Pedro Castillo e Jair Bolsonaro
Francesco Cecchini
PEDRO CASTILLO E JAIR MESSIAS BOLSONARO.
L’ incontro con abbracci e sorrisi , lo scorso 3 febbraio tra Pedro Castillo e Jair Messias Bolsonaro, nella città di Porto Velho, in Brasile, ha generato un certo allarme. Bolsonaro è il massimo referente dell’ estrema destra in America Latina. Durante il suo mandato ha promosso politiche senza rispetto per i diritti umani e indigeni. Oltre a negoziare “accordi commerciali produttivi” che non tengono conto della sostenibilità ambientale. Il presidente brasiliano ha avuto una posizione negazionista sulla crisi sanitaria, sui cambiamenti climatici e ha una visione predatoria dello sviluppo.
Dopo l’ incontro, le organizzazioni indigene e della società civile hanno espresso la loro preoccupazione per la firma della Dichiarazione presidenziale congiunta sull’ integrazione delle frontiere al servizio delle popolazioni amazzoniche, sostenendo che non ci sono informazioni chiare e trasparenti sui progetti di interesse nell’ Amazzonia peruviana. “Ci auguriamo che il governo del presidente Castillo sia trasparente e consultivo nei progetti da attuare nell’ Amazzonia peruviana, in particolare quelli che fanno parte dell’agenda bilaterale con il Brasile”, afferma Miguel Guimaraes, presidente della Federazione dei nativi Comunità di Ucayali — FECONAU. Miguel Guimaraes sottolinea che le comunità non hanno ricevuto informazioni sui progetti che sono stati proposti durante l’incontro ed esprime preoccupazione per la ripresa della costruzione dell’autostrada Pucallpa — Cruzeiro do Sul.
Il progetto di costruzione dell’autostrada Pucallpa (Perù) — Cruzeiro do Sul (Brasile) risale al 2003 e attraverserebbe foreste primarie per collegare la regione di Ucayali con lo stato brasiliano di Acri.
Le organizzazioni indigene di Ucayali avvertono che l’ autostrada sarebbe un motore per economie illegali come il traffico di droga, l’ estrazione illegale, il traffico di terra, il disboscamento indiscriminato, ecc. Allo stesso modo, è un progetto che non è stato consultato con le popolazioni il cui territorio è interessato e che potrebbero subire una maggiore violazione dei loro diritti umani e di popoli originari.
PEDRO CASTILLO E IL PERU’.
Quattro giorni dopo la conferenza stampa in cui ha annunciato un rimpasto di governo, martedì, 8 febbraio il presidente Pedro Castillo ha fatto giurare la sua nuova squadra ministeriale, che questa volta sarà guidata dall’ ex ministro della Giustizia Aníbal Torres. E’ nato a Chota (Cajamarca) il 28 dicembre 1942, è avvocato e dottore in giurisprudenza e scienze politiche presso l’ Universidad Nacional Mayor de San Marcos, dove è stato preside della facoltà e lavora come professore. Ha caratteristiche, quindi, più di docente universitario che di uomo politico, in quanto Castillo vuole evitare la gaffe precedente, quando ha incaricato come primo ministro un politico d destra, Héctor Valer.
Qual’ è lo scopo del nuovo cabinet che, nonostante le modifiche, è abbastanza simile al precedente? Tutto indica che, con la presenza di rappresentanti di gruppi come Perù Libre, Insieme per il Perù e Perù Democrático, il presidente Pedro Castillo vuole bloccare ogni possibilità di far dimettere il nuovo governo.
In ogni caso la crisi di credibilità di Pedro Castillo continua, nel parlamento, nelle istituzioni, nei media, nel paese. La permanenza del presidente del Perù, Pedro Castillo, fino a luglio 2026 nel Palazzo del Governo, è minacciata dagli appelli alle dimissioni che emergono da diversi settori, da destra e da sinistra.
Il Difensore civico Walter Gutiérrez ha chiesto a Castillo di dimettersi e il quotidiano El Comercio lo ha esortato in un editoriale a farsi da parte e presentare le sue dimissioni.
Da sinistra Verónika Mendoza, leader del movimento Nuevo Perú ha dichiarato che Pedro Castillo ha tradito.
Verónika Mendoza con Vladimir Cerrón di Perù Libre