certificazioni aggiornate delle autorità competenti che ne approvano l’integrità.
Si stabilisce inoltre che la multinazionale Repsol deve aggiornare e modificare il piano di emergenza della Raffineria La Pampilla, in modo da raggiungere una maggiore capacità di risposta immediata in caso di grandi volumi di liquido versato in mare.
In un comunicato, Repsol ha affermato che “l’azienda, ferma restando la non condivisione della delibera in quanto la ritiene sproporzionata e irragionevole, al fine di garantire la fornitura dei propri prodotti, esprime piena disponibilità a collaborare con le autorità peruviane”.
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