Questa mattina un’ampia operazione di polizia per conto della procura di Piacenza ha colpito sindacalisti e lavoratori di Si Cobas e Usb attivi da anni nelle lotte per la logistica. 350 pagine di ordinanze, quattro arresti, misure cautelari e decine di denunce. Le accuse sono di associazione a delinquere per violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio. Usb ha convocato per questa sera, dalle 20 di oggi alle 20 di domani, uno sciopero generale nel settore della logistica

MISURE CAUTELARI E PERQUISIZIONI CONTRO L’UNIONE SINDACALE DI BASE E LE LOTTE DI CLASSE: USB PROCLAMA LO SCIOPERO GENERALE DELLA LOGISTICA. GIÙ LE MANI DA USB!

Da questa mattina all’alba è in corso un’operazione di polizia su input della Procura di Piacenza nei confronti di dirigenti sindacali dell’USB e del Si Cobas della logistica. Con ben 350 pagine di ordinanza si costruisce un vero e proprio “teorema giudiziario” sulla scorta di un elenco interminabile di “fatti criminosi” quali picchetti, scioperi, occupazioni dei magazzini, assemblee ecc. Numerosi i dirigenti sindacali posti agli arresti domiciliari e le perquisizioni. La logistica è uno degli snodi centrali dell’economia capitalista di nuova generazione, la circolazione delle merci è un ganglio determinante della catena del valore ed è lì che la contraddizione si esprime a livello più alto: sfruttamento della manodopera, per lo più straniera e ricattabile, utilizzo senza freni degli appalti e subappalti a cooperative anche con infiltrazioni, nemmeno troppo sotterranee, della malavita organizzata, diritti sindacali inesistenti e sistematicamente violati e quindi è lì che le lotte, il conflitto sono più dure e determinate e lì colpisce la repressione.

La USB è nel mirino del Ministero degli Interni e delle Procure di mezz’Italia ormai da troppo tempo, dalle denunce a raffica nei confronti di chi si oppone alla guerra e all’invio di armi, alle condanne per chi manifestava contro l’assassinio del nostro delegato proprio della logistica Abd El Salam durante un picchetto proprio a Piacenza per cui nessuno ha pagato, al “ritrovamento” di una pistola in un bagno della Federazione nazionale USB che si prova ad accollare ad un dirigente sindacale proprio della logistica. È quindi evidente il tentativo, questo sì criminale, di cercare di impedire che nei magazzini della logistica, nei luoghi della produzione e della commercializzazione delle merci cresca e si rafforzi il sindacato di classe, conflittuale, che non cede di un millimetro sui diritti dei lavoratori. La USB proclama lo sciopero generale della logistica a partire dalle ore 20 di oggi 19 luglio alle ore 20 di domani 20 luglio, lancia un appello a tutte le proprie federazioni perché attivino presidi di protesta in ogni città e sta valutando con i propri legali la controffensiva giudiziaria per smontare questo vero e proprio teorema antisindacale e le ulteriori iniziative di lotta.

Unione Sindacale di Base

IL COMUNICATO DELLE CAMERE DEL LAVORO AUTONOMO E PRECARIO

Questa mattina all’alba è scattata un’operazione di polizia, coordinata dalla Procura di Piacenza, ai danni di alcuni dirigenti sindacali dell’USB e del SiCobas, ora agli arresti domiciliari. Un fatto di una gravità inaudita che costruisce un teorema associativo, i cui fatti criminosi risulterebbero essere gli scioperi, i picchetti, le assemblee nei poli della logistica piacentina.

Le lotte nella logistica hanno rappresentato, negli ultimi anni, l’unico argine allo sfruttamento indiscriminato, spesso perpetrato ai danni della forza lavoro migrante, più fragile e ricattabile, al caporalato, alla logica degli appalti e subappalti senza soluzione di continuità, agli affari della criminalità organizzata che pervadono il settore, alla carenza di diritti sindacali.

Gli scioperi e i picchetti, uniche armi in mano ai lavoratori, hanno ottenuto anche considerevoli vittorie, pagando a volte un prezzo altissimo, come è stato per gli omicidi di Adil e di Abd El Salam, investiti entrambi proprio durante dei picchetti davanti ai magazzini.

Se c’è un disegno criminale dietro a tutto questo è quello organizzato da chi vuole continuare a fare affari e profitti sulla pelle di chi lavora, spalleggiato anche dal governo che, con un colpo di mano, modifica pochi giorni fa l’articolo 1677 del Codice Civile, cancellando la responsabilità in solido del committente negli appalti.

Ci sentiamo complici e solidali con chi è al momento sottoposto a misure cautelari, rendendoci disponibili fin da subito a sostenere scioperi e iniziative di lotta che verranno proclamate. Lottare, scioperare, partecipare ai picchetti, strappare tavoli alle aziende per migliorare le condizioni di lavoro vuol dire semplicemente fare attività sindacale, conquistare diritti e tutele in un mercato del lavoro dove vige da troppo tempo la legge del più forte, dove lo sfruttamento è la misura del lavoro, dove le paghe non permettono più di arrivare alla fine del mese, dove i contratti a termine, il lavoro nero, il sommerso la fanno da padroni.

Aldo, Arafat, Carlo, Bruno, Ryad, Roberto liberi subito, la lotta non si arresta!

COMUNICATO DI SI COBAS

All’alba di stamattina, su mandato della procura di Piacenza, la polizia ha messo agli arresti domiciliari il coordinatore nazionale del SI Cobas Aldo Milani e tre dirigenti del sindacato piacentino: Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli. Le accuse sono di associazione a delinquere per violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio. Tale castello accusatorio sarebbe scaturito dagli scioperi condotti nei magazzini della logistica di Piacenza dal 2014 al 2021: secondo la procura tali scioperi sarebbero stati attuati con motivazioni pretestuose e con intenti “estorsivi”, al fine di ottenere per i lavoratori condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale…

Sul banco degli imputati figurano tutte le principali lotte e mobilitazioni condotte in questi anni: GLS, Amazon, FedEx-TNT, ecc. È evidente che ci troviamo di fronte all’offensiva finale da parte di stato e padroni contro lo straordinario ciclo di lotte che ha visto protagonisti decine di migliaia di lavoratori che in tutta Italia si sono ribellati al caporalato e condizioni di sfruttamento brutale.

È altrettanto evidente il legame tra questo teorema repressivo e il colpo di mano parlamentare messo in atto pochi giorni fa dal governo Draghi su mandato di Assologistica, con la modifica dell’articolo 1677 del codice civile tesa a ad eliminare la responsabilità in solido delle committenze per i furti di salario operati dalle cooperative e dalle ditte fornitrici. Ci troviamo di fronte a un attacco politico su larga scala contro il diritto di sciopero e soprattutto teso a mettere nei fatti fuori legge la contrattazione di secondo livello, quindi ad eliminare definitivamente il sindacato di classe e conflittuale dai luoghi di lavoro. Come da noi sostenuto in più occasione, l’avanzare della crisi e i venti di guerra si traducono in un’offensiva sempre più stringente contro i proletari e in particolare contro le avanguardie di lotta.

Contro questa ennesima provocazione poliziesca, governativa e padronale il SI Cobas e i lavoratori combattivi, al di là delle sigle di appartenenza, sapranno ancora una volta rispondere in maniera compatta, decisa e tempestiva.
Invitiamo sin da ora i lavoratori e tutti i solidali a contattare i rispettivi coordinamenti provinciali per concordare le iniziative da intraprendere.

Seguiranno aggiornamenti. Le lotte contro lo sfruttamento non si processano. La vera associazione a delinquere sono stato e padroni.

ALDO, ARAFAT, CARLO E BRUNO: LIBERI SUBITO!

SI cobas nazionale

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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